I bioflavonoidi, chiamati anche flavonoidi, sono delle piccole molecole molto rappresentate nel mondo vegetale, in quanto sono metaboliti secondari dei processi biochimici delle piante superiori. In particolare, sono pigmenti dei fiori ma si possono trovare anche nelle altre parti della pianta come i frutti. In modo dipendente dal pH, infatti, ciascuna di queste molecole dona un diverso colore ai frutti e ai fiori delle piante. Le antocianine, ad esempio, sono flavonoidi che conferiscono il colore rosso, blu e violetto a seconda degli ioni con cui interagiscono. Interagendo con ioni Fe3+ e Al3+ vanno a conferire il colore blu. Questa caratteristica è importante perché, grazie alla colorazione, gli insetti sono attirati ai fiori e alle piante, favorendo quindi l'impollinazione. Vi sono flavonoidi che assorbono lunghezza d'onda dello spettro UV che l'occhio umano non è in grado di vedere, ma sono ben visibili comunque agli insetti, che possono quindi usare queste piante anche come punto di sosta.
I flavonoidi si possono trovare in frutta, come frutti di bosco, ciliegie e agrumi, ma anche in ortaggi come i pomodori, il finocchio, il grano saraceno e tanti altri. Si trovano anche in bevande come il tè verde, il cioccolato, il vino rosso e in radici e cortecce di numerose piante, alcune delle quali sono utilizzate per preparare delle tisane.
I flavonoidi sono composti idrosolubili e dal punto di vista chimico sono dei polifenoli, spesso presenti in combinazione con zuccheri, con cui formano glicosidi.
I bioflavonoidi sono in realtà una classe variegata di composti, in tutto circa 6000, che sono suddivisi in diverse sottoclassi. Spesso vengono raggruppati tutti insieme sotto il nome di vitamina P.
Prevalentemente i flavonoidi sono divisi in 3 principali sottoclassi: flavonoidi propriamente detti, gli isoflavonoidi e i neoflavonoidi. Ciascuna di esse differisce leggermente per alcune caratteristiche chimiche, ma hanno una struttura in comune, tipica della maggior arte dei composti di questo genere, costituita da uno scheletro a 15 atomi di Carbonio che vanno a formare 3 anelli, di cui uno è eterociclico e gli altri due sono anelli benzilici.
Le 3 principali classi di bioflavonoidi sono divise in altre sottoclassi, a seconda del grado di insaturazione e dei sostituenti presenti nello scheletro principale. Queste ulteriori classi sono: flavoni (es. la luteolina), flavonoli (es. la quercetina), flavanoni o catechine, flavani, antocianine (come la cianidina), calconi, isoflavoni e tante altre.
Hanno dimostrato di svolgere diverse attività biologiche. Sono state scoperte nel 1937 da uno scienziato ungherese, che li ha proposti come molecole protettrici dell'apparato cardiovascolare. Successivamente, sono stati fatti diversi esperimenti sui flavonoidi e sono state scoperte le loro molteplici attività, nonché le diverse molecole che fanno parte di questa categoria.
Dato che ai bioflavonoidi fanno parte moltissimi tipi di composti, ogni molecola di questa categoria ha in realtà il suo effetto, che dipende dalle loro caratteristiche molecolari. Per questo motivo, si consiglia sempre di variare il colore di frutta e verdura, in modo da assicurare un completo apporto di bioflavonoidi con la dieta.
Per la varietà di effetti, i bioflavonoidi vengono spesso usati per la costituzione di farmaci, nutraceutici e preparazioni cosmetiche.
I primi studi su questi composti hanno proposto la correlazione tra flavonoidi e circolazione, studiando in particolare un'attività di riduzione dell'eccessiva coagulazione del sangue e indicandoli, quindi, come utili in caso di trombosi e come supporto alle terapie anticoagulanti.
La principale attività di questi composti è quella antiossidante, poiché contrastano l'azione e la formazione dei radicali liberi, attraverso l'attività di scavenger di questi ultimi composti. Questo effetto è dimostrato da diversi studi, fra cui uno del 2014, che ne ha confermato il loro ruolo nel bloccare lo stress ossidativo e la potenzialità del loro utilizzo per la realizzazione di terapie contro diverse patologie.
