Un ascesso dentale è una raccolta di pus localizzata nei tessuti che circondano la radice dentale. Generalmente deriva da un'infezione della polpa, formata da nervi e vasi sanguigni e posta nella cavità centrale del dente. Una volta che la polpa è andata distrutta, l'infezione può raggiungere l'osso mascellare.
Esistono 3 tipi di ascesso dentale.
Il parodonto è il sistema di supporto dei denti che mantiene le radici dei denti ancorate alle ossa mascellari. La parodontite (detta volgarmente piorrea) è un'infezione del parodonto che provoca la distruzione progressiva di questa struttura (osso alveolare e legamento parodontale) e, alla fine, la perdita dei denti.
La parodontite può colpire soggetti d'ogni età: da bambini ancora in dentatura da latte a soggetti nella terza età.
La prevalenza della parodontite nella popolazione varia con l'età del gruppo in oggetto: è meno dell'1% in età pediatrica, ma può raggiungere il 30% dei soggetti in popolazioni adulte o geriatriche. La parodontite è la prima causa di perdita dei denti nella popolazione adulta dei paesi industrializzati ed è quindi la causa di un grave handicap legato alla conseguente perdita delle funzioni masticatoria e fonatoria nonché un grave disturbo alla vita di relazione e all'estetica del sorriso.
L'infezione inizia con la penetrazione di alcuni batteri della placca dentale (il biofilm batterico che costantemente cresce sui denti e nella nostra bocca) nello spazio tra la gengiva e il dente. I batteri inducono un'intensa risposta infiammatoria (caratterizzata da arrossamento e sanguinamento delle gengive: il sintomo iniziale della malattia). La risposta infiammatoria protegge dall'invasione dei batteri all'interno dei tessuti (e quindi protegge il nostro organismo), ma se l'infiammazione persiste ed è mal regolata causa la distruzione irreversibile del parodonto (e quindi provoca i danni tipici della parodontite: riassorbimento osseo, mobilità e perdita dei denti).
È una raccolta di pus che si forma all'inizio intorno all'apice radicolare e che tende a propagarsi ai tessuti circostanti ed esteriorizzare attraverso la gengiva e le parti molli. L'esteriorizzazione provoca la formazione di una fistola, cioè di un'anormale apertura del tessuto gengivale attraverso la quale avviene il drenaggio del materiale purulento.
L'ascesso periapicale provoca un mal di denti a carattere spontaneo, gravoso e continuo, a volte molto intenso nelle fasi iniziali di formazione della raccolta ascessuale, localizzato nell'area di diffusione del processo infiammatorio. La pressione masticatoria sui denti interessati ne aumenta l'intensità. I denti vengono spinti verso l'alto dall'essudato infiammatorio, andando prima degli altri ad impattare con i denti corrispettivi dell'arcata antagonista, e ciò aggrava il mal di denti, sommandosi all'infiammazione che circonda l'apice radicolare gli effetti del trauma occlusale. La fistolizzazione o la diffusione nei tessuti circostanti del processo infiammatorio provoca, in genere, una diminuzione della sintomatologia dolorosa.
Nella terapia d'urgenza dell'ascesso dentario periapicale il dentista dovrà mirare a favorire il drenaggio del pus attraverso la via del canale radicolare ed eliminare il trauma occlusale.
Fattori di rischio per un ascesso dentale includono:
Ulteriori fattori di rischio sono rappresentati da:
La causa più frequente, comunque, è rappresentata da un'infezione batterica.
Le infezioni odontogene sono generalmente polimicrobiche, con una media di 4-6 diversi agenti patogeni riscontrati nel sito d'infezione. I batteri più frequentemente isolati sono gram negativi strettamente anaerobi e cocchi gram positivi, oltre a streptococchi aerobi-anaerobi facoltativi e microaerofili.
L'ascesso si presenta, nelle fasi avanzate, come un gonfiore sulla gengiva e mucosa localizzata nella zona del dente interessato. Sul volto del paziente apparirà un'asimmetria più o meno evidente, che può anche deformare completamente il viso. Per esempio, un ascesso dovuto a un'infezione del dente del giudizio può manifestarsi sulla guancia o sul collo.
La sintomatologia è imponente, con dolore intenso, irradiato a più aree del volto.
Altri sintomi possono includere:
Se il drenaggio avviene spontaneamente (rottura della parete ascessuale), si assiste alla fuoriuscita di pus verdastro e fetido e in genere il dolore si attenua. In tal caso, l'ascesso lascia il posto a un granuloma (ammasso cellulare di origine infiammatoria) o a una cisti.
Un ascesso non trattato può peggiorare e può portare a complicanze che mettono a rischio la vita del paziente. Il trattamento rapido cura l'infezione nella maggior parte dei casi e il dente può spesso essere salvato.
Possibili complicanze sono:
Grazie ai progressi compiuti dall'endodonzia (studio dei tessuti pulpo-radicolari del dente, delle loro patologie e dei relativi trattamenti), oggi si tende alla conservazione del dente. Una semplice incisione praticata con il bisturi permette il drenaggio del pus se la sua fuoriuscita non avviene spontaneamente.
Fa seguito un trattamento endodontico (pulizia profonda dei canali infetti e riempimento della cavità con materiale per otturazioni), completato dall'inserimento di una corona.
Nei casi in cui è impossibile procedere all'incisione (tumefazione precedente alla formazione di pus), si prescrivono antibiotici per via orale. Quando l'ascesso è la conseguenza di una malattia gengivale sono indicati detartrasi e curettage, associati a misure igieniche quotidiane.
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