L'agopuntura è una tecnica che fa parte della medicina alternativa, ossia tutto quell'insieme di pratiche volte a risolvere un determinato problema medico, senza però una reale efficacia comprovata da dati scientifici certi e validi. Si discosta pertanto dalla medicina tradizionale che ha invece sempre una solida base scientifica, che attesta sia l'effetto positivo che quelli eventualmente negativi apportati dalla cura in questione.
L'agopuntura, che ha fondamento nella medicina cinese tradizionale, si basa sulla stimolazione di appositi punti del corpo attraverso l'uso di aghi. Secondo la tradizione cinese, infatti, il nostro organismo è attraversato da una fitta rete di canali sensoriali, chiamati "meridiani", che sono simili ai vasi sanguigni ma che non si possono vedere o toccare. All'interno dei meridiani scorrerebbe l'energia, definita qi. L'agopuntura andrebbe proprio a stimolare questi canali andando ad effettuare correzioni in caso di alternazioni dell'equilibrio energetico, riportando quindi l'equilibrio del qi. Quest'ultima viene spesso definita come "forza vitale" che sarebbe incapace di fluire qualora vi siano ostruzioni nei canali meridiani. Questi ostacoli creano come conseguenza disturbi nel corpo umano e quindi dolori e patologie. L'agopuntura agirebbe proprio sulla liberazione di questi canali, andando ad agire su queste ostruzioni dei canali energetici.
Secondo i fautori della pratica, i meridiani avrebbero punti di locazione specifici nel corpo che, per essere liberati, vanno stimolati con appositi aghi.
La scoperta di questa pratica rimane tutt'ora incerta: alcuni fanno riferimento ad un leggendario evento in cui alcuni soldati feriti in battaglia da alcune frecce, guarirono da dolori cronici che non riuscivano a risolvere altrimenti. Vi sono però diverse versioni e varianti della stessa storia.
In principio, venivano usati aghi in pietra o in osso, poi sostituiti da quelli in metallo nel II secolo a. C. in seguito alle nuove scoperte in campo metallurgico. I primi riferimenti all'agopuntura si ebbero, infatti, in Cina tra il 305 e il 204 a. C. in un antico testo di medicina cinese. Questa fu la prima volta che venne nominata e descritta questa pratica così come oggi la conosciamo.
Successivamente, si diffuse ed entrò a far parte della medicina tradizionale non solo cinese, ma anche indiana e coreana. La Corea, in particolare, fu il primo paese in cui l'agopuntura si diffuse al di fuori della Cina, probabilmente importata da un prefetto coloniale cinese.
L'agopuntura divenne così importante in Cina che l'imperatore dell'epoca, nel 1023, fece scolpire una statuetta che raffigurava i meridiani e i punti dell'agopuntura e più di 90 opere furono scritte sul tema.
In Occidente si conobbe l'agopuntura nel 1500, quando alcuni missionari portoghesi la importarono dall'Oriente. Ma successivamente anche negli stessi paesi in cui è nata questa pratica diventò sempre più abbandonata e ricollegata con i ceti meno abbienti e più analfabeti. Questa associazione, unita al progresso in campo farmaceutico, rendevano il successo dell'agopuntura sempre più difficile.
Nel 1822, l'imperatore Dong vietò la pratica in Cina, così come anche il suo insegnamento all'Accademia Imperiale di Medicina. La tecnica, infatti, fu ritenuta inadatta agli studenti nobili. Contemporaneamente in Europa veniva ancora vista con scetticismo e vi erano poche sperimentazioni a riguardo. Infatti, non si conoscevano i punti nè i meridiani in cui inserire gli aghi e solo nel 1939 un medico francese li identificò.
Negli anni '50, il presidente cinese Mao Zedong usò l'agopuntura per scopi politici. Infatti, per rispondere alla carenza di medici moderni nel paese e per scopi anche economici e logistici, spinse alla riscoperta dell'agopuntura nonchè della medicina cinese tradizionale in generale. Nonostante questo, il suo stesso biografo scrisse che lui stesso preferiva usare per sè la medicina occidentale e non credeva realmente nell'efficacia dell'agopuntura.
