Lambrusco

Il Lambrusco è un vino rosso, giovane e frizzante prodotto con l'uva omonima nella zona emiliana tra le province di Modena e Reggio Emilia e in Lombardia in provincia di Mantova. Alcune coltivazioni di Lambrusco si trovano anche nelle provincie di Bologna, Parma, Ferrara, Cremona, Rovigo e in Puglia.

 

 

Il Lambrusco è uno dei vini italiani più diffuso e conosciuto sia in Italia che all'estero, secondo solo al Prosecco, uno dei più commercializzati ed esportati. Circa 5 mila ettari di terreno coltivati a Lambrusco, per un totale di 370 mila ettolitri prodotti annualmente (dati aggiornati al 2010).

Negli ultimi anni, i produttori di Lambrusco si sono trovati a dover combattere una dura battaglia contro il pregiudizio, per fare in modo che il loro vino venisse riconosciuto come un vino di qualità. Molto spesso, infatti, quando si pensa al Lambrusco viene subito in mente il boccione da 3 litri da discount o da supermercato, a prezzi irrisori, molto acido, gassificato e grondante di anidride solforosa, che immancabilmente il giorno dopo lasciava un gran mal di testa...

Ma Lambrusco non è solo questo, oggi, infatti, moltissime cantine si sono impegnate, riunendosi in Consorzi, a portare avanti una produzione di qualità, per far uscire fuori il Lambrusco dal pantano, ed hanno anche ottenuto dei riconoscimenti come le 4 DOC (vedi più in basso).

Un po' di storia

Il termine "lambrusco" deriva dal latino "vitis labrusca", nome usato da Catone e Plinio il Vecchio per indicare la vite selvatica che cresceva spontaneamente. Forse è proprio da qui che nasce la "croce" del Lambrusco, vitigno e vino destinato a non essere preso in seria considerazione, proprio perché è un'uva semplice, rustica, che non ha bisogno di grandi cure e cresce spontaneamente...

 

 

Per di più che "brusca" è una parola che dice tutto: l'uva Lambrusco ha sempre prodotto vini sgarbati, dalla spiccata acidità e poco piacevoli in bocca, destinati, almeno fino alla metà del Novecento, ad una produzione casalinga e artigianale.

La vite labrusca è stata nei secoli addomesticata e a partire dagli anni Sessanta ha conosciuto un grande sviluppo a livello industriale, grazie anche alle alte rese tipiche del vigneto.

Recentemente molte cantine hanno scelto di seguire una nuova strada, a cominciare dalla coltivazione, prediligendo zone collinari dove la vite dà i suoi migliori risultati, quindi migliorando le tecniche di vinificazione e spumantizzazione (in autoclave con metodo charmat), e spesso producendo versioni di Lambrusco rifermentate in bottiglia.

Le 4 DOC del Lambrusco

Lambrusco

Il Lambrusco conta tantissime sottovarietà, tra le quali le più diffuse e rinomate sono quelle rosse: Grasparossa, Salamino, Maestri e Sorbara, ma ce ne sono alcune bianche, usate principalmente per produrre il brandy.

Le Doc del Lambrusco sono situate per la maggior parte in Emilia, una sola è ubicata in provincia di Mantova, vediamole nel dettaglio.

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOC (dal 2009): comprende 14 comuni in provincia di Modena, tra cui Castelvetro, Castelfranco, Savignano, Vignola e Maranello. Il disciplinare prevede che sia usata per almeno un 85% la varietà Lambrusco Grasparossa, con un aggiunta di massimo 15% di altre varietà di Lambrusco e/o Fortana e/o Malbo gentile.

 

 

La resa massima per ettaro è di 18 tonnellate e il titolo alcolometrico minimo è di 10,5%. Viene prodotto nelle tipologie: Rosso e Rosato, entrambi anche frizzante, secco, abboccato, amabile o dolce.

Il Grasparossa è un vino dal colore rosso vivo con riflessi violacei, la spuma è brillante e rosata, il profumo molto fruttato, in bocca è fresco e piacevole.

Lambrusco di Sorbara DOC (dal 2002): comprende 12 comuni in provincia di Modena, tra cui Bomporto, Nonantola, Soliera e Carpi. Viene ottenuto con le due varietà Lambrusco Sorbara (minimo 60%) e Lambrusco Salamino (massimo 40%).

La resa massima per ettaro è di 18 tonnellate e il titolo alcolometrico minimo di 10,5%. Viene prodotto nelle tipologie: Rosso e Rosato, entrambi anche frizzante, secco, abboccato, amabile o dolce.

Il Lambrusco di Sorbara, tra tutti i Lambruschi, è quello dal colore più pallido, aranciato, e dal gusto più acidulo, meno fruttato e quindi più sgarbato.

Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC (dal 2009): comprende 13 comuni in provincia di Modena, tra cui Carpi, Mirandola, Finale Emilia, Novi e Medolla. Prevede l'uso di Lambrusco Salamino per almeno un 85%, più altre uve lambrusco e/o Fortana e/o Ancellotta per massimo un 15%.

La resa massima per ettaro è di 19 tonnellate, il titolo alcolometrico minimo è di 10,5%. Viene prodotto nelle tipologie: Rosso e Rosato, entrambi anche frizzante, secco, abboccato, amabile o dolce.

Il Salamino somiglia molto al Grasparossa, è molto fruttato, fresco e di un bel rosso vivo con riflessi violacei.

Lambrusco mantovano DOC (dal 1999): comprende 24 comuni della provincia di Mantova, suddivisi in 2 sottozone, l'Oltre Po Mantovano e la Viadanese sabbionetano. Prevede l'uso di più varietà di Lambruschi: Marani, Maestri, Viadanese e salamino per almeno l'85% e Sorbara e Grasparossa fino al 15%.

Resa massima 17 t/ha e titolo alcolometrico minimo 10%. Viene prodotto nelle tipologie: Rosso e Rosato, entrambi anche secco o amabile.

Il Lambrusco mantovano ha un colore rosso acceso con riflessi violacei, rispetto agli altri emiliani è leggermente più amarognolo, meno fruttato.

Abbinamenti con il Lambrusco

In tavola il Lambrusco trova svariati abbinamenti, la sua freschezza e le sue bollicine lo rendono ideale per smorzare piatti grassi e calorici, grazie ad un'azione di pulizia della bocca.

Si sposa bene soprattutto  con i piatti tipici delle zone dove viene prodotto: con i salumi, con le tigelle e le crescentine tipiche emiliane, con il risotto alla pilota del mantovano, con le lasagne o i tortellini (in passato i contadini mettevano sempre un bicchiere di Lambrusco dentro il brodo!), con il cotechino e lo zampone, ma anche con le fritture, in special modo quella di bianchetti o di paranza.

 

 

 

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