Il morso (o puntura) di zecca è un'evento di per sé non grave ma che può essere veicolo di malattie infettive di diversa natura. Vi sono diversi tipi di zecche che possono o meno essere vettori di malattie infettive diverse ma che, se diagnosticate in tempo, non hanno conseguenze, ad esempio dopo mesi, in seguito alla punture di zecca.
Le zecche sono dei parassiti ematofagi della famiglia degli Aracnidi, che vivono spostandosi da un ospite all'altro, agendo non solo sugli animali ma anche sull'uomo. Hanno piccole dimensioni che vanno da qualche mm a 1 cm e hanno colore marrone prima di succhiare il sangue, in seguito al quale diventano tendenti al rosso. Sono formate da un corpo e una testa, quest'ultima provvista di un rostro, ossia un apparato boccale con cui penetrano la cute e succhiano il sangue.
In generale le zecche si attaccano alla pelle ma, in alcuni casi, anche ai peli e ai capelli, per mordere non appena il soggetto è a riposo. Si dividono in quasi 900 specie diverse raggruppate in 3 famiglie. La zecca più comune in Italia è quella definita "del piccione", il cui nome scientifico è Argas reflexus, anche se si può trovare la "zecca dei boschi", Ixodes ricinus, e quella "del cane", Rhipicephalus sanguineus.
Vi sono zone in cui le zecche sono maggiormente diffuse e costituiscono quindi un pericolo maggiore e più frequente. Vediamo quindi quali sono i sintomi e i sistemi di prevenzione e cura.
Le zecche si attaccano alla pelle dell'ospite nutrendosi del suo sangue. In genere, se non vengono prontamente rimosse, possono rimanere adese alla pelle anche per due giorni, provocando una caratteristica puntura, o morso, in cui l'area interessata sarà gonfia, arrossata e provocherà prurito, il quale si verifica a distanza di tempo dalla puntura di zecca. Altri sintomi possono essere eruzioni cutanee di vario genere e sensazione di malessere generale, come febbre, spossatezza, cefalea e dolori muscolari.
In caso di sospetta puntura di zecca ci si dovrebbe rivolgere al medico che deciderà, in base alla prevalenza di patologie trasmesse dalle zecche in quell'area geografica, se dare o meno la terapia antibiotica. Talvolta, anche se non si è certi di essere stati morsi da una zecca, il medico può decidere di fornire comunque una dose singola di terapia, come mezzo di prevenzione.
In particolar modo nei bambini, i sintomi derivanti dal morso di zecca scompaiono entro un paio di giorni se vengono riconosciuti e trattati in tempo. Questo vale anche per patologie trasmesse dalle zecche, come la malattia di Lyme, che vedremo nel prossimo paragrafo. In questo caso, la malattia ha tempo di incubazione pari anche a 15 giorni ed è per questo che, in seguito alla puntura di zecca, si consiglia sempre di tenere l'area interessata sotto controllo.
Come abbiamo già detto, le punture di zecche possono trasmettere malattie infettive diverse a seconda del tipo di zecca. In generale, queste patologie possono risolversi attraverso una terapia antibiotica iniziata nelle fasi iniziali della malattia. La morte in seguito a queste patologie è abbastanza rara e si ha solo nel 5% dei casi di puntura di zecca, in soggetti anziani o bambini.
La zecca del cervo trasmette, ad esempio, la mattia di Lyme, trasmessa da parassiti che si sono precendentemente cibate del sangue dei topi. Come conseguenza, la zecca si infetterà con batteri che trasmetterà all'ospite successivo, ma solo nel caso in cui rimanga attaccata ad esso per un tempo sufficiente, di solito circa 1 giorno e mezzo. Questo tipo di zecca si trova in genere nelle zone boschive e provoca un morso caratterizzato da una grande macchia rossa circondata da anelli rossi con una zona pallida centrale, e ha come conseguenza anche febbre, dolori muscolari, e gonfiore a livello delle articolazioni. Nel caso in cui la cura non avvenga in tempi ragionevoli, allora si possono avere conseguenze a livello cerebrale e articolare. Il trattamento contro questa patologia prevede una terapia antibiotica entro breve tempo dalla puntura di zecca. La zecca che trasmette la malattia di Lyme si trova in Italia sopratutto in Friuli Venezia Giulia, in Liguria, in Emilia Romagna e in Trentino Alto Adige.
