Il fegato è la ghiandola più voluminosa del nostro organismo. (1200-1700 g). Svolge compiti importanti e complessi intervenendo nella regolazione del metabolismo glucidico protidico e lipidico, nella produzione di ormoni, nei processi di detossificazione e nella regolazione della massa sanguigna.
Per queste molteplici funzioni del fegato è nostro interesse, nel limite del possibile, far sì che non si ammali. Come? Con una dieta corretta.
In linea di massima va detto che i fondamenti di una dieta ideale sono validi in generale anche per quel che riguarda la salute del fegato. Vediamo però come può variare la dieta in base alle diverse patologie del fegato, andando a smantellare alcuni luoghi comuni sbagliati, come il fatto che le uova vanno sempre evitate.
Attenzione ad alcool e obesità. Secondo una recente indagine epidemiologica condotta grazie al progetto Dionysos, la steatosi è una delle patologie più frequenti riscontrabili nel 23% delle persone che sono normopeso e astemie, nel 48% delle persone normopeso ma che consumano più di 60 g di alcool al giorno (l'equivalente di circa una bottiglia di vino), nel 76% delle persone che sono obese, anche se astemie e addirittura nel 94% delle persone che sono obese e che devono più di 60 g di alcool al giorno.
Va precisato che la steatosi del fegato non è una vera e propria malattia perché soltanto nel 10% dei casi può evolvere in condizioni più gravi come la cirrosi.
Tuttavia da essa si evince come una dieta scorretta incapace di mantenere il peso forma, aggravato dall'abuso di alcool e l'eccessiva assunzione di calorie dovuta a quest'ultimo, influisca sulla salute del fegato.
Non è vero che le uova sono controindicate nella dieta di chi soffre di disturbi al fegato, se si eccettua il caso dei calcoli al fegato, in cui le uova possono provocare una colica biliare, andando a stimolare la colecisti. È indispensabile naturalmente che le uova siano fresche e che la loro cottura tenga conto della tolleranza del malato. In altri termini, le uova bollite o "alla coque" saranno sicuramente più digeribili di quelle al burro o al tegamino.
In caso di epatite acuta non sono necessarie prescrizioni particolari, ad eccezione dell'astensione assoluta dall'alcool dalla dieta. Anzi, in questi casi, per la presenza piuttosto frequente - soprattutto nelle prime fasi - di nausea e inappetenza, è opportuno seguire una dieta completa, ricca di carboidrati (pane, pasta, frutta, ecc.), ma anche con un apporto adeguato di grassi che rendono le pietanze più appetibili e gustose facilitando l'alimentazione.
Il sale deve essere ridotto in caso di malattia cronica di fegato con cirrosi epatica, perché in questa situazione esiste una tendenza all'accumulo di liquidi nel corpo che porta tra l'altro alla formazione di edema, ossia un rigonfiamento che si manifesta essenzialmente in corrispondenza delle caviglie/dei piedi e, se la malattia del fegato progredisce, a livello dell'addome (ascite).
In caso di dieta iposodica stretta, il sale non andrebbe usato neanche nell'acqua di cottura della pasta. Vanno inoltre evitati i dadi da brodo (ricchi di glutammato identificato con la sigle da E600 a E640) e gli estratti di carne, tutti gli alimenti conservati (per esempio, verdure sott'aceto, legumi in scatola, tonno sott'olio, minestre liofilizzate), salumi e insaccati, carne e pesce affumicati, grissini e crackers, maionese, olive, formaggi stagionati (mentre ricotta e mozzarella sì!) e dolci fatti in pasticceria.
Per questo tipo di patologia al fegato si possono introdurre nella dieta, ma sotto controllo medico, alcuni prodotti speciali privi di sodio destinati ad insaporire gli alimenti e che vengono venduti esclusivamente in farmacia. Attenzione infine alle acque minerali, soprattutto quelle effervescenti che, in alcuni casi, contengono grandi quantità di sodio: puntare quindi su quelle oligominerali con residuo fisso inferiore a 50 mg/l.
Nel caso di epatite acuta o cirrosi, è consigliabile suddividere l'introito calorico della dieta in 5 o 6 pasti e degli spuntini con frutta yogurt e cereali.
Contrariamente a quanto si può pensare i grassi non sono vietati in una dieta per il fegato, anzi il loro introito è indispensabile, soprattutto nei pazienti con cirrosi del fegato, dove spesso si ha malnutrizione e deficit calorico.
È preferibile comunque l'assunzione di grassi tramite olio extravergine d'oliva, ricco anche di acidi grassi esenziali, vitamine e antiossidanti. Sono però da evitare le fritture e da limitare i grassi animali come burro e strutto, che aumentano il lavoro del fegato, andando stimolare maggiormente le secrezioni biliari.
Per quanto riguarda le proteine, fatta eccezione per i pazienti con cirrosi epatica scompensata e quindi ammoniemia, non vanno mai abolite dalla dieta o ridotte, ma semmai assunte preferibilmente attraverso i legumi e i formaggi freschi, anziché dalla carne.
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