I formaggini, associati all'alimentazione dei più piccoli a partire dagli anni Cinquanta, sono uno dei simboli dell'alimentazione del boom economico del dopo guerra. Con il miglioramento delle condizioni di vita anche dei più poveri, che vedevano aumentare il loro potere d'acquisto, iniziò a cambiare l'alimentazione della popolazione italiana.
I formaggini sopravvissero negli anni '70 e oltre, divenendo il simbolo delle ricette al formaggino da dare ai bambini. Chi non ricorda il formaggino Mio o quello di Susanna?
Nonostante siano dei bellissimi ricordi d'infanzia, i formaggini non hanno sempre caratteristiche nutrizionali eccezionali, soprattutto in seguito agli additivi che spesso vi vengono aggiunti. Abbiamo approfondito questo aspetto nell' articolo sui formaggi fusi.
Vediamo di seguito la storia di questo celebre preparato a base di formaggio fuso.
Con il cambiamento delle abitudini alimentari delle donne e degli uomini degli anni '70, si diffonde ed accresce la convinzione che tutto ciò che è industriale, confezionato e nuovo sia buono e sano. Ecco, quindi, che i genuini formaggini, pronti all'uso e in monoporzioni pratiche da fornire ai bambini, divengono il simbolo della moderna alimentazione.
Accanto ad essi, si diffondono anche i cibi in scatola, le merendine confezionate, i crackers già impacchettati, la carne in scatola e la margarina. Tutti questi cibi sono particolarmente apprezzati poiché nuovi e sono molto utilizzati dalle famiglie, sempre dietro la spinta pubblicitaria che mirava ad attirare i bambini prima dei loro genitori.
Negli anni Settanta ed Ottanta si riduce il consumo di formaggi da tavola o usati nei dessert. Questa inversione di tendenza è da riscontrare nella voglia di cambiamento della popolazione che si riflette anche nella scelta dei cibi da acquistare. I formaggi, in particolare, sono spesso associati al loro uso in sostituzione della carne, usanza delle famiglie più povere dei decenni precedenti.
L'uso invece del formaggio grattugiato in accompagnamento della pasta rimane, invece, comune e diffuso.
I contadini e gli operai del tempo iniziarono a disprezzare tutto ciò che era collegato ad un'usanza povera dei decenni precedenti, inclusi quindi alcuni formaggi.
Attorno all'uso dei formaggini e al loro successo nelle tavole degli italiani, c'è sicuramente una grande opera pubblicitaria che ha fatto in modo che questo alimento venisse richiesto e associato ai pasti dei bambini. Infatti, con il boom economico, le famiglie non chiedono cibo, ma hanno una vasta scelta di alimenti che sono invece i produttori a dover cercare di vendere in quantità. Pertanto, il lato pubblicitario della vendita dei cibi diviene di fondamentale importanza per queste aziende alimentari.
Tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Settanta, il Carosello spopolò in televisione e contribuì alla diffusione dei formaggini, che divennero simbolo del periodo accanto ad altri prodotti divenuti famosi.
In quegli anni l'introduzione del frigorifero fu una svolta epocale, uno strumento che consentiva la conservazione dei cibi e quindi permise un'alimentazione meno basata sulla rotazione stagionale e maggiormente su cibi industriali e con ingredienti maggiormente diversificati. I consumi alimentari si discostano quindi dalla produzione agricola per affiancarsi a quella industriale. Questo cambiamento è spinto ulteriormente dalla pubblicità, che con slogan e frasi ad effetto contribuisce a far divenire famosi alcuni prodotti, fra cui i formaggini appunto.
Il Carosello influenza quindi i consumi anche alimentari degli italiani del boom economico, facendo allontanare la richiesta dai prodotti tradizionali tipici italiani. Questo riflette sicuramente la voglia di cambiamento degli Italiani, che associano una proposta culinaria diversa ad una vita diversa, che viene quindi percepita come migliore.
Grazie al Carosello alcuni marchi di formaggini sono divenuto particolarmente famosi, come nel caso di Susanna, un personaggio di una serie di caroselli mandati in onda negli anni Sessanta. Divenne così famosa che la Invernizzi produsse un formaggino circolare chiamandolo proprio con il suo nome. Vennero poi abbinati gadget e raccolte punti che accrebbero enormemente il successo e la popolarità del prodotto.
Spesso la pubblicità dei formaggini fu accompagnata in quegli anni da messaggi sbagliati, che attribuivano al prodotto caratteristiche esclusive che tanto uniche non erano. Oggi questo tipo di marketing fuorviante è vietato dalla legge. Un tempo, però, ciò che veniva detto alla televisione era, invece, considerato come certo e vero, al contrario della tendenza dei tempi contemporanei.
I formaggini sono stati inventati nel 1911 dallo svizzero Walter Gerber. Sono in realtà dei formaggi fusi a cui vengono aggiunti altri ingredienti come latticini non fermentati e additivi. Fra questi ultimi abbiamo emulsionanti e coloranti. Altri ingredienti che si possono trovare nei formaggini sono il sale, talvolta anche in elevate quantità, e gli oli vegetali.
I formaggini sono in genere di forma triangolare e possono essere formulati a partire da diversi tipi di formaggi. I formaggi fusi, in linea generale, hanno però diverse forme, come nel caso delle sottilette che sono in fette monoporzione o sottoforma di formaggio spalmabile.
In molti formaggini vengono utilizzati anche i polifosfati, additivi di sintesi usati come addensanti e rappresentati dalle sigle: E450, E451 e così via. Questi composti sono stati ritenuti pericolosi in quanto andrebbero a ridurre l'assorbimento e il metabolismo del calcio. Per questo motivo l'uso di questi additivi è vietato per gli alimenti destinati a bambini di età inferiore ai 3 anni. Sono spesso presenti, però, nei formaggini classici.
Oggi sono stati creati formaggini senza l'uso di polifosfati e conservanti e nel corso del tempo ogni azienda produttrice ha cercato di adattarsi alle richieste del mercato contemporaneo, sempre più esigente dal punto di vista della qualità alimentare.
I vantaggi dei formaggini sono dovuti alla loro conservabilità maggiore rispetto ad altri formaggi, che consente quindi una maggiore durata e praticità d'uso. Sono quindi semplici da aggiungere alle pappe per bambini o per completare il pasto in modo veloce e apparentemente nutriente.
Inoltre, hanno un costo di produzione inferiore, e di conseguenza dei prezzi al consumatore finale più vantaggiosi. Chi li immette sul mercato ha inoltre dei tempi più rapidi di produzione rispetto al formaggio tradizionale e quindi i formaggini ben si adattano ad una produzione su scala industriale. Purtroppo però, come spesso accade, il risparmio nella produzione, dovuto soprattutto ai tempi di stagionatura ridotti, non viene ripartito equamente tra produttore e consumatore, ma se lo intasca in gran parte il produttore. Infatti il costo al kg dei formaggini è spesso del tutto comparabile, se non più elevato, dei formaggi tradizionali a pasta molle (come caciotte, taleggio, gorgonzola, robiola ecc).
La storia dei formaggini sembra più che altro costellata da un buon numero di successi pubblicitari, in grado di attirare l'attenzione dei bambini e di ingannare i più grandi nell'acquisto di prodotti apparentemente salutari.
Nella maggior parte dei casi i formaggini sono ricchi di sale e prevedono l'aggiunta di burro e additivi, fra cui spesso i polifosfati. Sicuramente, rispetto ad altri tipi di formaggi risultano con caratteristiche nutrizionali e organolettiche di minor qualità, anche se rapportate al prezzo.
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