L'artrite reumatoide è una malattia autoimmune cronica caratterizzata da infiammazione sistemica e distruzione articolare.
Colpisce lo 0,5-1% della popolazione occidentale e molti pazienti presentano una malattia attiva, nonostante il trattamento farmacologico. L'attività persistente della malattia provoca la distruzione dell'osso e della cartilagine e influisce negativamente sulla qualità della vita a causa di dolore, affaticamento, depressione e riduzione delle funzioni delle articolazioni.
Molti pazienti affetti da artrite reumatoide riferiscono che la loro dieta influisce sui sintomi della malattia e richiedono consigli dietetici specifici per migliorare ulteriormente la loro condizione. Mancano tuttavia prove degli effetti della dieta sull'attività della malattia e, di conseguenza, non esistono linee guida dietetiche specifiche.
Diversi macro e micronutrienti interagiscono con il sistema immunitario e potrebbero influenzare l'attività della malattia nell'artrite reumatoide.
Questi includono:
Alcune diete ricche di questi nutrienti, come quella mediterranea o quella nordica, che combinano l'assunzione di fibre alimentari, antiossidanti e acidi grassi omega-3 attraverso un elevato apporto di frutta, bacche, verdura, cereali integrali, legumi, olio vegetale e pesce, potrebbero in teoria essere vantaggiose, per contrastare i sintomi e l'evoluzione dell'artrite reumatoide. Altre diete che potrebbero essere utili sono quelle ad alto contenuto di prebiotici sotto forma di fibre alimentari, come quelle vegane e crudiste.
Nel 2020 è stata pubblicata l'ultima revisione sistematica sull'argomento. Essa ha trovato 33 studi che hanno mostrato una qualche efficacia degli interventi dietetici al fine di migliorare la condizione dei malati reumatici. Tale condizion viene rilevata attraverso un questionario, chiamato DAS28, che prende in considerazione lo stato di rigidità e dolore di 28 articolazioni tipicamente colpite dall'artrite reumatoide.
Alcuni interventi dietetici hanno dimostrato avere una qualche efficacia, seppur moderata, nel ridurre il DAS28. Stiamo parlando della dieta in stile mediterraneo per quanto riguarda la dieta in generale, mentre per quanto riguarda gli integratori alimentari e gli alimenti in particolare, abbiamo zenzero in polvere, cannella, zafferano, quercetina, ubichinone e probiotici contenenti Lactobacillus casei.
Atri nutrienti come il succo di mirtillo rosso, l'acido folico e l'acido alfa lipoico non sembrano ridurre il DAS28.
Per quanto riguarda tutti gli altri interventi dietetici sottoposti all'esame delle ricerche scientifiche, non si può ancora dire nulla di certo, perché i risultati ottenuti non sono poi stati confermati.
I componenti della dieta possono influenzare l'attività della malattia attraverso interazioni dirette o indirette con il sistema immunitario. Gli acidi grassi omega 3 presenti nei pesci possono ridurre la produzione di eicosanoidi infiammatori, molecole di adesione e citochine. Gli antiossidanti possono ridurre lo stress ossidativo e quindi in teoria anche i sintomi e l'infiammazione. Fibre alimentari, prebiotici o probiotici potrebbero avere effetti benefici sull'attività della malattia attraverso la modifica del microbiota, il quale influenza anche la permeabilità intestinale, che può avere effetti a sua volta sulla risposta immunitaria. Infine, la perdita di peso potrebbe essere utile per i pazienti affetti da artrite reumatoide, poiché l'obesità è associata alla progressione più rapida delle disabilità.
Le diete che presentano la caratteristica di essere ricchi in questi nutrienti potrebbero aiutare a ridurre i sintomi dell'artrite reumatoide così come di altre malattie reumatiche.
Per quanto riguarda le spezie che hanno dimostrato avere una qualche efficacia, bisogna sempre ricordare che non sono prive di effetti collaterali, e che spesso la dose che sembra essere efficace non è troppo lontana dall'assunzione massima giornaliera tollerabile. È il caso della cannella, che contiene una sostanza potenzialmente tossica, la cumarina.
La precedente revisione sistematica degli studi sulla dieta in rapporto all'artrite reumatoide risale al 2009. Da allora poco sembra essere cambiato: a quanto pare, la dieta potrebbe avere qualche effetto positivo sull'evoluzione della malattia, ma è opportuno frenare gli entusiasmi, perché si tratta di vantaggi che nella maggior parte dei casi sono molto ridotti. Tentar non nuoce, ovviamente, anche perché la maggior parte delle indicazioni dietetiche sono valide per chiunque, non solo per i malati reumatici.
Se escludiamo l'utilizzo di spezie particolari, infatti, il consiglio di assumere cibi vegetali, ricchi di antiossidanti e poveri di calorie; il consiglio di consumare pesce grasso con regolarità o di far utiizzo di integratori di omega 3, è valido per tutta la popolazione perché consente di prevenire le malattie cardiovascolari. Dunque ben venga un intervento dietetico atto a scongiurare il sovrappeso e l'obesità, e se aiuta anche a diminuire l'infiammazione nei malati di artrite reumatoide, ancora meglio.
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