Esame della saturazione dell'ossigeno: come si fa, chi lo fa, quando serve

L'esame della saturazione dell'ossigeno è utile per conoscere la quantità di ossigeno nel sangue legata, quindi, all'emoglobina. Questo parametro, che può essere misurata attraverso diversi metodi, è particolarmente utile in diverse patologie polmonari. Fra queste quella scatenata dal cosiddetto "coronavirus", in cui la saturazione dell'ossigeno risulta spesso inferiore alla norma in seguito alla polmonite e alle crisi respiratorie che ne sono spesso conseguenze. 

 

 

Quanto deve essere la saturazione dell'ossigeno?

I valori della saturazione dell'ossigeno vengono espressi in percentuale di saturazione. Quelli considerati all'interno dei parametri di salute sono compresi fra il 97 e il 99%, con valori che possono essere anche leggermente inferiori, fino ad arrivare anche al 95%, in dipendenza del soggetto e dell'altitudine del luogo in cui avviene la misurazione. 

Quando si ha una saturazione dell'ossigeno bassa, si parla di ipossia. 

  • In linea generale, tra l'86% e il 90% si ha l'ipossia moderata;

  • tra il 91% il 95%, l'ipossia lieve;

  • al di sotto dell'85% l'ipossia viene considerata grave.

Valori bassi sono dovuti a patologie come l'embolia polmonare, la fibrosi polmonare, l'asma ma si ha anche in caso di anemia ed edema polmonare. 

 

 

Come si legge e misura la saturazione dell'ossigeno?

La saturazione dell'ossigeno può essere misurata sia con metodo casalingo, attraverso il pulsiossimetro (di cui abbiamo già parlato in questo articolo) sia con un esame clinico effettuato da personale specializzato e che risulta anche più preciso del metodo realizzabile a livello domestico. In quest'ultimo caso, parliamo dell'emogasanalisi.

L'uso del pulsiossimetro, o saturimetro, non risulta, infatti, preciso in caso di intossicazione da monossido di carbonio, in cui potrebbero esserci dei valori falsamente elevati di saturazione. Questo perchè questo strumento realizza una misura indiretta della quantità di ossigeno legata all'emoglobina e in alcuni casi può quindi essere imprecisa. Inoltre, anche con il metodo casalingo, i valori ottenuti devono comunque essere interpretati dal medico, che potrà servirsi del saturimetro per monitorare a distanza pazienti a rischio, come nel caso di quelli affetti da Covid-19.

Quando si fa l'emogasanalisi e quali risultati ricaviamo

Con questo esame è possibile valutare la saturazione dell'ossigeno ma anche la quantità di anidride carbonica del sangue, così come anche il suo pH. 

L'emogasanalisi si sceglie quando è necessario valutare se è presente e quanto è grave l'insufficienza respiratoria in un paziente affetto da patologie respiratorie come asma bronchiale, bronchite cronica, polmonite e così via. Può anche essere usata per valutare se è necessario utilizzare o meno una terapia come la somministrazione di ossigeno in pazienti sottoposti a ricovero. Inoltre, l'emogasanalisi può essere un valido aiuto nel giungere a risultati ancora più certi in seguito ad altri test come la spirometria e i test di diffusione del monossido di carbonio.

 

 

Nel neonato, l'emogasanalisi è una procedura che si applica di rado se non in caso di assoluta necessità come nel caso di insufficienza respiratoria del bambino o se è necessario valutare l'efficacia dell'ossigenoterapia a cui il piccolo paziente è sottoposto. 

Attraverso l'esame della saturazione dell'ossigeno possiamo capire non solo la concentrazione dell'ossigeno nel sangue, ma anche quella di anidride carbonica, attraverso la misura della pressione esercitata da questi gas. 

Quali sono quindi i valori dell'emogasanalisi da considerare normali? Per l'ossigeno parliamo di una pressione compresa tra i 75 e i 100 mmHg. Per l'anidride carbonica tra i 38 e i 42 mmHg. I valori considerati normali dipendono però da diversi aspetti fra cui: l'altitudine del luogo in cui avviene il prelievo, l'età del paziente nonchè la sua condizione di salute, ad esempio possono esservi parametri alterati a seconda della presenza di febbre o patologie come l'anemia. Anche il fumo può modificare i risultati del test, che possono anche variare a seconda del laboratorio di analisi in cui avviene la misurazione. 

