"Non bere l'acqua del rubinetto, che fa male!": quante volte ci siamo sentiti dire questa frase, tanto da avere paura di bere l'acqua che arriva direttamente nelle nostre case e preferire l'acqua in bottiglia?
Questa affermazione ci ha portato a credere che l'acqua del rubinetto faccia veramente male e che non vada bevuta. Ma è davvero così? L'acqua del rubinetto fa male, è più sicura o è meno sicura dell'acqua in bottiglia? Da dove viene, e perché a volte ha un gusto così cattivo?
In questo articolo risponderemo a tutte queste domande molto importanti relative all'acqua per noi meno costosa in assoluto.
L'acqua del rubinetto, che arriva nelle nostre case per mezzo della rete idrica, è un'acqua che può arrivare essenzialmente da due posti: da sotto terra, quando viene estratta da falde acquifere più o meno profonde, oppure da laghi e bacini di raccolta, quando a raccogliersi è l'acqua della pioggia in un punto di raccolta naturale oppure artificiale.
L'acqua viene così consegnata direttamente nelle nostre case tramite la rete idrica, ma non prima di esser stata potabilizzata: in pratica, visto che non possiamo mai essere sicuri che l'acqua, da qualunque parte arrivi, sia effettivamente potabile, ci sono degli impianti che la filtrano, rimuovendo i metalli, le sostanze tossiche nel lungo periodo e soprattutto i microrganismi di diversa natura che possono essere presenti all'interno.
È solo allora che l'acqua viene effettivamente immessa all'interno della rete idrica, e può arrivare alle nostre abitazioni.
I controlli di sicurezza sull'acqua del rubinetto sono molti e molto specifici, e devono essere eseguiti in base ad una legge ben precisa, il Decreto Legislativo 31 del 2001, che riporta tutte le analisi da eseguire, di solito ogni giorno, sull'acqua del rubinetto dopo essere stata resa potabile.
Prima di iniziare, una premessa importante: l'acqua potabile non è solo quella che beviamo, ma anche quella che finisce nei nostri alimenti, che laviamo o addirittura che usiamo come ingrediente (pensiamo all'impasto per una pizza o per il pane, si mette all'interno l'acqua del rubinetto), quella con cui ci laviamo le mani e quella con cui le aziende che producono praticamente ogni cosa che mangiamo lavano e preparano i prodotti alimentari. Questo significa che dire "bevo l'acqua in bottiglia perché quella del rubinetto fa male" non ha molto senso: ingeriamo ogni giorno, con gli alimenti, tantissima acqua del rubinetto comunque.
Le analisi sull'acqua del rubinetto sono effettuate sempre dopo la potabilizzazione (non avrebbe senso farle prima) e vengono eseguite ovunque l'acqua rimanga raccolta in cisterne per la distribuzione nell'acquedotto.
I punti di raccolta dell'acqua, infatti, in generale sono pochi (un solo bacino può fornire acqua ad un'intera vallata, se non a tutta una città!) ed è qui che di solito l'acqua viene resa potabile. Da lì, l'acquedotto ha una struttura ad albero, che si dirama sempre di più per arrivare nelle prime ramificazioni all'ingresso di una città, quindi con le successive alle singole case. Ogni volta che c'è una ramificazione, c'è un'analisi.
E chi esegue le analisi? Per legge, le devono eseguire due enti per l'acqua che arriva alle nostre case, tre per l'acqua impiegata per la produzione aziendale di alimenti.
I parametri che vengono presi in analisi sono di natura chimica e microbiologica.
Per la parte chimica, si cerca la presenza di alcuni metalli e di altre molecole che possono, a lungo andare, avere effetti dannosi sull'organismo.
Tra le molecole che vengono cercate troviamo tutta una serie di minerali (cadmio, ferro, piombo, nichel, mercurio, alluminio) che a lungo andare possono provocare tossicità nell'organismo; oltre a questo troviamo alcune molecole velenose (arsenico, nitrati, nitriti, cianuro, pesticidi che potrebbero arrivare dai campi nelle falde sotterranee) e alcune sostanze immesse volontariamente per motivi di disinfezione (il cloro, che viene aggiunto per uccidere i batteri ma deve comunque essere sotto certi limiti perché l'acqua sia potabile).
Ci sono poi analisi di tipo microbiologico, che vanno a valutare la presenza dei batteri all'interno dell'acqua. Per la precisione si vanno a cercare i più comuni contaminanti dell'acqua, ovvero Escherichia coli, gli Streptococchi e Clostridium perfringens.
Qualora anche uno solo di questi parametri risultasse non adeguato, verrebbe interrotta (o, più spesso, sostituita con acqua di altra provenienza) l'erogazione di quell'acqua, il che garantisce all'acqua del rubinetto del nostro paese un'elevata sicurezza.
