Con il termine fitoterapia, la cui etimologia deriva dalle parole greche phyton, ossia pianta, e therapéia, ossia cura, si intendono tutte le tecniche curative che si basano sull'uso di vegetali o loro estratti per la promozione della salute sia psichica che fisica. La fitoterapia non appartiene propriamente alla medicina alternativa, in quanto è una disciplina antica che può essere inserita all'interno della farmacologia scientifica.
Il termine fitoterapia risale alla prima metà nel Novecento ad opera di un medico francese, Henri Leclerc, che lo riportò in un famoso manuale chiamato "Lineamenti di fitoterapia". L'uso della fitoterapia risale a tempo ancora precedenti, in quanto questa pratica è in realtà il primo esempio di applicazione di una terapia da parte dell'uomo. Risulta pertanto difficile tracciare i confini di questa disciplina, dato che l'uso a scopo curativo delle piante si trova in diversi ambiti, sia in quelli della medicina popolare, basata sull'osservazione per lo più empirica, sia in quella moderna, la cosiddetta biomedicina, che ha fondamenti scientifici e maggiormente attendibili e rigorosi che si basano sullo studio della Biologia e delle Scienze Naturali.
In realtà, oggi solo in Gran Bretagna è riconosciuta la figura professionale del fitoterapeuta, che ha in questo paese un percorso di studi universitario ben preciso e distinto da quello del medico tradizionale, ed inoltre delle leggi di Stato a protezione della categoria professionale. Negli altri paesi europei questa figura professionale non viene riconosciuta e la fitoterapia non viene considerata nemmeno come una branca della biomedicina.
Oggi si fa spesso confusione tra fitoterapia e prodotti a base di erbe che vengono commercializzati senza nessun criterio di controllo e nessuna prova di efficacia, senza nemmeno indicazioni riguardo la posologia, che spesso vengono confusi con i medicinali fitoterapici. Vediamo un po' di fare chiarezza in merito.
Vi è spesso confusione tra fitoterapia e omeopatia. Con il primo termine ci si riferisce ad una disciplina che si fonda su studi scientifici ed effetti dimostrati. L'omeopatia ha invece degli effetti spesso placebo e non è supportata da studi scientifici validi.
Inoltre, i medicinali fitoterapici non sono preparati erboristici, perchè questi ultimi non sono considerati a livello legale dei farmaci e non sempre hanno proprietà farmacologiche.
Tutti i preparati fitoterapici non si trovano in erboristeria, ma vengono venduti esclusivamente nelle farmacia, a differenza di quelli erboristici. Questi ultimi, infatti, non vengono considerati medicinali e non hanno la necessità dell'autorizzazione all'immissione in commercio, con relative prove di sicurezza, efficacia e qualità. Nonostante questo, in alcuni casi questo tipo di prodotti possono avere attività farmacologica.
In ogni caso, la fitoterapia è oggi una disciplina che si fonda su studi scientifici che hanno come oggetto l'attività biologica, le controindicazioni e la posologia degi principi attivi estratti dalle piante. I preparati fitoterapici vengono usati come mezzi di prevenzione e come coadiuvanti delle terapie farmacologiche. In particolare, viene usata nel trattamento a lungo termine di patologie come l'osteoporosi, l'aterosclerosi e l'obesità, perchè in genere sono sostanze ben tollerate e con bassi effetti collaterali. Spesso, la fitoterapia può essere utile come aiuto ai farmaci di sintesi per il trattamento di patologie di media o bassa gravità, apportando il vantaggio della riduzione degli effetti collaterali dei farmaci e del potenziamento dell'efficacia di questi ultimi.
L'uso di erbe e piante per la cura delle patologie ha in realtà origini antiche; addirittura i Sumeri utilizzarono per la prima volta il papavero come terapia contro il dolore. Gli Egizi stessi usavano distillati prodotti con piante aromatiche, ossia oli essenziali, per curare alcune malattie.
Galeno ha usato per la prima volta il termine "preparato galenico", intendendo delle formulazioni farmaceutiche di origine naturale usate per la cura di alcune patologie.
Successivamente, nel 1800 circa, la fitoterapia venne accantonata perchè si diffuse maggiormente la medicina moderna e quindi la prima venne assimilata nella categoria della medicina alternativa.
Negli ultimi anni si è assistito ad un ritorno all'attenzione verso i composti di origine vetegale e quindi la fitoterapia è una disciplina di interesse crescente.
I medicinali fitoterapici che oggi troviamo in commercio sono preparati a partire da matrici vegetali in cui il principio attivo viene estratto utilizzando diverse metodiche e solventi. Ciò che caratterizza e distingue la fitoterapia da altre discipline, come l'omeopatia, è il fatto che ciascuna formulazione viene prodotta secondo criteri standardizzati e con attenzione alla qualità del prodotto.
A seconda del tipo di solvente di estrazione, i preparati usati in fitoterapia prendono nomi diversi:
Nelle preparazioni fitoterapiche possiamo trovare estratti appartenenti alle singole piante oppure miscele proveniente da diverse specie vegetali.
