La vitamina D è composta da un gruppo di pro-ormoni liposolubili che originano da composti steroidei. Nelle piante il composto attivo si forma a partire dall'ergosterolo o pro-vitamina D, che viene trasformato in ergocalciferolo o vitamina D2.
Negli animali, invece, la forma attiva è l'1,25 diidrocolecalciferolo, o vitamina D3. Essa si forma a partire dal 7-deidrocolesterolo, o provitamina D, presente sulla pelle, per azioni dei raggi solari. Questo composto viene trasfromato in colecalciferolo o vitamina D3. Questa molecola non è metabolicamente attiva e viene idrossilata a livello epatico e renale formando il composto attivo della vitamina.
La presenza di vitamina C nei cibi è poco rapprensentata, prevalentemente si trova in quelli di origine animale, come i pesci grassi, ad esempio pesce azzurro, salmone e tonno, ma anche nell'olio di fegato di merluzzo. In piccole quantità si trova anche nel tuorlo d'uovo, fegato di manzo, formaggio e latte.
La proprietà principale della vitamina D è la regolazione della concentrazione di calcio e fosforo nel sangue. In particolare ne modula l'assorbimento a livello intestinale oltre a regolare il riassorbimento del calcio a livello renale e la mobilizzazione e l'accumulo di questo minerale nelle ossa. Le ossa sono infatti costituite principalmente da fosfato di calcio e la vitamina D risulta, quindi, importante per la formazione, l'accrescimento e lo sviluppo dello scheletro.
Altre funzioni della vitamina D sono legate alla modulazione del sistema immunitario, in cui sembra svolgere un ruolo importante nelle malattie autoimmuni e infiammatorie, ma anche al controllo della pressione sanguigna. Questa vitamina potrebbe quindi avere influenza sulle malattie cardiovascolari, come ha dimostrato uno studio in cui è stata rilevata una minor incidenza di problemi cardiovascolari in pazienti con adeguati livelli di vitamina D.
Diversi studi hanno messo in correlazione lo sviluppo di diabete di tipo II e sindrome metabolica con bassi livelli di calcio e vitamina D a livello ematico. Questa vitamina agirebbe, infatti, sulle citochine, agendo sull'infiammazione, ma anche sull'aumento della secrezione insulinica.
Una review del 2017 ha riassunto diversi studi scientifici che hanno dimostrato la relazione tra sviluppo di malattie infiammatorie intestinali e carenza di vitamina D. Quest'ultima sembra essere sia la causa che l'effetto di queste patologie, suggerendo che sono necessari ulteriori studi per valutare la modalità ed entità di integrazione di vitamina D in questi pazienti.
Uno studio del 2017 ha ipotizzato che l'interazione tra vitamina D e sistema immunitario è mediata dal microbiota intestinale. Sono, però, necessari ulteriori studi per approfondire la relazione tra flora intestinale e vitamina D.
La carenza di vitamina D si verifica solo in casi particolari, come in gravi carenze alimentari o scarsa esposizione alla luce solare. Altre cause della carenza possono essere patologie a carico del fegato o che colpiscono l'assorbimento intestinale, come il morbo di Chron e la fibrosi cistica, ma anche la malattia celiaca e l'insufficienza pancreatica.
La diminuzione di vitamina D nell'organismo causa una riduzione dell'apporto di calcio a livello ematico con la promozione della decalcificazione delle ossa. Si ha, come conseguenza, rachitismo nei bambini e osteomalacia negli adulti. Queste due patologie causano malformazioni dello scheletro, con inarcamento delle gambe e della colonna vertebrale, fragilità ossea, muscoli scarsamente sviluppati e ingrossamento delle articolazioni di polso, ginocchio e anca.
Sintomi precoci di carenza di vitamina D possono essere dolori e debolezza muscolare, in quanto il calcio è coivolto nella contrazione muscolare.
La carenza di vitamina D può essere accompagnata da iperparatiroidismo secondario, dovuto ad un eccesso di produzione del PTH, ormone secreto a livello delle ghiandole paratiroidi e che favorisce l'idrossilazione renale del colecalciferolo che porta alla formazione della forma attiva della vitamina D. Il PTH, inoltre, favorisce il riassorbimento renale del calcio,inibisce quello dei fosfati e stimola, a livello, dell'osso, la mobilizzazione del calcio e la sua liberazione a livello extracellulare.
Sono note conseguenze da sovradosaggio di vitamina D, in cui si ha ipercalcemia secondaria con eccesso di calcio nel sangue, calcificazione anomala di organi come cuore e reni per deposizione del calcio e sofferenza renale.
I LARN 2014 (Livelli di Assunzione di Riferimento per la popolazione italiana) raccomandano un'assunzione giornaliera di 15 μg per i bambini e gli adulti, dose che aumenta a 20 μg per le persone con più di 75 anni di età. In gravidanza e allattamento i valori di vitamina D raccomandati rimangono invariati a 15 μg.
I livelli di assunzione massima tollerabile sono invece fissati a 75 μg per i bambini dai 4 ai 10 anni, che aumentano, invece, dagli 11 anni in poi, adulti compresi, per cui la quantità massima tollerabile è fissata a 100 μg, anche per le donne in gravidanza o allattamento.
L'uso di integratori per la vitamina D non deve essere un qualcosa di automatico al superamento di una determinata età. Deve, infatti, essere prima dosata con opportuni esami per valutare l'effettiva necessità della supplementazione. Spesso viene consigliata a donne in menopausa a cui spesso è associata l'osteoporosi, oppure ad anziani con diagnosi di osteoporosi, a cui viene però associata una specifica terapia farmacologica.
In generale ci si chiede sempre come assumere la vitamina D, visto che l'alimentazione non è sufficiente a fornire un adeguato apporto di questa vitamina. La corretta alimentazione va a questo scopo associata ad un'attività fisica regolare, che sviluppando i muscoli influenza anche il rinnovamento osseo, ma anche al trascorrere di quanto più tempo possibile all'aria aperta, con circa il 20 % del corpo esposto alla luce solare. L'eventuale integrazione va sempre valutata per quanto riguarda le quantità, in dipendenza della causa di carenza che sembra influenzare la risposta all'integrazione.
il colecalciferolo proviente dai cibi, viene assorbito a livello intestinale con lo stesso meccanismo dei lipidi. Viene poi successivamente trasportato all'interno dei chilomicroni attraverso il sangue e raggiungendo fegato e rene per essere poi idrossilato.
La forma inattiva della vitamina, prodotta per azione dei raggi solari, ossia il colecalciferolo, si accumula a livello epatico sopratutto durante i mesi estivi, quando questa vitamina viene prodotta in eccesso. La sua sintesi dipende dalla latitudine, dal tempo di esposizione al sole, dalla superficie cutanea esposta e dalla quantità di melanina presente nella cute. Durante la stagione fredda ma anche nei paesi vicino ai poli, vi è una minore sintesi di colecalciferolo e quindi si possono riscontrare livelli insufficienti di questa vitamina.
La vitamina D è termostabile per cui viene difficilmente degradata in seguito alla cottura dei cibi.
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