La miopia è un'anomalia refrattiva, in cui gli oggetti vicini sono visti nitidamente mentre gli oggetti più distanti appaiono sfocati. Questa condizione si verifica quando il bulbo oculare è troppo lungo oppure quando la cornea (membrana trasparente che costituisce la parte anteriore dell'occhio) presenta una curvatura alterata. Entrambe queste condizioni, causano un'alterata focalizzazione dei raggi luminosi provenienti dall'infinito (paralleli), i quali non vengono messi a fuoco sulla retina ma davanti ad essa.
La miopia è una condizione molto comune che colpisce quasi il 30% della popolazione, alcune ricerche supportano la teoria che la miopia sia ereditaria ma c'è una crescente evidenza che dimostra come sia anche influenzata da stress visivi.
Generalmente, si verifica nei bambini di età scolare e poiché l'occhio continua a crescere durante l'infanzia, progredisce fino all'età di circa 20 anni; tuttavia la miopia può svilupparsi anche in età adulta in seguito a condizioni di stress per l'occhio o in seguito a patologie che colpiscono gli occhi (es. diabete).
La tendenza a sviluppare miopia può essere trasmessa. Tuttavia l'esatta causa è sconosciuta, ma due fattori, nella maggioranza dei casi, sono i responsabili del suo sviluppo:
La miopia può verificarsi anche in seguito ad altri fattori ambientali o altre patologie mediche:
I segni e sintomi di miopia sono diversi e comprendono:
La visione da vicino è invece conservata (es. lettura o utilizzo del computer).
I sintomi di miopia possono essere evidenti nei bambini a un'età compresa tra gli 8 e i 12 anni. Durante l'adolescenza, nei casi di rapida crescita corporea, la miopia potrebbe peggiorare. Mentre nell'età compresa tra i 20 e i 40 anni, di solito, si assiste ad una stabilizzazione del grado di miopia.
La classificazione della miopia viene definita a seconda della gravità della patologia e si misura in diottrie (potere delle lenti in gradi di correggere il deficit visivo).
Si definiscono quindi tre stadi di miopia:
La miopia elevata presenta un rischio aumentato di andare incontro a miopia patologica in cui vi è un rischio maggiore di incorrere in patologie oculari quali distacco di retina o glaucoma.
La diagnosi di miopia è posta in seguito a una visita oculistica nella quale si misura l'acuità visiva; attraverso l'utilizzo della tabella di Snellen viene chiesto al paziente di leggere le lettere poste su di una tavola posta ad una certa distanza (3 o 5 metri).
In seguito vengono utilizzati metodi più oggettivi e precisi per determinare il grado di miopia, come l'esame oftalmoscopico, che oltre a determinare il numero di diottrie mancanti evidenzia il tipo di miopia (semplice o patologica). Infine può essere utilizzata la schiascopia che consente di determinare con grande precisione il grado di rifrazione dell'occhio.
Per la cura della miopia esistono diverse opzioni terapeutiche, non esiste un metodo migliore, ma la scelta della correzione deve essere adottata valutando le caratteristiche dei propri occhi e del proprio stile di vita. Le possibilità terapeutiche includono:
Rappresentano la scelta primaria e più frequentemente adottata per correggere i difetti visivi causati dalla miopia. La lente compensa l'anomalia della forma dell'occhio in modo da rifocalizzare i raggi luminosi e farli convergere sulla retina.
Per persone miopi di età superiore a 40 anni o con miopia dovuta a stress visivi, possono essere necessari occhiali con lenti bifocali o progressive; queste lenti multifocali forniscono differenti poteri rifrattivi su tutta la lente per consentire una chiara visione sia per oggetti vicini che lontani.
In alcune persone le lenti a contatto permettono di offrire una visione migliore rispetto agli occhiali da vista, soprattutto grazie al fatto di determinare una visione con un più ampio campo di visione. Tuttavia, dato che le lenti sono a diretto contatto con l'occhio, richiedono una pulizia e cura regolare per minimizzare il rischio d'infezioni.
L'ortocheratologia, nota anche come terapia refrattiva corneale, prevede l'utilizzo di una serie di lenti a contatto rigide per rimodellare la cornea. Queste lenti vengono indossate quotidianamente per periodi di tempo limitati, ad esempio di notte, e poi rimosse. Possono essere utilizzate da persone con miopia di grado lieve e permettono di ottenere una temporanea visione nitida per la maggior parte delle attività quotidiane.
Le metodiche chirurgiche utilizzate per correggere i difetti visivi dati dalla miopia sono utilizzate nei casi di miopie di grado elevato oppure nei casi in cui l'utilizzo di occhiali o lenti a contatto risulti fastidioso e peggiori la qualità della vita di una persona.
Le terapie chirurgiche svolgono la loro funzione modificando la curvatura della cornea attraverso l'utilizzo di un raggio laser. Le due procedure più utilizzate sono la fotocheratectomia refrattiva (PRK) e la cheratomileusi laser assistita in situ (LASIK).
Nella PRK il raggio laser viene utilizzato per rimuovere un sottile strato di tessuto della superficie corneale per modificarne la forma e fare in modo che i raggi luminosi convergano sulla retina. Nei primi giorni compaiono effetti collaterali transitori che possono essere: iperlacrimazione, fotofobia, fastidio oculare e senso di corpo estraneo (generalmente simil sabbia).
Nel LASIK non viene asportato tessuto corneale superficiale, ma attraverso una sezione della superficie corneale viene creato uno "sportello" sotto il quale il laser viene utilizzato per rimuovere una quantità precisa di tessuto corneale profondo, necessario per correggere il difetto visivo. Dopodiché il lempo corneale superficiale viene riposizionato saldandosi da solo senza punti di sutura. Generalmente questo intervento genera minori effetti collaterali post-operatori e un recupero più rapido.
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