Il piede gonfio, monolaterale (se colpisce un solo piede) o bilaterale (se li colpisce entrambi) è un problema piuttosto comune. Nella maggior parte dei casi si tratta semplicemente di un problema transitorio causato dalla prolungata permanenza in stazione eretta, spesso in associazione con uno scorretto stile di vita.
Le cause di gonfiore del piede possono essere molteplici, possono essere evidenziate cause traumatiche (che dovranno essere trattate con ghiaccio, antidolorifici e in caso di forte dolore o incapacità in alcuni movimenti dovrà essere vista dallo specialista in ortopedia), malattie reumatiche (che tendono a causare gonfiore soprattutto a livello articolare), oppure l'accumulo di acqua (a volte con sali o proteine) nello spazio fra la pelle ed i muscoli per problemi principalmente vascolari o metabolici.
Lo spazio dove si accumulano i liquidi è normalmente costituito da tessuto adiposo (grasso) che contiene una quota minima di acqua, ma in condizioni di cattiva circolazione venosa o di alterazione del sangue, tale quota può aumentare anche in maniera notevole.
Il lavoro per spostare il sangue dal piede e farlo tornare al cuore è facilitato da diversi sistemi che aiutano la risalita sanguigna (ad esempio ricordiamo che i muscoli contraendosi spingono il sangue verso il cuore e che nelle vene sono presenti delle valvole che riducono il ritorno di sangue verso il basso). Se questo complesso sistema viene meno aumenta la pressione idrostatica e l'acqua presente nel sangue tende ad uscire e accumularsi nei tessuti.
Quando entrambe le gambe si gonfiano allo stesso modo, in genere si tratta di un problema di salute generale, mentre se una sola gamba è coinvolta o una sola sua parte, la causa è presumibilmente locale, della gamba stessa.
Posizione eretta: soggetti che lavorano in piedi, specie se muovendosi poco (commessi, venditori al banco, cuochi, parrucchieri, chirurghi, ecc) o che passano molto tempo seduti (studenti, impiegati, operatori al computer, ecc).
Obesità: collegata a cattiva circolazione e scarso movimento che riduce la funzione di pompa muscolare.
Calzature inadatte: calze, collant e scarpe troppo strette o con tacchi troppo alti che costringono il piede in una morsa, sono una delle cause più frequenti.
Abuso di sale: una dieta ricca di sale è un fattore di rischio, perché intensifica il problema della ritenzione idrica (l'accumulo di liquidi nell'organismo).
Insufficienza venosa cronica: a causa di una disfunzione delle valvole delle vene, il sangue venoso fa fatica a risalire verso il cuore e per il peso tende a tornare indietro. Il sangue scorre allora avanti indietro in modo inefficace, questo induce uno sfiancamento delle pareti venose, stasi venosa, aumento della pressione e anche al passaggio di liquido fuori dalle vene. I piedi gonfi sono solo uno dei tanti sintomi legati al disturbo, che nella stragrande maggioranza dei casi colpisce le donne anziane.
Tabagismo: il fumo di sigaretta favorisce l'accumulo di liquidi in eccesso e ha un effetto negativo sulla circolazione venosa. Ereditarietà: la predisposizione genetica, spesso di carattere ereditario/familiare, sostiene gli altri fattori di rischio.
Gravidanza: questo stato è spesso correlato ad un aumento della pressione sanguigna, maggior ritenzione di liquidi che favorisce il gonfiore. Non è raro infatti che intorno all'ottavo mese donne incinte si vedano costrette a portare scarpe senza lacci o addirittura di una misura più grande rispetto al solito.
Naturalmente il gonfiore va comunque segnalato al proprio medico, ma è raro che questo prescriva farmaci. Anche la calura estiva contribuisce ad acuire il problema, perché dilata il calibro dei vasi.
Nelle donne in età fertile, il gonfiore alle caviglie è più frequente nella settimana che precede le mestruazioni, poiché in tale periodo gli ormoni femminili (estrogeni e progesterone) raggiungono livelli particolarmente alti, espletando le loro proprietà vasodilatatorie.
