Il dolcetto è un vitigno a bacca rossa originario del Piemonte, in particolare della zona attorno Acqui, un comune in provincia di Alessandria, come testimonia il documento storico del 1799 "Istituzioni sulla coltivazione della vite e sulla migliore conservazione dei vini" del Conte Nuvolone.
Il dolcetto dalla zona di origine si è diffuso un po' in tutta la parte sud del Piemonte fino alla Liguria e all'Oltrepò pavese in Lombardia, ma rimane comunque un vitigno autoctono indissolubilmente legato al Piemonte, dove regala le sue migliori espressioni.
Viene chiamato anche dosset, dolsin in dialetto piemontese, oppure ormeasco in Liguria.
Il nome dolcetto non deriva, come si è portati a pensare erroneamente, dal fatto che il vino ottenuto sia dolce (anzi è decisamente secco!) bensì dal fatto che gli acini una volta maturi hanno una bassa acidità, quindi se ne può apprezzare facilmente la dolcezza.
Il dolcetto ha foglia medio piccola, pentagonale e quinquelobata, di colore verde cupo con sfumature rosse sui bordi e vicino al picciolo.
Il grappolo è medio lungo, molto spargolo all'estremità e di forma piramidale o conica.
L'acino è medio, di forma sferica, con buccia sottile e pruinosa e di colore blu quasi nero.
Arriva a maturazione nella seconda settimana di settembre, ha una buona produttività anche se incostante di anno in anno.
La sua precocità fa sì che spesso il dolcetto venga coltivato nelle stesse zone del nebbiolo, che al contrario è un'uva a maturazione tardiva (fine ottobre).
Generalmente i vini ottenuti con l'uva dolcetto cambiano da zona a zona, esprimendo ognuno delle sue peculiarità, ma si può dire che sono tutti accomunati da alcuni fattori principali: un colore rosso rubino intenso, un profumo fruttato e floreale, pochi tannini, buona struttura, buona morbidezza e buona freschezza.
Sono vini di pronta beva, facili da capire e da apprezzare.
Sono molto numerosi i vini prodotti con il dolcetto in Piemonte, sia in purezza che come uvaggio (ricordo che concorre a realizzare la Barbera del Monferrato DOCG e la Barbera d'Asti DOCG per un 10-15%).
Tra le denominazioni d'origine a base dolcetto troviamo:
Il Diano d'Alba ha ottenuto la DOCG il 19 agosto del 2010. La zona di produzione comprende tutto il comune di Diano d'Alba, in provincia di Cuneo. Deve essere composto da dolcetto al 100% (in purezza). La resa massima è di 8 t/ha.
Il titolo alcolometrico volumico minimo naturale deve essere di 11,5% e l'affinamento in bottiglia deve durare almeno 2 mesi.
Nella categoria Superiore è necessario un invecchiamento minimo di 10 mesi e un titolo alcolometrico minimo di 12,5%.
Il Diano d'Alba è un vino dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, note di ciliegia e di prugna, gusto secco ed equilibrato, con tannini rustici ma delicati e una discreta acidità.
Si abbina bene alla carne cruda all'albese, alle carni rosse alla griglia o arrosto, e alle crocchette di Cuneo (le subrics).
Un'altra DOCG a base di Dolcetto al 100%, in provincia di Cuneo con una zona di produzione che comprende circa 10 comuni attorno alla città di Dogliani. La DOCG è stata ottenuta nel 2005.
La resa massima per ettaro è di 8 tonnellate.
Il titolo alcolometrico minimo è di 11,5%.
Per la categoria Superiore il periodo di invecchiamento minimo è di 12 mesi e il titolo alcolometrico minimo di 13%.
Il dolcetto di Dogliani è, tra tutti, quello più fresco e fragrante, meno strutturato, quindi più facile da bere. Ha un profumo decisamente fruttato che ricorda la ciliegia, la mora, la marasca e la prugna. Termina con una nota delicatamente amarognola.
Si abbina bene con carni bianchi, come il pollo o il coniglio, con gli antipasti e con formaggi non troppo stagionati.
Comprende una decina di comuni in provincia di Alessandria. La Docg risale al 2008.
Ha una resa massima di 7 t/ha e un titolo alcolometrico minimo di 12%.
Per la tipologia "Superiore" è obbligatorio un periodo di invecchiamento di almeno 12 mesi, mentre per la tipologia "Riserva" è previsto un invecchiamento minimo di 24 mesi.
Tra gli altri dolcetti, quello di Ovada è il più strutturato e corposo, con una buona tanninictà, che però non risulta mai aggressiva.
I profumi sono più complessi, oltre alle note fruttate si distinguono quelle speziate delle mandorle e di altre spezie.
Si sposa bene con i piatti forti della tradizione piemontese come i tajarin con fagioli, le zampette di maiale o la "rustida", carne cotta in umido con cipolla e pomodoro abbinata alla polenta.
Cucinare con lo Champagne è un argomento che suscita spesso reazioni contrastanti, un dibattito tra il lusso sfrenato e l'arte culinaria esclusiva e raffinata.
Il prosciutto San Daniele è indubbiamente uno degli emblemi più splendenti della gastronomia italiana.
Bontà per il palato, benessere per il corpo: la cipolla rossa di Tropea IGP è un prodotto con numerosi benefici per l’organismo.
Per il Natale o per una giornata di coccole in tavola, la cipolla rossa di Tropea IGP si abbina perfettamente a queste ricette tradizionali calabresi.
Personalizzare i regali di compleanno: il dono ideale non deve essere necessariamente prezioso o costoso, ma può anche essere qualcosa di semplice ma di grande effetto.
Il codice sconto Everli di 10€ che ti fa risparmiare sulla spesa.
I novel food sono i cibi nuovi rispetto a quelli di uso comune prima del 1997, anno di entrata in vigore della prima legge che li regolamenta.
Era per agevolare tutti coloro che viaggiavano spesso in auto che, nei primi del Novecento, nasce la Guida Michelin.
Se sei già registrato, clicca qui per accedere ai servizi gratuiti:
Altrimenti, clicca qui per registrarti gratuitamente.
CORSA O PALESTRA PER DIMAGRIRE?
BRUCIA 500 kcal in 30 MINUTI? BALLE!
Qualità delle proteine
Grana Padano o Parmigiano-Reggiano?