Amebiasi

L'amebiasi è un'infezione parassitaria a carico dell'intestino causata dal protozoo Entamoeba histolytica.

I sintomi dell'infezione di tale microorganismo includono feci molli, crampi addominali e mal di stomaco. Tuttavia, la maggior parte delle persone con amebiasi non presenta alcun segno e/o sintomo.

 

 

Epidemiologia

In tutto il mondo, si verificano circa 50 milioni di nuovi casi di malattia causata da E. histolytica invasiva ogni anno e la conseguente morte di circa 100.000 persone. Questi dati rappresentano solamente "la punta dell'iceberg" perché solo il 10-20% degli individui infetti diventa sintomatica.

L'incidenza di amebiasi è maggiore nei paesi in via di sviluppo.

Cause

L'amebiasi è un'infezione parassitaria causata dal protozoo Entamoeba histolytica, che può dar luogo sia alla malattia intestinale (come ad esempio, la colite) che a varie manifestazioni extraintestinali, tra cui l'ascesso epatico (più comune), l'ascesso pleuropolmonare, cardiaco e la diffusione al tessuto cerebrale.

Il genere Entamoeba raggruppa molte specie diverse, alcune delle quali (E. histolytica, Entamoeba dispar, Entamoeba moshkovskii, Entamoeba polecki, Entamoeba coli e Entamoeba hartmanni) possono risiedere nel lume intestinale degli esseri umani. Di questi protozoi, l'E. histolytica è l'unico sicuramente associata alla comparsa di malattia; gli altri sono considerati non patogeni.

Sebbene E. dispar ed E. histolytica non possano essere differenziate mediante un'esaminazione diretta, tecniche molecolari hanno dimostrato che sono effettivamente 2 specie diverse, con E. dispar che può essere un microorganismo commensale (come nei pazienti con infezione da HIV) e E. histolytica che invece è patogeno.

 

 

È attualmente ritenuto possibile che molte persone con infezioni da Entamoeba siano in realtà colonizzate da E. dispar, che sembra essere 10 volte più comune rispetto all'E. histolytica; tuttavia, in alcune regioni (come ad esempio, il Brasile e l'Egitto), le infezioni asintomatiche di E. dispar ed E. histolytica sono diffuse in egual misura. Nei paesi occidentali, circa il 20-30% degli uomini che hanno rapporti omosessuali sono colonizzati da E. dispar.

L'Entamoeba histolytica si trasmette principalmente attraverso la via oro-fecale; le cisti infettive possono essere ritrovate in cibo e acqua contaminati da materiale fecale e da mani contaminate di persone in contatto diretto con il cibo infetto.

La trasmissione sessuale è possibile, soprattutto nel contesto di pratiche orali-anali. La cattiva alimentazione, attraverso il suo effetto sull'immunità, è stato dimostrato essere un possibile fattore di rischio per l'amebiasi.

Sintomi

La maggior parte delle persone affette da questa infezione sono asintomatiche.

In presenza di sintomatolgia, i sintomi compaiono da 7 a 28 giorni dopo essere stati esposti al parassita.

Sintomi lievi che possono presentarsi includono:

Amebiasi
  • crampi addominali;
  • diarrea, evacuazione di 3-8 feci semisolide al giorno o presenza occasionale di feci molli con muco e sangue;
  • affaticamento;
  • presenza di gas in eccesso;
  • perdita di peso non voluta;
  • spasmo doloroso dell'ano che si accompagna a una sensazione di bisogno impellente di defecare (tenesmo).

Sintomi gravi di amebiasi possono includere:

  • dolore addominale;
  • febbre;
  • vomito;
  • colite fulminante con perforazione intestinale;
  • megacolon tossico;
  • ulcerazione perianale;
  • ascesso epatico;
  • disturbi pleuropolmonari;
  • peritonite;
  • pericardite;
  • ascesso cerebrale;
  • disturbi a carico dell'apparato genitourinario;
  • presenza di feci sanguinolente, inclusa l'evacuazione di feci liquide con striature di sangue e una frequenza da 10 a 20 scariche al giorno.

Fattori di rischio

 

 

L'amebiasi è comune nei paesi tropicali con presenza di servizi igienico-sanitari sottosviluppati. I Paesi in cui l'amebiasi è più comune comprendono l'India, parti del Centro e Sud America e in alcune zone dell'Africa; mentre è relativamente rara nei Paesi occidentali.

Le persone che sono a maggior rischio di contrarre l'amebiasi includono:

  • persone che hanno viaggiato in luoghi tropicali dotati di scarsa igiene;
  • immigrati provenienti da Paesi tropicali con cattive condizioni sanitarie;
  • persone che vivono in istituti con scarse condizioni sanitarie (es. le carceri);
  • uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini;
  • persone con sistema immunitario compromesso o affetti da altre condizioni di salute debilitanti.

Diagnosi

Il sospetto diagnostico di amebiasi nasce in seguito a una storia recente di sintomi gastrointestinali e un viaggio in Paesi a rischio.

In seguito all'anamnesi sintomatologica, viene generalmente richiesto un esame delle feci, per identificare il protozoo. Dato che E. histolytica non è sempre presente in ogni campione di feci, potrebbe essere necessario fornire campioni di feci per diversi giorni.

È inoltre raccomandata la prescrizione di esami di laboratorio per verificare la funzionalità epatica, che possono aiutare nel determinare se il microorganismo ha danneggiato il fegato.

Se sono presenti danni agli organi interni è necessario effettuare un'ecografia o una TC, per verificare la presenza di lesioni epatiche. Se le lesioni sono presenti, può ritenersi necessario eseguire un agoaspirato, per valutare la presenza di ascessi del fegato.

Infine, può essere necessario effettuare una colonscopia per controllare l'eventuale presenza del parassita nel tessuto intestinale o nel colon.

Terapia

Il trattamento dei casi non complicati di amebiasi consiste generalmente nella prescrizione di un antibiotico (generalmente il metronidazolo) per 10 giorni, somministrato per via orale.

È inoltre possibile prescrivere farmaci per il controllo della nausea (prometazina o metoclopramide).

Se il parassita si è infiltrato nei tessuti intestinali, il trattamento include non solo l'eradicazione del protozoo dall'organismo, ma anche la cura dei danni agli organi infettati.

La chirurgia può rendersi necessaria nei casi in cui ci sia la perforazione dei tessuti del colon o del peritoneo.

Prognosi

L'amebiasi generalmente risponde bene al trattamento e dovrebbe scomparire in circa due settimane.

In presenza di casi più gravi, in cui il protozoo è presente nei tessuti o organi interni, la prognosi è buona in presenza di un tempestivo e adeguato trattamento medico. Se l'amebiasi non è trattata, tuttavia, può essere mortale.

Prevenzione

Una corretta igiene alimentare e personale è la chiave per evitare l'amebiasi. È quindi opportuno seguire le seguenti regole durante la preparazione e prima di mangiare del cibo:

  • lavare accuratamente frutta e verdura prima di mangiarla;
  • evitare di mangiare frutta o verdura a meno che non la si lavi e sbucci da soli;
  • bere solo acqua e bevande analcoliche in bottiglia;
  • se si è obbligati a bere acqua non imbottigliata, bollirla o trattarla con iodio;
  • evitare il consumo di cubetti di ghiaccio e bere da fontane;
  • evitare il latte, i formaggi o di altri prodotti caseari non pastorizzati;
  • evitare l'assunzione di  cibi venduti da venditori ambulanti.

Come regola generale, è sempre opportuno lavare accuratamente le mani con acqua e sapone dopo aver usato il bagno e prima di toccare cibo.

 

 

 

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