Un accumulo di acqua può avvenire perché i liquidi passano in eccesso nel sottocutaneo o vengono riassorbiti più lentamente, per disfunzioni legate all'azione di farmaci come nel caso di trattamento anti-ipertensivo con Ca-Antagonisti e trattamento di lunga durata degli edemi con diuretici. In particolare i calcio-antagonisti, agiscono sulla muscolatura delle arterie con un'azione "rilassante". Se le arterie si dilatano, la pressione al loro interno diminuisce, ottenendo lo scopo curativo. Il problema però è che anche altre strutture si rilassano, per esempio le vene ed i capillari. Questo provoca un edema che scompare rapidamente dopo sostituzione del farmaco con altro ipotensivo.
L'uso dei diuretici è utile per eliminare i liquidi che si accumulano a seguito di una insufficienza cardiaca o renale. Nelle persone anziane con lieve ipertensione e gonfiore degli arti vengono somministrati volentieri allo scopo di abbassare la pressione e sgonfiare le gambe. Il loro uso prolungato può far perdere troppi sali ed indurre gli ormoni che regolano gli elettroliti a provocare l'edema invece che ad eliminarlo (effetto paradosso). Infine, dobbiamo ricordare che patologie quali l'insufficienza renale, cirrosi grave e scompenso cardiaco avanzato possono causare un'aumentata ritenzione liquida con formazione di edemi diffusi, che quindi possono colpire anche il piede.
In caso di gonfiore monolaterale, anche qui, si possono identificare cause traumatiche, patologie articolari e vascolari. In caso di traumatismi si può avere un ematoma post traumatico: si tratta di una raccolta di sangue sotto la pelle, fuori dai vasi sanguigni. Può essere la conseguenza di un trauma anche minore, di una distorsione, di uno strappo muscolare. Il sangue fuori dai vasi ha un'azione infiammatoria sui tessuti circostanti, per cui provoca dolore, edema circostante, gonfiore locale. Il riassorbimento dell'ematoma è lento e richiederà più tempo più saranno grandi le sue dimensioni.
Un'altra importante causa di gonfiore sia monolaterale che bilaterale (a seconda delle patologie) sono le infiammazioni articolari. Il gonfiore vede per lo più una causa reumatologica, anche se i tessuti circostanti compartecipano del fenomeno.
Infine dobbiamo ricordare anche la causa vascolare: in caso di trombosi venosa profonda (stazionamento di un trombo a livello venoso che non premette il ritorno di una parte del sangue), si ha un'incrementata stasi del sangue nell'arto inferiore con accumulo di liquidi nei tessuti e conseguente gonfiore. In questo caso il gonfiore può essere localizzato dal punto in cui il trombo è localizzato in giù.
Anche il linfedema, patologia in cui si ha un deficit del sistema linfatico, può causare gonfiore al piede. La rete linfatica ha la funzione di aiutare il sistema vascolare a eliminare dai tessuti quella parte di acqua che normalmente non riesce a essere riassorbita nelle vene. Se questa rete di vasi linfatici è malformata (linfedema primario), quindi insufficiente a svuotare i tessuti, una certa quantità di liquidi ristagnano causando l'edema. Forme minori di linfedema sono riscontrabili per lo più in donne giovani, limitati al piede od alla gamba, in genere asimmetrici.
La rete linfatica può diventare insufficiente a seguito di traumi, interventi chirurgici (sui linfonodi), invasione neoplastica, dando luogo al linfedema secondario (solitamente mono laterale, anche se è possibile la bilateralità).
È sempre opportuno effettuare una visita dal proprio medico di base che per un corretto inquadramento patologico del problema del piede gonfio, per cercare di avere una sua completa risoluzione.
Nei casi meno gravi sarà lo stesso medico di base a prescrivere la terapia, che spesso non necessita di farmaci; in caso di trauma verosimilmente sarà opportuno eseguire una radiografia, tuttavia per evitare lungaggini, se il trauma ha generato un gonfiore evidente, sarà opportuno recarsi immediatamente al pronto soccorso, dove verrà immediatamente eseguita la radiografia; mentre in caso di sospetta patologia reumatica o vascolare, il medico valuterà se indirizzare il paziente dallo specialista.
