Il Pinot grigio è uno dei vitigni originatisi come mutazione genetica del Pinot nero, nativo della zona di confine tra la Francia (dove è conosciuto come Pinot gris) e la Germania (dove è chiamato Rulander).
Attualmente il Pinot grigio è considerato un vitigno internazionale, per la sua buona diffusione su scala europea e mondiale: è presente in Francia (Borgogna, Alsazia e Champagne), in Germania, in Italia, in Slovenia, in Romania, in Svizzera e in Ungheria.
Viene coltivato anche in Australia, Nuova Zelanda, Argentina, Cile, Sud Africa, California e Canada.
I sinonimi con i quali è conosciuto sono: Borgogna grigio in Italia, Pinot burton, Pinot beurot, Fauvet, Auvernat gris e Petit gris in Francia e Tokayer o Grauerburgunder in Germania e Svizzera.
Il Pinot grigio è un'uva difficile da coltivare, necessita di un clima freddo e di un terreno ideale e non si adatta bene.
Quando le condizioni pedoclimatiche sono soddisfatte, il Pinot grigio ha una buona vigoria ed una resa abbastanza discreta e costante. La foglia è medio-piccola, tondeggiante, trilobata, di colore verde scuro. Il grappolo è piccolo, cilindrico e molto compatto come tutti quelli della famiglia dei Pinot.
L'acino è piccolo, ovoidale, regolare, con buccia pruinosa e consistente.
Il colore è grigio-rossastro o ramato quando raggiunge la piena maturazione. Non è un'uva a bacca bianca come si potrebbe essere portati a pensare dato che la maggior parte dei vini a base di Pinot grigio sono bianchi. Questo accade perché viene per lo più vinificato in bianco, cioè eliminando le bucce, ma esistono anche tantissimi Pinot grigio ramato, vinificati in rosso, quindi con la macerazione sulle bucce.
La vendemmia si effettua durante la seconda metà di settembre.
Il Pinot grigio dà vini molto corposi e robusti, di un colore giallo paglierino dorato se vinificati in bianco, oppure di un bel colore aranciato, detto "buccia di cipolla", se vinificati in rosso.
Ha una buona sapidità e una buona freschezza, caratteristiche che lo rendono adatto anche alla spumantizzazione.
In alcune regioni, come in Alsazia, viene vinificato come vendemmia tardiva e assume note molto fruttate.
Ha una buona predisposizione ad essere invecchiato in botte ed è abbastanza longevo, meno comunque del Pinot bianco, del Pinot nero o dello Chardonnay.
Arrivato in Italia nell'Ottocento passando per le Alpi, il Pinot grigio oggi ha trovato un terreno di coltivazione adatto soprattutto in tre regioni del Nord Est: il Trentino Alto Adige, il Veneto e il Friuli.
La storia del Pinot grigio italiano è molto particolare, ebbe la sua maggior diffusione tra gli anni Sessanta e Novanta quando alcuni produttori veneti lo seppero valorizzare molto con una martellante attività promozionale.
L'errore di pensare che il Pinot grigio fosse un vino esclusivamente bianco deriva proprio da queste campagne pubblicitarie fuorvianti: la Cantina Santa Margherita, ad esempio, produceva e produce tuttora un Pinot grigio dal colore giallo paglierino quasi bianco, molto fruttato e speziato, quindi con caratteristiche innaturali per un Pinot grigio... Eppure a tutt'oggi è quello più conosciuto e più diffuso in Italia e nel mondo.
Il mercato del Pinot grigio italiano, infatti, rimane comunque molto legato all'esportazione, soprattutto verso gli Usa, facendo di questo vitigno più una risorsa commerciale che un vino di qualità.
Non è un discorso da allargare per tutti i produttori di Pinot grigio, ovviamente, esistono tante altre piccole cantine e piccole realtà che amano coltivare e vinificare questo vitigno per quello che è, senza volerlo stravolgere per fini puramente commerciali. Per esempio l'Azienda Agricola Flaibani, di Cividale del Friuli, che produce un ottimo Pinot grigio ramato, oppure Kobler, un produttore altoatesino che imbottiglia un Pinot grigio imponente, davvero notevole.
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