La dieta delle combinazioni alimentari, o teoria delle associazioni alimentari, è un modello alimentare messo a punto dal Dott. Herbert M. Shelton e reso noto con il suo libro "The science and fine art of food and nutrition", pubblicato nel 1996 dopo la morte dello stesso autore.
Secondo questa teoria, l'alimentazione adottata ai giorni nostri dalla maggior parte delle persone è scorretta perché si basa sul presupposto che il nostro organismo sia in grado di assimilare e digerire qualsiasi alimento, indipendentemente da come questo viene fornito. Da questa erronea convinzione dipenderebbero, secondo il dott. Shelton, i numerosi problemi digestivi di cui soffrono milioni di persone e da cui derivano malattie più gravi come il cancro al colon.
I punti fondamentali della teoria sono quelli riportati in questo articolo, riveduti e corretti secondo una visione a 360 gradi dell'alimentazione. Come mostreremo in questo articolo, infatti, è assurdo costruire un modello alimentare solo al fine di ottimizzare il processo digestivo.
Secondo la dieta delle combinazioni alimentari, i vari cibi non possono essere introdotti tutti insieme e in modo sconsiderato, ma è necessario seguire alcune regole in modo da evitare di introdurre nello stesso pasto quei cibi che richiedono condizioni di digestione differenti.
Per questo motivo, in questa dieta i cibi vengono suddivisi in gruppi attraverso le tabelle di abbinamento dei cibi o delle combinazioni alimentari. Ad esempio, la frutta viene suddivisa in: acidula, acidulo-zuccherina, zuccherina, secca, neutra. Categorie separate sono quelle del miele, degli zuccheri industriali, degli amidi e del latte. Le proteine vengono distinte in magre e grasse, e si riserva una categoria a parte per lipidi e legumi. Anche le verdure sono suddivise in due categorie differenti: quelle poco glicidiche e quelle mediamente glicidiche.
Le diverse categorie hanno delle affinità o delle repulsioni fra loro e, pertanto, vi sono quelle che non possono essere consumate insieme, e quelle che invece possono essere abbinate, tenendo sempre bene presente la digestione come criterio per stabilire l'affinità tra i diversi gruppi alimentari.
In linea generale, secondo questo regime alimentare, le verdure vanno associate ai carboidrati o alle proteine, ma i carboidrati non possono essere consumati con proteine animali, come nella pasta al ragù per intenderci. I carboidrati possono essere associati, invece, ai legumi. Gli amidi vanno esclusi dal pasto che contiene carboidrati e proteine.
Nel corso del tempo, altri sedicenti esperti hanno espresso il loro parere circa la dieta delle combinazioni alimentari, proponendo associazioni talvolta diverse da quelle proposte dal dott. Shelton. Questo ha contribuito a fare molta confusione in merito, diffondendo nell'opinione comune diverse convinzioni talvolta sbagliate.
Secondo questa dieta, combinando categorie di alimenti con processi digestivi diversi, si possono andare incontro a conseguenze come:
D'altra parte, le combinazioni proposte da Shelton propongono una dieta sostanzialmente composta da piatti unici che spesso, per il modo in cui viene impostato questo regime alimentare, risultano sfociare in pasti con un basso indice di sazietà. Associare fra loro i diversi macronutrienti, unitamente alle fibre, è la soluzione migliore per rimanere sazi più a lungo. Queste sono, in realtà, le combinazioni alimentari giuste per dimagrire.
L'errore della teoria delle combinazioni alimentari è quello di considerare l'evento nutrizionale fondamentalmente imperniato sul momento della digestione e di individuare associazioni corrette o scorrette sulla base del livello di digeribilità che le varie combinazioni esprimono.
Questo modo di considerare il problema è semplicistico poiché le implicazioni della nutrizione non riguardano solo la digestione, la digeribilità costituisce solo un parametro parziale.
Da solo offre una visione insufficiente per valutare un pasto che potrebbe quindi essere facilmente digeribile ma sbilanciato nutrizionalmente o viceversa.
Affinché il processo metabolico possa avvenire nel migliore dei modi, è necessario che l'organismo disponga dei vari principi nutritivi e questo non è possibile consumando un unico alimento per pasto, poiché pochissimi alimenti contengono le giuste proporzioni di carboidrati, proteine e grassi.
Inoltre, mantenere separati i macronutrienti può limitare l'assorbimento di alcuni principi nutritivi contenuti negli alimenti.
Ad esempio, spremere un po' di succo di limone su una bistecca (secondo la teoria delle associazioni alimentari non bisognerebbe unire acidi e proteine), favorisce l'assorbimento del ferro contenuto nella carne grazie alla vitamina C presente nel succo del limone.
Combinare i cibi è quindi una necessità.
L'uomo si caratterizza per la sua grande capacità adattiva e questo vale anche per l'alimentazione. Il nostro apparato digerente è storicamente adattato alla digestione di qualunque tipo di cibo.
Non sarebbe plausibile la teoria secondo cui l'uomo possiederebbe un istinto naturale per l'associazione dei cibi. Da sempre l'uomo si è adeguato a mangiare secondo la disponibilità offertagli dell'ambiente circostante e questa disponibilità si è di volta in volta modificata nel corso dei periodi storici e dei luoghi dove si è trovato a vivere.
La digeribilità di un cibo è correlata alla quantità immessa (contenuto di grassi, proteine e carboidrati) e alle modalità di preparazione (fritto, bollito, ecc.).
E' ovvio che a seconda della combinazione alimentare, sarà necessario un tempo digestivo diverso e ci saranno quindi combinazioni più impegnative di altre, ma il nostro apparato digerente risponderà comunque in maniera adeguata a patto che non si sovrappongano fattori negativi come gli eccessi in genere (grassi, quantità, alcool, ecc).
Poi bisogna tenere conto del momento in cui consumiamo un pasto: di norma è meglio evitare pasti abbondanti prima di uno sforzo intenso (come un allenamento per esempio), prima di coricarsi o di un'intensa attività intellettiva.
Così come viene proposta la teoria delle combinazioni alimentari è pressoché impraticabile, però è utile conoscere quali sono le associazioni errate che comunemente commettiamo a tavola così da evitarli il più possibile.
Dopo aver valutato le associazioni favorevoli e sfavorevoli alla luce di tutte queste considerazioni, abbiamo stilato un decalogo per una corretta digestione.
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