La buccia della frutta è ricca di vitamine? Proviamo a rispondere a questa domanda analizzando le sostanze, come nutrienti e contaminanti, presenti nella frutta ed in particolare nella buccia.
Dal punto di vista nutrizionale per frutta si intendono i cibi vegetali dolci. In questa categoria non vengono quindi inclusi altri alimenti che sono invece frutti dal punto di vista botanico, come le bacche e i semi.
Il nome scientifico della buccia della frutta è epicarpo, che ha caratteristiche differenti a seconda della specie botanica di appartenenza e della morfologia del frutto stesso. La funziona della buccia è quella di rivestire la polpa, chiamata pericarpo, che a sua volta protegge il seme del frutto dalle aggressioni esterne, come quelle dei parassiti, e allo stesso tempo ha una funzione trofica per il seme stesso.
La funzione della buccia è quella di proteggere la polpa e il seme dagli agenti esterni, come quelli ambientali, e pertanto la sua composizione e struttura sono in funzione di questo scopo.
La frutta ha un buon profilo nutrizionale, ricca di micronutrienti importanti come vitamine e minerali, nonchè anche fibre e composti bioattivi come gli antiossidanti. Inoltre, questa categoria di alimenti ha un buon apporto energetico con una buona quantità di zuccheri, prevalentemente fruttosio, di concentrazione variabile a seconda del tipo di frutto considerato.
A seconda dei frutti, possiamo trovare vitamine e minerali diversi in concentrazioni variabili, come la vitamina A, la vitamina C, ma anche potassio, magnesio e acidi organici.
Altro componente importante della frutta è la fibra alimentare, sia solubile che insolubile, importante per un corretto svolgimento della funzionalità intestinale ma anche la prevenzione di malattie come diabete e tumore al colon-retto.
Al fine di compiere la sua funzione di protezione delle varie componenti del frutto, la buccia deve essere resistente. Pertanto, è prevalentemente composta da fibre insolubili, come cellulosa e lignina. Altro costituente è la cera vegetale, chiamata pruina. Quest'ultima è molto importante nella protezione del frutto dalle contaminazioni da parte di muffe, i principali microrganismi che infettano la frutta.
Le fibre insolubili presenti nella buccia hanno principalmente una funzione strutturale del frutto, ma anche di favorire la maturazione del seme e dell'endocarpo, ossia la parte del frutto che racchiude il seme e che in alcuni frutti può essere legnosa. Altra funzione delle fibre insolubili della buccia è quella di mantenere l'idratazione delle porzioni più interne del frutto.
Inoltre, la buccia è costituita anche da una piccola percentuale di zuccheri, lipidi, in prevalenza fitosteroli, e acqua.
Le vitamine, ma anche i minerali e le molecole antiossidanti presenti nella frutta sono per la maggior parte idrosolubili o comunque dispersi in acqua, la cui quantità è di gran lunga maggiore nella polpa della frutta.
La polpa della frutta, inoltre, è la sede della sintesi di molecola organiche come le vitamine, per il cui scopo viene usata l'energia proveniente dal sole, ma anche l'anidride carbonica e le molecole nutritive presenti nel terreno. Una volta sintetizzate queste sostanze rimangono nella polpa, disciolte nell'acqua.
La buccia non è, quindi, ricca di vitamine ma può contenere basse concentrazioni di sostanze antiossidanti, come composti fenolici, quercetina e antocianine, pari al 4-5% del peso totale del frutto. La loro presenza è comunque legata alle caratteristiche e al tipo di frutto considerato. Un esempio è la buccia nell'uva rossa, ricca di resveratrolo.
A questo proposito, il dipartimento dell'Agricoltura americano ha visto che una mela rossa con la buccia intatta, contiene circa 10 mg di vitamina C, 5 g di fibra e 239 mg di potassio. La mela privata della buccia ha un valore di vitamina C paragonabile a quella con la buccia intatta, nonchè 194 mg di potassio e 3 g di fibra.
