Il burro è un grasso animale è come tale, contiene colesterolo, così come il latte, i formaggi e tutti i latticini. Il colesterolo, a torto o a ragione, è considerato da molti un problema e l'ipercolesterolemia è molto diffusa: è naturale, dunque, che l'industria alimentare abbia cercato di trovare un modo per ridurre il contenuto di colesterolo nel burro.
La legge consente l'utilizzo della dicitura "burro a ridotto contenuto di colesterolo" se il burro contiene almeno il 30% in meno di colesterolo, rispetto al prodotto tradizionale.
Lo stesso vale per il burro a ridotto contenuto di calorie che abbiamo trattato in un altro articolo.
Le tecniche utlizzabili per separare il colesterolo dal burro sono diverse, tuttavia oggi viene prevalentemente utilizzato un metodo che prevede l'utilizzo di ciclodestrine, molecole in grado di circondare la molecola del colesterolo e di separarla dalla materia grassa tramite centrifugazione. Questo processo non altera particolarmente le qualità organolettiche del burro, né la sua frazione lipidica.
Quando si parla di colesterolo contenuto in un alimento bisogna sempre mettere questo dato (espresso in mg per 100 g di prodotto) in rapporto alla densità calorica. Il motivo è evidente: a parità di colesterolo contenuto in due alimenti, il più "pericoloso" sarà quello con la densità calorica inferiore, perché un soggetto potrà permettersi di assumerlo in quantità maggiore senza assumere troppe calorie, e quindi ingrassare.
Dunque, non basta il dato sul colesterolo per 100 g, bisogna anche metterlo in rapporto a quanti g di alimenti vengono mediamente assunti ogni giorno.
Ebbene, il burro contiene 215 mg di colesterolo per 100 g, e 100 g di burro contengono 760 kcal circa.
La quantità giornaliera di colesterolo che non andrebbe superata è di 300 mg.
Il burro è una fonte di grasso e come tutte le fonti di grasso, va limitata fortemente, pena l'assunzione di troppe calorie e l'aumento di peso. Un soggetto in peso forma difficilmente potrà assumere più di 30 g di burro al giorno, che apportano appena 65 mg di colesterolo (1/5 di quello assumibile in una giornata).
Per questo motivo, non ha una particolare utilità preferire il burro a ridotto tenore di colesterolo, rispetto al burro tradizionale, perché il burro, semplicemente, non è una fonte "pericolosa" di colesterolo. Lo sono molto di più, per fare un esempio, i gamberi (70 kcal/hg contro 150 mg/hg di colesterolo), o le uova (125 kcal/hg contro 373 mg/hg di colesterolo), a tal proposito vedi gli articoli sulle uova e il colesterolo, o su cosa fare in caso di colesterolo alto. A parità di calorie, i gamberi apportano 1500 mg di colesterolo e le uova 2280. Capite che la differenza è abissale.
Inoltre, di certo non possiamo credere che il burro che viene sottoposto al processo di riduzione di colesterolo sia un burro da panna di centrifuga, di alta qualità: molto probabilmente è un burro da panna di affioramento o addirittura un burro di siero (o una miscela dei due). Molto meglio puntare su un burro di qualità, lasciar perdere il burro a ridotto tenore di colesterolo e cercare di limitare la colesterolemia con il mantenimento del peso forma e lo svolgimento di un'attività fisica sufficientemente intensa e frequente.
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