Il latte parzialmente scremato non è altro che latte vaccino con un contenuto di grassi inferiore. Il latte è uno degli alimenti più presenti nell'alimentazione degli italiani, tanto che si stima vengano consumati ogni giorno circa 130 g pro-capite di latte. Per questo motivo, il latte viene prodotto in diverse versioni in modo da incontrare i bisogni e le esigenze di ognuno.
Il latte parzialmente scremato è una tipologia di latte a ridotto contenuto di grassi, in cui viene diminuita la parte grassa del latte. Rispetto a quello intero, infatti, questa tipologia di latte contiene dall'1,5% all'1,8% di grassi, contro il 3,5% della porzione lipidica del latte intero, e lo 0,5% di quella nella versione scremata.
I valori nutrizionali del latte parzialmente scremato confermano che esso è comunque ricco di nutrienti e ha un tenore di proteine e carboidrati abbastanza simile a quello del latte intero. Infatti, in quest'ultimo caso troviamo 3,3 g di proteine su 100 g di alimento, e in quello parzialmente scremato ne abbiamo 3,2 g su 100 g di prodotto. In entrambi i casi, i carboidrati sono pari a circa 5 g per 100 g di latte, e sono costituiti tutti da zuccheri semplici.
Il latte, sia parzialmente scremato che intero, ha un buon contenuto di calcio, 120 g per 100 di prodotto, ma anche di altri micronutrienti come fosforo, potassio, zinco, magnesio, acido folico e vitamina C. Il contenuto di minerali e vitamine, infatti, non viene ridotto in seguito alla riduzione della porzione grassa nel latte parzialmente scremato.
La porzione di nutrienti che viene diminuita in seguito alla scrematura del latte è essenzialmente quella lipidica, in particolare per quanto riguarda il colesterolo.
Il latte parzialmente scremato ha un minor apporto di grassi rispetto a quello intero, per cui è indicato in tutti quei casi in cui è necessario ridurre l'apporto di acidi grassi saturi e di colesterolo, nonchè l'apporto calorico generale. Il latte intero, infatti, ha 63 kcal per 100 g di prodotto, contro le 46 kcal di quello parzialmente scremato.
Per questo motivo, può essere usato in caso di diete dimagranti o per chi soffre di ipercolesterolemia. Ci preme, però sottolineare che, sebbene il consumo di latte parzialmente scremato possa essere un aiuto per chi deve ridurre i grassi nella dieta, o comunque prestarvi attenzione, è di fondamentale importanza, in ogni caso, seguire una corretta alimentazione, equilibrata nelle quantità e con un attenzione alla qualità degli alimenti scelti. Inoltre, in caso di ipercolesterolemia di natura familiare, la dieta incide solo in minima parte sui valori ematici del colesterolo, la cui maggior produzione rimane comunque endogena. In questi casi è bene comunque seguire una dieta equilibrata e a ridotto contenuto di grassi saturi e colesterolo, in cui la preferenza del latte parzialmente scremato a quello intero è solo uno degli accorgimenti da adottare in questi casi.
Allo stesso modo, non si può affermare che il latte parzialmente scremato fa ingrassare o dimagrire. L'effetto di un alimento sulla composizione corporea dipende dal complesso delle scelte alimentari che si fanno, sia per quanto riguarda la qualità dei cibi che per la loro quantità.
Se uno consuma 250 g di latte al giorno, scegliere il latte parzialmente scremato al posto di quello intero farà risparmiare ben 50 kcal, che su una settimana, sono quasi un piatto di pasta. Quindi ne vale senz'altro la pena.
Ma se uno consuma solo 50 g di latte al giorno (perché per esempio beve un cappuccino, il risparmio è irrisorio.
A prescindere dalla tipologia di latte da produrre, che sia intero o scremato o parzialmente scremato, il latte, subito dopo essere stato munto, viene sottoposto ad un processo che mira a separare dal prodotto finale i grassi, tramite la centrifugazione, un processo industriale che sfrutta elevatissime velocità, circa 6500 giri al minuto. Questo processo determina la separazione della fase acquosa, o idrofila, dalla fase grassa, ossia la panna.
Le due fasi ottenute devono essere rimescolate insieme, e si seguono proporzioni differenti a seconda della tipologia di latte da produrre: maggiore per quello intero, minore per quello parzialmente scremato, e ancora inferiore per quello scremato.
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