Il CBD o cannabidiolo, molecola che si trova nella cannabis light, è uno dei cannabinoidi più importanti che, insieme al tetraidrocannabinolo o THC, si può isolare dalla Canapa sativa. Il CBD viene spesso estratto ed isolato per diversi studi scientifici che ne hanno dimostrato i diversi effetti terapeutici. Oggi viene usata come cannabis light, non per uso ricreativo ma per alleviare i sintomi di alcune patologie, come l'ansia, la depressione e i disturbi del sonno. Gli studi che utilizzano il CBD sfruttano la sua affinità con il THC, che fa presuporre una similitudine di effetti, traendo il vantaggio dei mancati effetti psicoattivi del CBD.
Il CBD è un composto idrofobo che ha una scarsa biodisponibilità orale. Per questo motivo si tende spesso a studiare gli effetti di un'applicazione cutanea o secondo altre vie di somministrazione. La difficoltà della sommnistrazione orale permette però di evitare il passaggio gastrico, conferendo quindi una maggiore protezione dello stomaco da effetti indesiderati tipici di altre molecole.
Gli effetti benefici del cannabidiolo sono stati dimostrati in diversi studi basati però su modelli animali. Ad oggi sono poche le ricerche che hanno utilizzato modelli umani e spesso si basano sull'uso di dosi illegali di CDB o su formulazioni che contengono anche il THC, il principio attivo della cannabis con effetti psicotropi. La necessità di studi sugli umani sta nel fatto che questo composto risulta più biodisponibile negli animali, in particolare nei topi, spesso usati per questo tipo di studi. Di conseguenza gli effetti sugli animali risultano più amplificati di quanto sarebbero sugli uomini.
Uno studio del 2016, realizzato su ratti, è stato dimostrato che l'applicazione topica del CBD può essere efficace come antinfiammatorio e nel ridurre il dolore correlato all'artrite. Inoltre, al contrario delle molecole che di solito vengono usate per il trattamento di questa patologia, il CBD non presenta effetti negativi evidenti nei modelli animali utilizzati. Un'altra ricerca del 2017 ha avuto dei buoni risultati nell'uso del CBD per l'attenuazione dei dolori derivanti dall'osteoartrite e nel bloccare il danneggiamento a livello dei nervi, tipico di questa malattia.
Altri studi propongono un potenziale effetto del CBD contro l'ansia e la depressione. Anche questi studi sono stati condotti su modelli animali e hanno rilevato che questi composti possono avere un effetto di contrasto di queste due sintomatologie.
Quella che sembra essere la principale applicazione del CBD è riportata da diversi studi, fra cui uno condotto su modelli umani che ha rilevato che il CBD può essere utile nel ridurre gli attacchi tipici dell'epilessia ed in particolare di due forme rare di questa malattia: la sindrome di Lennox-Gastaut e la sindrome di Dravet. In entrambe queste sindrome il CBD ha potenziali effetti come supporto alle normali cure in pazienti maggiori di 2 anni di età. Inoltre, questo tipo di trattamento non presenta controdindicazioni note.
Il THC e i cannabinoidi in generale, hanno effetti positivi sulla riduzione della migrazione delle cellule tumorali, e hanno inoltre effetti pro-apoptotici, inducendo quindi le cellule alla morte cellulare programmata, di blocco delle metastasi, dell'adesione e dell'invasione delle cellule tumorali. Alcuni studi, quindi, hanno utilizzato il CBD per verificare se gli effetti possono essere simili, evitando gli effetti che il THC, ma non il CBD, ha a livello psichico. Gli studi che mirano a dimostrare quanto detto sopra sono ancora troppo pochi, basati su pochi casi e senza evidenze importanti. Inoltre, non sono ancora certi gli effetti negativi che il CBD può avere in alcune forme tumorali. Sono quindi necessari ulteriori studi in merito prima di giungere a conclusioni affrettate.
L'effetto positivo del CBD nella riduzione del dolore in alcune patologie, come la sclerosi multipla o i trapianti di rene non sono supportati da prove evidenti perchè sono studi solo preliminari.