Inoltre, con l'emogasanalisi possiamo ottenere anche altre informazioni riguardo il campione di sangue prelevato, come la quantità di sali minerali nel sangue, in particolare per quanto riguarda il sodio e il potassio. Possiamo poi rilevare l'eventuale presenza di forme patologiche di emoglobina, come la carbossiemoglobina e la metaemoglobina, utili per le intossicazioni da monossido di carbonio e per i soggetti fumatori cronici. 

Come si fa un'emogasanalisi?

L'emogasanalisi, invece, si basa sul prelievo di sangue arterioso, da parte di personale medico qualificato, generalmente a partire dalle arterie del polso. 

A seconda del punto del corpo e dell'arteria in cui si fa l'emogasanalisi, possiamo distinguere tra: emogasanalisi radiale, brachiale, femorale ed ecoguidata. Quella radiale è la più frequente e avviene nel polso ma talvolta in questa zona può non essere possibile effettuarla a causa di ipotensione, vaso arterioso presente troppo in profondità e altri motivi. Si procede quindi alla scelta di altre zone, che hanno arterie di calibro superiore, come quella brachiale presente nella parte interna e mediale del gomito. 

Il prelievo dall'arteria femorale, invece, è quello più semplice da svolgere per l'operatore e meno doloroso per il paziente, ma l'ago usato è in genere più lungo per la maggiore profondità dell'arteria. 

L'emogas ecoguidata, invece, utilizza una sonda che viene posta perpendicolarmente alla cute e aiuta nella ricerca dell'arteria sfruttando un monitor collegato. Di conseguenza, l'operatore potrà agevolmente identificare il punto di inserzione dell'ago per il prelievo. Il punto interessato può essere il polso, il gomito o il femore. Grazie al monitor e alla sonda, è possibile vedere anche quando l'ago arriva nell'arteria, facilitando la procedura dell'emogasanalisi

L'esame della saturazione dell'ossigeno dura quindi pochi minuti, giusto il tempo di un prelievo, ma il paziente deve essere monitorato per circa un quarto d'ora per valutare l'eventuale comparsa di effetti collaterali. Al soggetto viene applicata una fasciatura nel punto in cui si fa il prelievo che andrà tenuta per almeno 1 ora. I risultati si hanno molto velocemente, entro 30 minuti dall'esame. 

Prima dell'esame non è necessario che il paziente osservi una preparazione particolare e non è necessario il digiuno. Il paziente dovrà, però segnalare se prende farmaci anticoagulanti, in modo da evitare e prevenire effetti collaterali. Nel caso in cui il paziente sia già sottoposto ad ossigenoterapia, sarà il medico a decidere se interromperla per l'esame o meno in vista dell'esame. 

Chi può fare l'emogas e che effetti collaterali ha?

Uno degli effetti collaterali dell'emogasanalisi è dato dal dolore che può essere dovuto ad un prelievo realizzato da personale poco esperto. Se l'operatore, infatti, non trova subito l'arteria, è talvolta necessario realizzare punture ripetute e si può andare anche a pungere i tendini muscolari, provocando così dolore. 

Questo esame, però, realizzato da un operatore pratico in questo tipo di prelievo, non provoca dolore. 

In alcuni soggetti particolarmente sensibili si può avere, in seguito all'emogas, una crisi vagale, con pallore e sudore diffuso, battito cardiaco ridotto e talvolta anche stato di incoscienza. La crisi si risolve facilmente con la posizione supina e le gambe sollevate del soggetto: solo in pochi casi è necessario andare a somministrare un farmaco specifico. 

In alcuni pazienti che soffrono di problemi alla coagulazione del sangue, potrebbero esserci problemi derivanti dal riversamento del sangue all'esterno del vaso in seguito alla puntura. Questo effetto è più frequente se il prelievo avviene a livello femorale e può essere risolto con una compressione prolungata della parte oggetto del prelievo. 

L'emogasanalisi è sempre svolta da infermieri o personale preparato per la gestione delle complicanze possibili in seguito a questo test. Questo esame viene di solito svolto negli ospedali e il costo per il prelievo arterioso e l'emogasanalisi si aggira intorno ai 15 euro nei centri convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale. 

Di solito, l'emogasanalisi non si effettua a domicilio perchè il campione di sangue prelevato e facilmente deperibile ed è necessario analizzarlo subito dopo la raccolta.

 

 

 

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