La marmellata di marroni è atipica poiché i marroni sono un frutto atipico. Infatti contengono amido e pochi zuccheri semplici, e hanno una bassa acidità. Quest'ultima caratteristica ne rende la conservazione molto critica. Cercare di aumentare l'acidità artificiosamente aggiungendo in quantità importante succo di limone o aceto balsamico non ha molto senso, poiché per raggiungere livelli di acidità che garantiscano la conservabilità si andrebbe a compromettere eccessivamente il gusto.
Una marmellata di marroni si conserva bene, utilizzando il nostro metodo di sterilizzazione, solamente se contiene almeno il 50% di zuccheri: se si scende al di sotto di questo valore il rischio che una parte di vasetti sviluppi gas prodotti da microorganismi è abbastanza elevato, e quindi non vale la pena di rischiare.
La marmellata di marroni è dunque un'eccezione, nel panorama delle marmellate Sì, che in genere hanno il 40% di zucchero e quindi 160 kcal/hg. Il 50% è comunque di una quantità di zuccheri inferiore rispetto alla quasi totalità dei prodotti presenti sul mercato.
Nelle nostre marmellate usiamo quasi sempre il fruttapec, ma non nel modo in cui Cameo (il produttore) consiglia di utilizzarlo. Per approfondire e conoscere il nostro metodo di produzione delle marmellate, ti rimandiamo all'articolo sul fruttapec e in generale, alla sezione del sito dedicata alle marmellate fatte in casa. Qui ci limitiamo a dire che non ha alcun senso utilizzare la pectina per un frutto ricchissimo di amido, che gelatinizza in cottura e dunque si presenta già fin troppo denso anche allo stato naturale. Per la marmellata di marroni non c'è alcun motivo di aggiungere alcun tipo di addensante.
Per preparare la marmellata di marroni la base di partenza sono le caldarroste, che possono essere comprate già cotte, cotte in forno oppure con la classica padella bucata sul fuoco vivo. Se non si dispone di un camino e di una padella bucata sufficientemente grande, la soluzione migliore è quella di cuocerle al forno, clicca sul link per scoprire come farlo al meglio, nel forno di casa.
Autore: Andrea Tibaldi
Tempo di preparazione:
Tempo di cottura:
Tempo totale:
Sbriciolare le caldarroste con le dita, facendo attenzione a scartare tutte quelle marce. Se avete dei dubbi, assaggiatene metà, mettere nella marmellata qualche castagna marcia può significare contaminare tutta la marmellata con il suo gusto sgradevole.
Una volta sbriciolate tutte le caldarroste, metterle a bollire insieme all'acqua in una pentola di acciaio a fondo spesso, unire lo zucchero e alla bacca di vaniglia, appena prende il bollore abbassare la fiamma al minimo e cuocere per 20 minuti, scoperto.
Togliere la vaniglia e frullare il tutto molto bene con un frullatore ad immersione, quindi continuare a cuocere per 10 minuti, a fuoco basso, scoperto, frullare nuovamente per 1-2 minuti, cuocere altri 10 minuti, frullare un'ultima volta finché la marmellata non assume un aspetto omogeneo e translucido. Aggiungere il liquore, mescolare bene, quindi cuocere per gli ultimi 3-4 minuti e invasettare in vasi sterilizzati (per il procedimento vedi l'articolo sulla sterilizzazione veloce delle marmellate).
Se volete essere sicuri che la marmellata abbia cotto per un tempo sufficiente, pesate la pentola vuota, segnatevi il suo peso, quindi pesate la pentola piena di marmellata ponendo uno straccio di cotone o un piatto di vetro o ceramica a protezione del fondo della bilancia: quando la marmellata pesa 1500 g è pronta per essere invasatettata.
Al posto del liquore, la marmellata può essere acidificata con 20 g di aceto balsamico di Modena.
Energia |
196 kcal - 819 KJoule |
|
0 g |
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Proteine |
1 g - 2% |
|
Carboidrati |
50 g - 94% |
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Grassi |
1 g - 3% |
|
di cui |
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saturi |
0 g |
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monoinsaturi |
0 g |
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polinsaturi |
0 g |
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Fibre |
0 g |
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Colesterolo |
0 mg |
|
Sodio |
0 mg |
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