Altri effetti proposti sono quelli sulla colite ulcerosa e il morbo di Crohn, che anche in questo caso non hanno avuti risultati efficaci.
In linea generale, la maggior parte degli studi sugli effetti del CBD confermano la sicurezza di questo composto e la presenza di pochi effetti collaterali. Nonostante questo, sarebbero necessari ulteriori studi che confermino l'effetto a lungo termine di questa molecola, dato che la maggior parte degli studi si basano su risultati a breve termine. Quindi, è necessario ancora dimostrare gli effetti cronici sull'intero organismo. Nonostante questo, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che non ci sono prove di problemi alla salute pubblica inferti dall'uso a scopo ricreativo o terapeutico del CBD.
Alcuni effetti negativi minori sono stati riscontrati in alcuni studi che si basano sull'uso del CBD come coadiuvante delle terapie per l'epilessia, patologia per la quale questo composto mostra i benefici più eventi. In questi pazienti, l'uso del CBD può provocare modifiche nel gestione della fame, diarrea e stanchezza. Nonostante questo, gli effetti collaterali sono comunque minori di quelli che si hanno con le terapie tradizionali. Rimane ancora da provare l'effetto del CBD sull'attività e la produzione ormonale e su altri parametri tossicologici in genere.
Nel 2016, uno studio analizzava i potenziali effetti negativi del trattamento con CBD per il tumore al colon. In questo caso, è stato rilevato che questa molecola sarebbe simile ad altre che in vivo andrebbero ad attivare un recettore coinvolto nella stimolazione della proliferazione cellulare. Pertanto, il CBD potrebbe avere un'influenza negativa sullo sviluppo del cancro al colon.
La cannabis light è una varietà di Canapa sativa ottenuta tramite sistemi agronomici innovativi che permettono di avere un prodotto con bassi livelli di THC. Di conseguenza, questo prodotto non ha effetti psicoattivi ma ha diversi benefici, molti dei quali ancora in fase di studio, come abbiamo visto più sopra. Il principale principio attivo della cannabis light è infatti proprio il CBD, e questa la rende molto ricercata per gli effetti rilassanti che sono stati proposti quali benefici di questa molecola.
La cannabis light viene coltivata per la prima volta in Svizzera, in cui viene commercializzata legalmente al posto del tabacco. Si diffonde poi negli altri paesi e arriva anche in Italia, suscitando l'interesse di molti. Iniziano a comparire, quindi, i prima CBD shops, in cui la cannabis light viene regolarmente venduta. In commercio si può trovare in preparazioni liquide, oppure come olii o pomate. In molti paesi del mondo, infatti, l'uso del CBD è concesso solo attraverso prodotti che derivano dalle coltivazioni certificate ed autorizzate di cannabis light.
L'FDA (Food and Drug Administration), in America ha concesso l'uso di un farmaco a base di CBD, Epidiolex, approvato nel 2018 ed estratto dalla cannabis. Sempre la stessa agenzia americana ha espresso un parere negativo nei confronti dell'indicazione in etichetta dei prodotti della cannabis light come "integratori". Resta ancora tutto da chiarire come si muoverà in tal senso la legislazione italiana ed europea.
in Italia, la vendita viene regolamentata dalla legge n. 242 del 2 dicembre 2016 che stabilisce un massimo di 0.2% di THC che deve essere presente nelle coltivazioni legali di canapa. Nel caso in cui, in seguito ad un controllo, si dovesse rilevare una percentuale maggiore, il limite massimo tollerato per non incorrere in sanzioni è fissato allo 0.6%. Per capire di cosa stiamo parlando, le percentuali di THC contenute nella marjiuana e nell'hashish di peggior qualità difficilmente scendono sotto al 7% e possono arrivare al 35-40% in quelli più pregiati (mediamente nei prodotti "da strada" se ne trova il 10-20%).
L'assunzione di CBD può essere rilevata nel corpo umano attraverso l'analisi del capello e delle urine. Vista la presenza di una percentuale minima di THC nella cannabis light, un consumo massivo di quest'ultima può portare a dei falsi positivi nelle analisi tossicologiche.
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