La fosfatidilserina è un fosfolipide composto da fosfati, serina (un aminoacido) e da acidi grassi. È un componente fondamentale della membrana citoplasmatica, dove svolge il compito di messaggero cellulare, in particolare per regolare l'apoptosi (morte programmata) cellulare.
La fosfatidilserina è un integratore abbastanza famoso. Viene utilizzato prevalentemente per migliorare le capacità cognitive e per curare alcune patologie della funzione cognitiva; ma è conosciuto anche nell'ambito sportivo, come integratore per abbassare i livelli di cortisolo e conseguentemente per migliorare il decadimento delle performance atletiche in seguito all'allenamento. I bodybuilder lo assumono per ridurre il cortisolo, nella speranza che questo contribuisca ad aumentare i livelli di testosterone e conseguentemente promuovere la crescita muscolare.
La fosfatidilserina è abbastanza sicura per maggior parte degli adulti e dei bambini se assunta per via orale, alle dosi consigliate, per un periodo massimo di sei mesi.
Gli effetti indesiderati più comuni sono l'insonnia e disturbi allo stomaco, soprattutto per dosi superiori a 300 mg.
La fosfatidilserina è stata ricavata per anni dal cervello dei bovini, ma dopo il caso mucca pazza si è passati a un metodo di produzione basato su alimenti vegetali (soia soprattutto). La maggior parte degli studi clinici hanno usato fosfatidilserina ottenuta da cervello bovino, mentre attualmente in commercio esistono quasi esclusivamente integratori vegetali. Non è ancora noto se questi siano equivalenti: per quanto riguarda le patologie cognitive sembrerebbe di sì, ma non per quanto riguarda la riduzione del cortisolo prodotto in seguito all'esercizio fisico.
La fosfatidilserina non è stata sufficientemente studiata durante la gravidanza e l'allattamento, dunque è consigliabile evitarne l'assunzione.
La fosfatidilserina può interagire con alcuni farmaci, come gli antistaminici e gli antidepressivi: si consiglia sempre di consultare il medico prima di prendere questo integratore, per chi assume abitualmente farmaci.
Declino mentale con l'età. L'integrazione di fosfatidilserina sembra migliorare l'attenzione, il linguaggio e la memoria in persone anziane con declino cognitivo. La maggior parte degli studi sono stati effettuati utilizzando fosfatidilserina di origine animale.
Morbo di Alzheimer. La fosfatidilserina può migliorare alcuni sintomi della malattia di Alzheimer (soprattutto nelle manifestazioni meno gravi della patologia), dopo 6-12 settimane di trattamento. Sembra essere più efficaci nelle persone con sintomi meno gravi. Tuttavia, questi effetti benefici sembrano essere transitori, ovvero tendono a svanire dopo 2-3 mesi di trattamento.
Il dosaggio consigliato per i deficit cognitivi varia da 300 a 600 mg al giorno. Per quanto riguarda quando assumerla, viene consigliato di suddividere l'assunzione in tre momenti durante la giornata.
La fosfatidilserina è un integratore molto in voga tra i bodybuilder per combattere quella che considerano la loro "bestia nera": il cortisolo. Purtroppo però gli studi sulla riduzione del cortisolo da parte della fosfatidilserina non sono definitivi, e in alcuni casi sono contradditori. Esistono cioè studi che sembrano dimostrarne l'efficacia, e altri no, e tra l'altro quelli positivi sono stati effettuati con integratori a base di fosfatidilserina di origine animale, oggi praticamente scomparsi dal mercato. Non va comunque dimenticato che la riduzione del cortisolo non comporta necessariamente l'aumento del testosterone e la crescita muscolare: come abbiamo più volte detto il corretto funzionamento dell'organismo si basa su delicati equilibri che è ottimistico pensare di stravolgere agendo solo su una sostanza, per fondamentale che sia. Lo stesso vale per gli omega 3 e gli eicosanoidi, promossi come panacea dalla dieta a zona, per esempio.
Riteniamo dunque prematuro affermare con sicurezza, come si legge in tanti siti internet, che la fosfatidilserina sia efficace per promuovere la crescita muscolare, o in generale la prestazione sportiva.
Per quanto riguarda il declino delle capacità cognitive, l'integrazione può essere interessante sia per prevenire, che per curare, soprattutto se assunta con la comparsa dei primi sintomi. Per altre patologie si consiglia sempre di consultare il parere del medico.
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