Questa pratica venne resa davvero famosa in Occidente, e precisamente negli Stati Uniti, negli anni '70 quando il presidente Nixon andò a visitare la Cina. Durante questa visita, alla delegazione americana fu mostrato come alcuni pazienti potessero sopportare un intervento chirurgico completamente svegli, senza l'uso dell'anestesia, ma con la sola pratica dell'agopuntura. In realtà, era stato nascosto agli americani il reale trattamento subìto dai pazienti, a cui era stata somministrata di nascosto morfina e che erano stati, in parte, anche allenati ad una grande sopportazione del dolore. In questo periodo il New York Times scrisse in merito all'agopuntura in modo entusiasta e la pratica iniziò a diffondersi negli USA all'interno di centri specializzati.
Successivamente, l'agopuntura come anestetico cadde in disgrazia quando si diffusero maggiormente i medici addestrati con metodo e basi scientifiche, sia in Occidente che in Cina.
Mentre nei tempi antichi l'agopuntura era dedicata solo alla cura del dolore, oggi sono invece molte le patologie, spesso croniche per cui viene proposta. Fra queste abbiamo l'agopuntura usata per il mal di schiena, la cefalea muscolo-tensiva e l'emicrania, così come anche i dolori articolari e ai denti, ma anche la nausea, il vomito e i disturbi del sonno.
Al giorno d'oggi l'agopuntura è ancora abbastanza diffusa, anche se non condivisa da molti uomini di scienza. Alcuni di loro la definiscono "placebo teatrale", a dimostrazione del fatto che in realtà l'effetto provocato nei pazienti è solo placebo. Nonostante questo, molte persone la usano e la sostengono, rivolgendosi a presunti esperti in materia. Nella realtà dei fatti, però, nessuna ricerca scientifica ha mai dimostrato l'efficacia di questa tecnica nella cura di alcuna patologia. Spesso i pazienti vengono condizionati dal desiderio di risolvere un problema cronico e dalle alte aspettative nei confronti del soggetto fautore della tecnica, del centro a cui ci si rivolge e anche come conseguenza dei meccanismi pubblicitari che ne sono coinvolti.
In generale, molti medici sconsigliano l'uso dell'agopuntura in caso di patologie per cui esiste una valida cura nella medicina tradizionale.
L'ente americano no profit NCAHF (National Council Against Health Fraud) che si occupa delle frodi in campo medico, ha definito questa pratica un effetto placebo, frutto di suggestione e condizionamento.
In generale, si effettuano almeno 10 sedute di durata variabile. La prima seduta è infatti più lunga, circa 40 minuti perchè viene effettuata anche l'anamnesi e l'indagine sullo stato di salute del paziente. Le successive durano circa 20 minuti, con un tempo variabile a seconda delle patologie da trattare.
Il paziente viene fatto sdraiare e si attende che si senta a suo agio, solo successivamente a questo si può iniziare la pratica inserendo aghi sterili monouso, in modo delicato per un periodo di tempo stabilito dall'operatore.
Stare male dopo l'agopuntura è abbastanza raro se ci si rivolge a professionisti accorti. Gli effetti collaterali sono rari e possono consistere in dolore al momento dell'inserimento degli aghi, nonchè piccole emorragie ed ematomi conseguenti. Si possono verificare anche vertigini, svenimenti, malessere generale e sonnolenza anomala. In alcuni casi, si può avere addirittura un peggioramento dei sintomi per cui è stata usata l'agopuntura.
In ogni caso, è considerata una pratica poco invasiva.
Le controindicazioni sono rivolte a individui con problemi nella coagulazione del sangue, come emofiliaci o soggetti che seguono terapie anticoagulanti. Questo perchè l'inserimento degli aghi può comportare la perdita di sangue.
Inoltre, altre controindicazioni sono per chi è allergico ai metalli di cui gli aghi potrebbero essere composti, scatenando quindi una reazione allergica conseguente al loro inserimento nel corpo.
Non sembrano esserci controindicazioni per donne in gravidanza, se non si applicano gli aghi in punti a rischio e sembra sicura anche sui bambini. Si ricorda, però, che è sempre bene chiedere il parere del medico.
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