Una delle domande che viene fatta più spesso è : ma la buccia della frutta, ad esempio della mela, fa male?
Uno dei maggiori dubbi in merito è la presenza eventuale di pesticidi nella buccia dei frutti, come nella mela, specie di quelli che derivano da agricoltura non biologica. In realtà, a questo proposito la legislazione italiana ed europea pone dei limiti di sicurezza. In particolare, vi sono dei tempi che il produttore deve rispettare tra il trattamento e la messa in commercio del frutto. In questo modo si riduce la concentrazione di pesticidi nella buccia.
In aggiunta, vi sono delle concentrazioni limite di sicurezza che si riferiscono a dei valori massimi di pesticidi che possono essere eventualmente riscontrati nei frutti. Dai controlli che vengono fatti di frequente, sono stati rilevati nella maggior parte dei casi dei livelli di pesticidi al di sotto dei limiti di legge.
Un'eccezione a questo discorso sono alcuni frutti che possono subire dei trattamenti particolari a base, ad esempio, di alcune tipologie di fungicidi, come quelli che vengono usati negli agrumi in tempi ravvicinati alla messa in commercio. In questo caso, però, in Italia è obbligatoria la dicitura "buccia non edibile".
A questo proposito, è bene precisare, però, che nel caso di frutta importata da altri paesi al di fuori dell'Italia, l'indicazione della non commestibilità della buccia non è obbligatoria, ed inoltre sono permessi talvolta pesticidi non ammessi nel nostro paese. Rimane, quindi, più sicuro il consumo di frutta derivante dalle regioni italiane.
In ogni caso, nella buccia della frutta si depositano diverse sostanze che vengono scarsamente assorbite a livello sistemico dal resto della pianta, quindi anche dalla polpa del frutto. Queste sostanze si possono trovare però nella buccia. Eccetto i pesticidi, di cui abbiamo parlato prima, vi sono i microrganismi presenti ad esempio nel terreno, ma anche gli agenti inquinanti provenienti dall'acqua e dall'aria stessa dell'ambiente di stoccaggio e sopratutto coltivazione.
Pertanto, è sempre meglio adottare alcuni accorgimenti in modo da mangiare la frutta con la buccia in modo sicuro.
Innanzitutto, è sempre meglio preferire frutti italiani, in modo da essere certi di ridurre al minimo la quantità di pesticidi presenti.
Inoltre, è buona norma lavare accuratamente la frutta, in modo da rimuovere residui di terra e di conseguenza ridurre al minimo la presenza di microrganismi potenzialmente dannosi. Questo è particolarmente importante in gravidanza.
Altro accorgimento è prestare attenzione alla qualità dell'acqua con cui si lava la frutta, regola importante sopratutto nei paesi in via di sviluppo, dove la sicurezza microbiologica delle acque potabili non è sempre garantita.
Dal punto di vista nutrizionale, quindi, la buccia apporta sopratutto fibre alimentari insolubili, che svolgono una funzione importante sopratutto a livello gastrointestinale nella regolazione della funzionalità intestinale, quindi nella prevenzione della stitichezza, ma anche contro lo sviluppo dei tumori al colon-retto e a favore del controllo glicemico.
La buccia della frutta è sconsigliata in caso di patologie per cui si ha una scarsa tolleranza nei confronti della fibra alimentare. Fra queste abbiamo quelle infiammatorie croniche intestinali, come morbo di Crohn, diverticolite e diverticolosi, così come anche in caso di sindrome del colon irritabile.
La buccia è sconsigliata anche in caso si debbano effettuare esami endoscopici del tratto intestinale, come la colonscopia.
La buccia della frutta, inoltre, non risulta sempre edibile, a seconda della specie considerata. Infatti, può contenere sostanze difficili da digerire o che alterano in senso negativo il sapore del frutto. Fra i frutti dalla buccia non edibile abbiamo l'avocado, il melone, la cipolla e gli agrumi, come arancia e limone (in questo caso la buccia è edibile - se non trattata - ma solo dopo opportuni trattamenti, come la canditura o nelle marmellate).
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