Talvolta, il medico può prescrivere dei preparati fitoterapici che vengono realizzati direttamente dal farmacista: in questo caso si parla di medicinali galenici magistrali.
In fitoterapia, possiamo trovare sia preparati in libera vendita, sotto forma di integratori ad esempio, sia formulazioni che vengono considerate dei veri e propri farmaci vegetali. Nel primo caso, secondo le leggi dell'Unione Europea, vi sono standard qualitativi a cui queste formulazioni devono sottostare, in modo da garantirne la sicurezza d'uso per il paziente. Generalmente queste preparazioni vengono regolamentate da leggi diverse per ogni singolo stato membro. In Italia, in particolare, questo tipo di preparazioni possono essere fornite in seguito l'autoprescrizione o il consiglio del farmacista, senza l'obbligo di ricetta medica.
I farmaci vegetali, invece, devono rispondere anche a standard di efficacia e tossicologici decisi a livello europeo e richiedono la prescrizione medica.
In italia, tutti i prodotti fitoterapici, sia che richiedano la prescrizione medica o meno, devono essere approvati dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che ne verifica la sicurezza, la qualità e l'efficacia. A questo proposito, è bene sottolineare che sono fissati dei livelli minimi di principio attivo che il prodotto fitoterapico deve contenere affinchè possa essere considerato efficace. Allo stesso modo, abbiamo anche una concentrazione massima di principio attivo considerata tollerabile, a cui il preparato viene ritenuto sicuro.
In farmacia possiamo trovare i fitoterapici sotto diverse forme farmaceutiche come capsule, compresse o polvere da disciogliere.
Le piante producono diversi metaboliti secondari che hanno funzioni importanti per il vegetale stesso, come la difesa contro i parassiti, la competizione per le risorse con altri organismi vegetali, l'attrazione di insetti impollinatori e così via. Questi stessi metaboliti possono essere sfruttati sull'uomo per diverse attività farmacologiche e vengono chiamati "fitocomplesso", con riferimento al fatto che spesso le proprietà terapeutiche di una pianta possono derivare dagli effetti di più sostanze in essa presenti. Le sostanze che vanno a formare il fitocomplesso hanno spesso effetti diversi delle stesse sostanze usate singolarmente, caratteristica che va considerata nella preparazione dei medicinali fitoterapici.
Dal punto di vista chimico queste molecole appartengono a diverse categorie, come i fenoli semplici o i polifenoli, ad esempio tannini e flavonoidi. Possono essere, inoltre, glicosidi, come gli antrachinoni, i glicosidi cianogenetici e i glucosinolati. Altri tipi di molecole attive sono i terpeni, i terpenoidi e le saponine come i fitosteroli e i triterpeni. Inoltre, abbiamo anche oli essenziali e resine, alcaloidi e alcamidi che vengono anch'essi usati in fitoterapia.
Tra i fitoterapici più comuni abbiamo: aloe, iperico, senna, valeriana, propoli, agar, acido folico, olio di ricino, passiflora, probiotici, rabarbaro e tanti altri.
Ogni principi attivo usato in fitoterapia funziona per diversi scopi e ha diversi effetti. Fra questi abbiamo la regolazione ormonale, l'attività di prevenzione e cura delle infezioni da parte di virus, batteri e funghi, così come anche attività antinfiammatorie e lassative.
Alcuni fitoterapici hanno effetto a livello del sistema nervoso centrale e periferico, mentre altri hanno una valida azione antiossidante.
Spesso si tende a pensare, sopratutto negli ultimi tempi, che sia sempre valida l'associazione tra composti naturali e sicurezza d'uso. In realtà, non sempre è così perchè alcuni principi attivi presenti nelle piante possono innescare effetti tossici sul alcuni soggetti.
Inoltre, vi sono molecole derivate da piante che possono andare ad interagire con i farmaci tradizionali, andando ad accentuarne la tossicità o gli effetti collaterali, oppure riducendone l'efficacia. In aggiunta, i principi attivi delle piante vengono spesso metabolizzati a livello epatico dal citrocromo P450, così come anche molti farmaci. Andando a competere con il metabolismo dei medicinali tradizionali, quindi, possono comportare alcuni effetti collaterali.
Quando si va ad utilizzare un fitoterapico, quindi, bisogna accertarsi delle interazioni con gli altri farmaci e le controindicazioni per determinate patologie e situazioni fisiologiche. Possono, ad esempio, essere controdinciati in gravidanza o allattamento. In ogni caso, è sempre bene chiedere consiglio al proprio medico, anche per quanto riguarda la posologia e la durata del trattamento. Un uso errato, infatti, potrebbe rendere vana la terapia e non far ottenere i risultati sperati.
Inoltre, la dose di preparazioni usate in fitoterapia differisce a seconda delle caratteristiche del soggetto, in base alla sua età, al peso, alle sue condizioni di salute. Inoltre, è bene prestare attenzione ai possibili effetti allergici che alcuni principi attivi potrebbero innescare ed inoltre anche alle interazioni con alcuni cibi.
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