La zecca del cane e la zecca dei boschi, invece, possono trasmettere la febbre maculosa delle Montagne Rocciose. Questa patologia è causata da un batterio, la Rickettsia rickettsii che vive all'interno di altri organismi, come le zecche. Il morso di queste ultime, nel caso in cui siano vettori del batterio, provoca l'insorgere della patologia. L'unico modo per prevenirla è evitare la puntura di zecca, ma nel caso in cui ciò non sia possibile, è necessario procedere con l'uso di antibiotici in modo tempestivo. I sintomi caratteristici sono cefalea, brividi, dolori muscolri accompagnati anche da spossatezza. A questi, segue in genere la comparsa di un'eruzione cutanea e, se l'infezione non viene bloccata per tempo, si può avere trombosi e coagulazione del sangue a livello dei vasi di tutto il corpo. Questa patologia non sembra essere a trasmissione interumana, ma viene trasmessa solo attraverso zecche, che si sono infettate con il batterio, in seguito alla puntura di roditori o altri animali portatori del batterio.
Le punture di zecca sono molto frequenti anche in Italia e sono tipiche dei boschi ma in generale dei posti all'aria aperta. Vi sono alcuni accorgimenti da mettere in atto quando si frequentano queste zone. Fra questi abbiamo il consiglio di evitare di camminare tra cespugli ed erbacce, ma preferire i sentire già preformati. Inoltre, bisognerebbe sempre evitare di sedersi sopra tronchi di alberi, muretti in pietra o per terra.
Inoltre, anche l'abbigliamento è importante nella prevenzione dei morsi di zecca: è necessario preferire sempre vestiti di colore chiaro, in modo che questi parassiti possano essere visti con maggiore facilità. Inoltre, bisognerebbe evitare di lasciare parti scoperte del corpo quanto più possibile, attraverso l'uso di pantaloni lunghi, stivali e maglie a maniche lunghe.
L'uso di antiparassitari è sempre consigliabile, in modo da tenere lontane le zecche dal corpo. Sulla pelle è bene usare prodotti a base di DEET (dietiltoluamide), mentre nei vestiti dei repellenti contenenti permetrina.
Una buona norma quando si è stati in zone a rischio di zecche, è controllare al rientro a casa i vestiti e il corpo, per verificare la presenza eventuale di zecche attaccate.
La puntura di zecca di per sé non causa prurito né nessun tipo di fastidio nel momento in cui avviene. Per questo motivo, spesso ci si accorge della parassita attaccato alla pelle quando il morso è già avvenuto.
La prima cosa da fare quando ci si rende conto della presenza di una zecca nel corpo è ovviamente rimuoverla. Per farlo in modo corretto ed evitare di togliere male la zecca nell'uomo, è bene prestare attenzione a rimuoverla interamente, senza lasciare parti di essa nel corpo, con precisione e senza fretta né panico. Il parassita va rimosso dal corpo, evitando di schiacciarne la testa, con l'aiuto di una pinzetta con cui va fatta roteare la zecca in modo preciso ma delicato. L'operazione è particolarmente delicata e quindi se possibile andrebbe fatta eseguire da personale esperto: la cosa migliore da fare è sempre quella di andare al pronto soccorso e farla rimuovere da un medico.
In seguito all'estrazione della zecca, la parte che ha subìto il morso va lavata e disinfettata e tenuto sotto osservazione per alcuni giorni, al fine di verificare l'eventuale comparsa dei sintomi caratteristici della puntura di zecca. Nel caso in cui compaiano sintomi come arrossamento con anelli attorno, tipico della malattia di Lyme è bene contattare subito il medico, che provvederà alla terapia antibiotica adeguata. Egli va anche contattato nel caso in cui vi siano sintomi come febbre, dolori muscolari, cefalea, ingrossamento dei linfonodi.
Vi sono dei metodi di rimozione della zecca errati, che possono essere inutili ma anche dannosi. Fra questi abbiamo l'uso di aghi caldi, ma anche di calore e petrolio. Altri metodi sbagliati prevedono l'uso di smalto da unghie, alcol, vaselina o altri prodotti in genere, con cui si tenta di bloccare il respiro della zecca. In realtà, questo parassita respira un ristretto numero di volte all'ora, pertanto tentare di soffocarla non è un metodo che ne blocca l'azione sull'organismo.
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