La mela cotogna è il frutto del cotogno, un albero da frutto originario delle zone del Caucaso e dell'Asia minore diffuso principalmente in Asia fino alle coste del Mediterraneo occidentale. Dagli anni Sessanta è coltivato anche in Italia a livello intensivo con buoni esiti, anche se ultimamente l'interresse per il suo frutto, la mela cotogna, va scemando, ma è sicuramente arrivato nella nostra penisola ben prima degli anni Sessanta, dal momento che i Romani osannavano la mela cotogna come il frutto sacro alla dea Venere.
Il cotogno è un albero di circa 5-7 metri di altezza, dal fusto legnoso, foglie alternate verdi, leggermente ricoperte di peluria e fiori bianchi o rosa a cinque petali.
I frutti del cotogno hanno una forma tondeggiante, sono poco più grandi di una mela e hanno una buccia liscia di colore giallo vivace.
A seconda della forma, perfettamente tonda o leggermente allungata, il frutto viene chiamato mela cotogna o pera cotogna, anche se il gusto è identico, in assonanza con le forme dei frutti da noi meglio conosciuti. All'interno della mela cotogna sono presenti molti semi neri disposti al centro non commestibili e la sua polpa è bianca, dal gusto acidulo, astringente.
La mela cotogna è un frutto tipicamente autunnale, che matura tra settembre e ottobre e che non si presta molto ad essere mangiato fresco, date l'astringenza e la durezza eccessive della sua polpa, quindi solo una parte del raccolto italiano va a finire sui mercati principalmente affinché sia consumato cotto: la marmellata di mele cotogne è uno dei piatti più diffusi a base di mela cotogna, nel parmense, invece, si produce un liquore a base di questo frutto, lo "sburlon", a Cremona è usato per ottenere la tipica mostarda, in Sicilia viene utilizzato per fare la cotognata.
Ma la maggior parte delle mele cotogne viene impiegata dalle industrie per produrre la pectina, un addensante di cui la mela cotogna è molto ricca.
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