Dal punto di vista dei parametri analitici, la differenza è minima. Questo perché confrontando il decreto che regola l'analisi dell'acqua potabile e quello che regola l'acqua in bottiglia, vediamo che spesso i parametri sono gli stessi, con alcune piccole differenze.
Ad esempio, nell'acqua del rubinetto si cerca il cloro e in quella minerale no, mentre nell'acqua minerale si cercano alcuni batteri in più rispetto all'acqua del rubinetto. La differenza, essenzialmente, dipende dal fatto che l'acqua del rubinetto è stata potabilizzata, mentre l'acqua della bottiglia non lo è stata: deve rispettare i parametri così come esce dalla sorgente, perché per legge non si può effettuare alcun trattamento sull'acqua minerale.
C'è però un problema che riguarda l'acqua in bottiglia, che pochi considerano: l'acqua del rubinetto viene controllata solamente alla sorgente, e non dopo, per cui potrebbe succedere che una bottiglia lasciata sotto il sole dai magazzinieri del supermercato (vi è mai capitato di assistere allo scarico dell'acqua?) causi una moltiplicazione batterica che faccia superare i limiti legali all'acqua quando la acquistiamo. Questo significherebbe che l'acqua, perfetta alla fonte, è fuorilegge quando la beviamo noi: non che questa sia una cosa comune, ma teoricamente può succedere, soprattutto perché sull'acqua minerale i controlli vengono eseguiti solo alla sorgente; con l'acqua del rubinetto i controlli sono più numerosi. L'acqua del rubinetto presenta lo stesso tipo di problema, perché è controllata fino al contatore, non fino al nostro rubinetto (vedi più avanti).
Molte persone tendono a giudicare dannosa l'acqua del rubinetto basandosi sul senso del gusto. Si tratta di una prova che è molto facile, perché una concentrazione anche perfettamente sicura di minerali all'interno dell'acqua viene comunque percepita al gusto, e questo fa trarre conclusioni affrettate.
Premesso infatti che i controlli per l'acqua, come abbiamo visto, ci sono, anche se il gusto non è buono non ci sono comunque problemi per la salute, e comunque il gusto può migliorare notevolmente seguendo una semplice regola: raccogliere l'acqua del rubinetto e metterla in una caraffa per 24 ore.
Questo significa che i responsabili del cattivo sapore, di solito calcio e magnesio, si depositano sul fondo mentre l'ipoclorito di sodio, sostanza volatile, evapora (comunque non è dannoso, può dare solo fastidio il sapore). Bevendo l'acqua dopo questo tempo ci accorgeremo che ha un sapore neutro rispetto a berla quando esce dal rubinetto.
Ma i minerali non fanno venire i calcoli perché, come abbiamo visto prima, vengono eseguite diverse analisi a vari livelli sull'acqua, e questi non superano mai i limiti di legge, se l'acqua arriva nelle nostre case; l'acqua del rubinetto da questo punto di vista è sana perché i limiti sono stati stabiliti proprio per salvaguardare la nostra sicurezza.
Diverso è il caso degli elettrodomestici (lavatrice, macchina del caffè): qui si accumula il calcare perché nei filtri di queste macchine non c'è mai movimento. Nel nostro intestino, il calcio o viene assorbito o finisce nelle feci, senza possibilità che si crei il calcare da qualche parte: l'elettrodomestico, a differenza nostra, non è un organismo vivente.
Quando l'acqua del rubinetto è sporca, significa che il flusso d'acqua si è fermato (magari per un guasto) e che i minerali depositati in alcuni punti sono risaliti e si sono mescolati all'acqua.
Il marrone è di solito il ferro depositato, e lo fa per un fenomeno che non si può evitare: il ferro nell'acqua c'è normalmente, solo che a cose normali non lo vediamo, perché si deposita nelle tubature per poi fuoriuscire, tutto insieme, in questi casi.
Se succede una cosa del genere, non possiamo far altro che far scorrere l'acqua per un po' e quando la sospensione sarà esaurita l'acqua tornerà trasparente e potabile.
Comunque sia, quando l'acqua è marrone a tutti gli effetti supera i limiti e non va bevuta. E allora perché nessuno fa niente? Perché il controllo dell'acqua è di competenza degli enti fino al contatore, mentre diventa competenza del privato cittadino quando il contatore è stato superato, ed è per questo che non possiamo far altro che lasciarla scorrere.
Se il problema si presenta a più di una famiglia, per famiglie con contatori diversi, bisogna invece avvertire del guasto il gestore della rete idrica, che si occuperà di risolvere il problema il prima possibile.
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