Qualunque sia la causa dell'edema, l'acqua raccolta nei tessuti deve essere mobilizzata ed eliminata.
Se è possibile, la causa del disturbo deve essere rimossa, ma nell'attesa o nell'impossibilità di farlo, è giusto iniziare una terapia di evacuazione attraverso massaggi drenanti e/o una adeguata terapia compressiva, che potrà essere completata da appositi trattamenti farmacologici prescritti dal medico.
Se l'edema è molle (recente, di rapida insorgenza), l'effetto della compressione è a volte clamoroso. Se l'edema è duro (forme croniche, linfedema, dopo infiammazione), il risultato richiede pazienza e tempo.
Il linfodrenaggio manuale può essere molto utile contro il piede gonfio in questi casi. Se la causa può essere eliminata, l'edema non tenderà a ricomparire, se invece la causa non è eliminabile, sarà necessario prevedere un trattamento per ridurre l'aggravarsi dell'edema e per la risoluzione di esso tramite apposite calze elastiche.
In caso vengano escluse particolari patologie e le cause siano legate a delle proprie cattive abitudini si possono adottare particolari accorgimenti per correggere lo stile di vita:?indossare sempre calze e scarpe comode, che seguano armoniosamente la struttura del piede, evitare sforzi eccessivi (camminare e fare sport fa bene, ma quando siamo fuori allenamento non possiamo chiedere al nostro corpo di fare più di quanto possa permettersi), seguire un alimentazione povera di sodio e ricca di vitamine e oligominerali e, infine, smettere di fumare.
Prima di recarci dal medico possiamo tentare alcune terapie fatte in casa che possono tamponare temporaneamente il problema. Si possono fare dei pediluvi, riducendo il gonfiore attraverso gli sbalzi di temperatura. Si immergono i piedi in un recipiente ricolmo d'acqua molto calda e, dopo 10 minuti, si immergono in un altro recipiente pieno d'acqua fredda per 30 secondi. Si ripete l'operazione tre quattro volte, terminando con l'acqua calda. Questo permette la contrazione e dilatazione delle vene, fenomeno che aiuta a diminuire la stasi venosa. Sono utili i massaggi, alcuni consigliano l'utilizzo di una lozione a base di menta piperita acquistabile in erboristeria, ricordandosi di massaggiare i piedi del basso verso l'alto, esercitando una leggere pressione con le mani.
Altrettanto importante sarebbe ritagliarsi un appuntamento quotidiano con una camminata a passo svelto, oppure con una nuotata o una passeggiata in bicicletta; mezz'ora al giorno per 4-5 giorni alla settimana risulta sufficiente per migliorare sensibilmente la circolazione periferica.
Il movimento dei muscoli degli arti inferiori è infatti capace di stimolare la circolazione, generando un "effetto pompa" dato dall'alternarsi di contrazioni e rilassamenti dei muscoli sui vasi, oltre a permettere di raggiungere e mantenere il proprio peso forma, che si ripercuote positivamente sulla salute generale di piede, gambe e caviglie.
Si possono svolgere alcuni esercizi che aiutino a favorire la circolazione ed eliminare l'acqua in eccesso, ad esempio facendo ruotare una pallina da tennis sotto la pianta dei piedi nudi, oppure contraendo lievemente e ripetutamente il polpaccio.
Inoltre, quando si sta riposando, è utile tenere il piede in alto, appoggiandolo su una sedia quando si è seduti (meglio se il tallone è più in alto rispetto al pube), oppure sopra un cuscino mentre si sta dormendo.
Si possono infine utilizzare dei trattamenti erboristici in concomitanza con gli altri sopra citati, tramite l'utilizzo di pungitopo, centella asiatica, ippocastano, amaelide, ginko biloba, il mirtillo nero, il ribes e la vite rossa, tutte con effetto antiossidante e vasocostrittore (alcuni di questi sono presenti nei prodotti farmaceutici contro il gonfiore delle gambe). Una tazza di frutti di bosco, un kiwi, un pompelmo rosa o una spremuta di agrumi, è l'ideale per l'assunzione di queste sostanze.
"Tonificando" le pareti dei capillari e regolandone positivamente la permeabilità, si argina la trasudazione di liquidi.
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