I molluschi sono degli invertebrati, con il termine scientifico Mollusca ci si riferisce al Phylum del regno animale che crompende più di 110 mila specie note, accomunate dal fatto di avere un corpo molle (da cui ha origine il nome molluschi) che può essere dotato di una conchiglia interna o esterna oppure assente.
All'interno del Phylum molluschi i gruppi più importanti, almeno a livello alimentare e commerciale, sono quello dei bivalvi, quello dei cefalopodi (con ad esempio polpo o seppia) e quello dei gasteropodi (a cui appartengono i murici e le lumachine di mare).
In questo articolo ci occuperemo esclusivamente dei molluschi bivalvi.
I bivalvi, chiamati dalla comunità scientifica anche Lamellibranchi, per l'aspetto lamellare delle branchie, comprendono circa 30 mila specie note, di cui quelle che comunemente troviamo sulle nostre tavole e in pescheria sono sì e no una decina, vongole, cozze e ostriche sono senza dubbio i bivalvi più diffusi e commercializzati al mondo.
Forse non tutti sanno che, in realtà, la maggior parte dell'acquacoltura italiana è destinata alla molluschicoltura proprio di queste 3 specie (ben il 90% della produzione nazionale), non tanto alla piscicoltura (l'allevamento di orata e branzino per intenderci).
Vediamo questi affascinanti animali più nel dettaglio.
La peculiarità dei bivalvi è quella di essere organismi filtratori, o meglio, microfiltratori, ossia si alimentano filtrando attraverso il sifon e inalante l'acqua di mare e trattenendo il particellato e le sostanze nutritive dentro l'apparato digerente. Ma proprio questa loro capacità di filtrazione li rende anche un alimento "pericoloso", dato che assieme al nutrimento possono filtrare anche biotossine algali, metalli pesanti, batteri e altre sostanze potenzialmente dannose per la salute umana, ed è proprio per questo che è prevista per legge una loro depurazione in centri appositi specializzati prima di essere immessi sul mercato, sia che provengano dalla pesca che dagli allevamenti.
I bivalvi sono, inoltre, dotati di due valve (da qui il termine bi-valvi), dette comunemente conchiglie, che proteggono il loro corpo molle. Le valve rimangono generalmente chiuse, strette, ma possono aprirsi per incamerare acqua, quindi ossigeno, e sostanze nutritive, grazie ai muscoli adduttori che possiedono (due nelle vongole, uno nelle cozze e nelle ostriche). Questi muscoli adduttori, che ad occhio nudo si possono notare come pezzetti di carne bianca e dalla forma circolare, sono un importante indice di freschezza al momento dell'acquisto. Se le valve sono aperte, infatti, significa che questi muscoli hanno smesso di funzionare, in pratica che il mollusco è morto.
A seconda dello stile di vita i bivalvi possono essere classificati in fossori, come le vongole o i cannolicchi che scavano sotto la sabbia e rimangono rintanati lì, oppure sessili, come le ostriche, le cozze e i mitili in generale, che attraverso il bisso vivono attaccati ad un substrato roccioso.
Di seguito riportiamo l'elenco degli articoli sui bivalvi presenti nel nostro database:
Una curiosità: il bivalve idoneo al consumo umano più grande del mondo è il Geoduck, o vongola dalla proboscide, così chiamata perchè una volta fuori dalla conchiglia può arrivare a misurare anche 2 metri (vedi foto in alto). Nel Mar Mediterraneo non si trova, per assaggiarlo bisogna andare sulle coste del Pacifico, in Asia o in Canada. Viene gustato crudo, per esempio nel sushi e sashimi giapponesi, fatto a fettine sottili, oppure fritto o grigliato.
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