Il mangostano è un frutto tropicale della famiglia delle Garcinie che viene dal Sud Est asiatico, il suo luogo di origine sono le isole della Sonda e delle Molucche dell'Indonesia, ma viene coltivato anche in India e nelle isole caribiche ed è stato introdotto anche in Florida con successo. Nonostante il nome non ha nulla a che vedere con il mango.
La pianta del mangostano è un albero sempreverde, dai 6 ai 25 metri di altezza, che può resistere anche alla siccità. I fiori sono molto particolari, si riuniscono in gruppi da 3 a 9 e i loro petali sono di colore giallo-rosso, bordati di verde.
Il frutto è un pomo rotondeggiante dal colore violaceo che all'interno contiene una polpa bianca suddivisa in spicchi, 7-8, un po' come quelli degli agrumi. La parte commestibile è solo la polpa, molto carnosa, la buccia non è edibile.
All'interno degli spicchi c'è il succo del mangostano che ha un sapore agrodolce con una nota piccante, comunque al palato risulta delicato.
In Italia il mangostano non è di facile reperibilità, anche a causa delle restrizioni sulle sue esportazioni e a varie pubblicità ingannevoli che sono state criticate. Nel 2009 infatti il succo di mangostano veniva venduto da un'azienda come se fosse la panacea per tutti i mali, contro il cancro, contro l'Alzheimer, contro il diabete o il Parkinson.
Una volta raccolto il frutto può mantenersi per circa 20-25 giorni. Si può trovare nei negozi asiatici sia fresco che liofilizzato o essiccato. In erboristeria si trovano anche capsule di mangostano indicate come integratori per chi segue diete vegetariane o vegane.
In cucina il mangostano può trovare vari impieghi soprattutto in ricette dolci e in pasticceria, in particolare può essere ridotto a crema o a marmellata.
Nelle cucine orientali invece il mangostano viene consumato anche in piatti salati, per esempio la cucina thai lo preparara fresco in insalata con peperoncino e menta, invece la cucina cinese lo fa bollito oppure arrostito. Previa tostatura se ne possono consumare anche i semi.
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