L'abelmosco (Abelmoschus moschatus) è una pianta erbacea della famiglia delle Malvacee che cresce spontaneamente in India ed è diffusa anche in tutto il Medio Oriente e il Sud Est asiatico (Egitto, Giava...).
Oltre che abelmosco viene chiamato in tanti altri modi: gombo, okra, bamia, dito di donna.
Dell'abelmosco si consuma il frutto che è un baccello verde lungo dai 6 ai 20 cm dalla forma che ricorda vagamente quella del fiore di zucca ancora chiuso, anche se più appuntita nel finale.
All'interno dell'abelmosco ci sono tanti piccoli semi di colore chiaro (giallo-verdastri) e striati, che ricordano quelli del peperoncino. La polpa è chiara, di consistenza viscosa.
Il suo sapore è dolce e floreale, e il suo profumo ricorda quello del muschio, difatti proprio per questa sua caratteristica peculiare il suo nome latino è moschatus.
Il miglior modo per consumare il gombo è quello di mangiarlo fresco, crudo, ancora acerbo, come un qualsiasi frutto, eppure nella cucina indiana e araba trova impiego anche cotto, oppure viene usato per produrre acquaviti e liquori.
Quando viene cotto, l'abelmosco, dal sapore delicatissimo, tende ad assumere il gusto degli ingredienti con i quali viene combinato, solitamente viene cucinato in umido con cipolle, pomodoro e spezie.
Nei negozi di alimentari asiatici specializzati lo si trova spesso già cotto e confezionato in scatola.
Un altro modo di consumare il gombo è quello di aggiungere i suoi semi al caffè.
L'abelmosco trova largo impiego anche in profumeria, grazie al suo piacevole profumo muschiato, inoltre il fusto e le radici della pianta vengono utilizzate per produrre una fibra tessile (fibra di gombo) e i fiori, invece, per aromatizzare il tabacco.
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