Altra attività proposta per i bioflavonoidi è quella di prevenzione o comunque possibile effetto benefico contro i tumori, il morbo di Alzheimer e l'aterosclerosi. Questi effetti sono dovuti non solo all'attività antiossidante di queste molecole ma anche a quella antinfiammatoria, antimutagena e anticancerogena, oltre che alla capacità di interagire con diversi enzimi cellulari.
L'attività antitumorale si esplica attraverso il blocco della produzione di molecole pro-cancerogene, ma anche con la promozione dell'azione di enzimi detossificanti che contribuiscono quindi all'eliminazione di molecole cancerogene.
L'attività protettiva contro l'Alzheimer è stata proposta da più studi che hanno evidenziato l'attività di alcuni flavonoidi, in particolare la quercetina, nell'inibire l'acetilcolinesterasi (ACE), un enzima importante nello sviluppo di questa patologia e che è spesso bersaglio dei farmaci appositi. Sono però necessari ulteriori studi che vadano ad evidenziare i meccanismi con maggior dettaglio.
L'attività antiinfiammatoria si esplica attraverso l'inibizione della COX-2, un enzima prodotto in seguito all'infiammazione, che contribuisce a prolungarla e a promuoverne gli effetti negativi. Di conseguenza, attraverso l'inibizione della COX-2 si possono anche ridurre i danni a livello gastrointestinale. Inoltre, sono stati analizzati alcuni flavonoidi presenti in commercio e, oltre all'attività di inibizione della COX-2, hanno rivelato di poter contrastare l'azione dell'aldosio reduttasi, quindi con potenziale effetto contro il diabete. Quest'ultima attività è ancora da dimostrare e sperimentare ulteriormente, ma sembra essere promossa anche dall'effetto positivo di alcuni flavonoidi sull'attivazione dei recettori per l'insulina.
I flavonoidi possono inoltre avere effetti antimicrobici, antivirali, antifungini, o essere usati come insetticidi, perché possono interferire con gli acidi nucleici di alcuni tipi di cellule. Sono stati riportati da alcuni studi anche effetti protettivi contro la demenza e le malattie neurodegenerative, visto la loro azione antiinfiammatoria che si esplica anche a livello del sistema nervoso, aiutando nella prevenzione dei danni a questo livello.
In generale, i bioflavonoidi sono ben rappresentati in una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura. Pertanto, nella maggior parte dei casi non è necessario l'uso di integratori a base di questi composti.
Inoltre, spesso l'attività dei flavonoidi dipende anche dall'interazione con altre sostanze presenti nella pianta, ossia dal fitocomplesso, situazione questa che avvalora una necessità ancora maggiore di introduzione prevalente di queste sostanze attraverso la dieta.
Si stima che una dieta equilibrata apporti dai 150 ai 300 mg al giorno di bioflavonoidi, dose che non dovrebbe essere superata nel caso in cui si integrino queste sostanze con la dieta, ad esempio per mancata possibilità di assumere gli alimenti che li contengono.
In commercio vengono spesso immessi integratori a base di flavonoidi, da soli o in associazione con altre sostanze, che promuovono le più disparate proprietà, fra cui quelli antirughe, antiossidanti e per la circolazione. Si possono trovare, ad esempio, integratori a base di vitamina C e rosa canina, ricca di flavonoidi, per contrastare la fragilità capillare, ma anche in caso di emorroidi e vene varicose.
L'integrazione con i flavonoidi è meglio sia sempre stabilita da un professionista abilitato perché possono esservi alcuni casi di interazione tra farmaci e flavonoidi. Non dovrebbero ad esempio essere utilizzate da soggetti che seguono terapie anticoagulanti, perché i flavonoidi hanno effetto sull'attenuazione della coagulazione abnorme.
Un altro caso in cui è bene chiedere il parere del medico, è l'assunzione di flavonoidi in gravidanza.
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