Le banane mature curano il tumore? La risposta è certamente no, in quanto questa è una bufala che viene periodicamente riproposta in rete e sui vari social network.
Secondo quanto proposto da questa notizia, il consumo di banane molto mature porterebbe alla regressione del cancro. Questo effetto sarebbe associato ad una proteina, TNF-alfa, che si diceva fosse contenuta in grandi quantità proprio in questi frutti.
Vediamo insieme però l'origine di questa falsa notizia e perchè questo concetto non è vero.
Nel 2009, un gruppo di ricercatori giapponesi dell'Università di Teiko, capitanati da Haruyo Iwasawa e Masatoshi Yamazaki, ha pubblicato uno studio sulla rivista "Science and Technology Research", rivista non considerata autorevole nel mondo scientifico e non più in attività dal 2018.
Lo scopo di questa sperimentazione era quello di analizzare l'azione biologica delle banane, considerando diverse tipologie e gradi di maturazione. In particolare, i ricercatori hanno considerato gli effetti di questi frutti sui neutrofili e sui macrofagi, anche a livello morfologico, nonchè anche l'induzione della produzione di citochine. Dai risultati ottenuti si è visto che in relazione al grado di maturazione della banana, si aveva l'induzione della produzione di una proteina, TNF-alfa, che è un fattore di necrosi tumorale, e di un'interleuchina, IL-2. La TNF-alfa è una proteina prodotta durante le infiammazioni acute e che va ad inibire la crescita e lo sviluppo delle cellule tumorali, come dimostrato da questo studio.
Le conclusioni cui i ricercatori sono arrivati sono che il consumo di banane è associato a diverse attività biologiche che sono differenti a seconda del grado di maturazione della banana. In particolare, quelle molto mature, ossia quelle che hanno le caratteristiche macchie nere sulla buccia, potrebbero essere legate alla prevenzione delle patologie correlate allo stile di vita e allo sviluppo dei tumori.
Questo articolo è stato ripreso più volte e spesso anche distorto e mal interpretato, anche da persone che evidentemente non hanno le necessarie conoscenze scientifiche per diffondere notizie del genere. Di conseguenza sono state tratte conclusione sbagliate e troppo sensazionalistiche.
Lo studio, in realtà, non fornisce dati certi, ma solo preliminari e le conclusioni a cui i ricercatori arrivano propongono solo un'azione preventiva. Le conclusioni a cui arrivano sono state poi distorte ed estrapolate in modo errato. Questo tipo di informazioni sono potenzialmente pericolose, in quanto i pazienti affetti da cancro potrebbero pensare che la sola assunzione di banane mature possa avere un ruolo curativo e quindi possano, come conseguenza, essere indotti all'abbandono delle cure ufficiali, la cui utilità è stata a lungo confermata.
Inoltre, lo studio giapponese è effettuato su ratti e non testato su modelli umani, per cui non si hanno risultati sull'impatto clinico di questa ricerca. Inoltre, lo studio stesso ha un basso impatto scientifico, tanto da non essere neppure indicizzato su Pubmed, il portale scientifico delle ricerche.
Lo studio usato a sostegno di questa falsa credenza ha anche degli errori metodologici. Infatti, non è realizzato sulla base dell'assunzione orale della banana da parte dei ratti, usati come modello sperimentale. Al contrario, la banana è stata iniettata nel cavità peritoneale, inducendo così una maggiore risposta immunitaria ed infiammatoria. Questo potrebbe aver portato a risultati diversi da quelli che si otterrebbero in seguito ad un'assunzione orale.
In verità, le banane inducono la produzione di dopamina e serotonina, in modo diverso a seconda del loro stadio di maturazione. Questi ormoni vanno a stimolare il sistema immunitario e la produzione di TNF-alfa e IL-2. Questo effetto, comunque non pienamente certo, è in ogni caso molto blando e non porta alla riduzione dello sviluppo delle cellule cancerose.
In aggiunta, i ricercatori giapponesi nel corso della loro pubblicazione, non hanno mai detto che le banane hanno grandi quantità di TNF-alfa. Questa proteina non viene prodotta dalle banane in quanto è un fattore che è tipico dei mammiferi, che si sono evoluti con il tempo per produrlo.
Non esistono al giorno d'oggi ulteriori studi in merito che vadano ad approfondire questi risultati in modelli umani e studi clinici.
La stessa relazione tra sviluppo del tumore e consumo di frutta e verdura è spesso oggetto di controversie. Esistono moltissimi tipi di tumori, per cui non tutti hanno gli stessi sistemi preventivi e le stesse cure. In particolare, come dimostrato da una review italiana del 2009, la dieta Mediterranea e il consumo di frutta che essa prevede, è associato alla riduzione del rischio di cancro all'apparato gastrointestinale e alle vie urinarie. Questo stile di vita non ha invece effetto su altre forme tumorali, fra cui quelle al seno, alla prostata e all'apparato genitale femminile.
Altre ricerche hanno avuto conclusioni simili in merito, fra cui una condotta dall'Università di Oxford che ha analizzato vari studi riguardanti il nesso tra consumo di verdura e frutta e insorgenza di cancro. Dai risultati ottenuti, gli studiosi hanno concluso che se è vero che il consumo di frutta e verdura non è strettamente correlato alla riduzione del rischio di cancro, porta però ad un minor rischio di altre patologie quali obesità, diabete e malattie cardiovascolari. Lo studio poneva l'accento sulla necessità di prevenire il tumore sopratutto attraverso la riduzione dei fattori di rischio, come consumo di alcol, fumo e obesità. Da notare come nella prevenzione di quest'ultima svolgano un ruolo importante verdure e frutta.
Assumere frutta e verdura è comunque un comportamento importante per la salute, raccomandato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ne consiglia almeno 400 g al giorno, in virtù dei loro benefici su altre patologie.
Non bisogna, però, pensare che l'unico mezzo per non sviluppare il tumore sia la sola assunzione di frutta e verdura, ma è necessario porre l'accento anche sull'intero stile di vita e comportamento alimentare.
Le banane sono un frutto molto utile da integrare nella propria alimentazione, perchè fornisce micro- e macro- nutrienti importanti.
Innanzitutto hanno un buon contenuto di fibre, 2,6%, e hanno una quantità di carboidrati che varia a seconda della tipologia e del grado di maturazione.
Inoltre, questo frutto è ricco di minerali quali potassio, che è il più rappresentato, ma anche calcio, fosforo, rame e ferro. Risultano quindi utili in caso di ipertensione lieve e anemia.
I carboidrati presenti sono per la maggior parte zuccheri, per cui se da un lato sono dei frutti da ridurre nel caso di diete ipocaloriche, dall'altro possono essere un valido alleato per i soggetti sportivi, specie se ben bilanciate e introdotte nella dieta con le giuste tempistiche.
La buccia della banana matura ha le macchie scure per la presenza del triptofano, amminoacido che porta alla produzione della serotonina. Per questo motivo alla buccia della banana vengono attribuite proprietà antidepressive e addirittura allucinogene se fumata. In realtà, la serotonina viene presto digerita dagli enzimi già nello stomaco, per cui il suo assorbimento a livello intestinale è molto basso. Inoltre, la serotonina così introdotta non può attraversare la barriera emato-encefalica, e quindi non ha azione a livello cerebrale.
Le controindicazioni per la banana sono per i soggetti allergici, in quanto la polpa contiene delle proteine che possono scatenare una risposta allergica in soggetti sensibili.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
Se è vero che invecchiare è un processo naturale e fisiologico, lo è anche che esistono differenze abissali tra l'età anagrafica e quella biologica di ognuno di noi.
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