La lattoferrina è una molecola naturalmente prodotta dal nostro organismo, che si trova in alte concentrazioni nel latte materno e nel colostro. Diversi studi hanno attribuito a questa molecola svariate attività biologiche, come l'attività antibatterica, antivirale e antifungina, e per questo motivo sono stati sviluppati integratori appositi a base di lattoferrina.
Vediamo quali sono davvero gli effetti di questi preparati e cosa ci dicono gli studi scientifici a riguardo.
La lattoferrina è una glicoproteina in grado di legare il ferro, e per questo appartiene alla stessa famiglia della transferrina. Alcuni studi hanno dimostrato che essa è in grado di legare anche altri ioni come rame, zinco e manganese.
La lattoferrina è secreta dalle cellule epiteliali e riversata nei loro secreti. Si trova quindi nelle lacrime, nella saliva, nei fluidi vaginali, nelle secrezioni nasali e bronchiali, ma anche nella bile e nei succhi gastrici. La maggior concentrazione di lattoferrina si trova, però, nel latte e nel colostro, secreto dalle ghiandole mammarie dei mammiferi. Nel latte umano si hanno 2 g di lattoferrina ogni litro di latte, e 7 g di lattoferrina ogni litro di colostro. La concentrazione di questa proteina è molto inferiore nel caso del latte bovino, 0,2 g/l, e nel colostro bovino, 1,5 g/l. Tuttavia, la lattoferrina bovina ha un'altissima affinità con quella umana, sia nella struttura che nelle funzioni biologiche esercitate. Per questo motivo, la lattoferrina bovina viene spesso usata per la formulazione di integratori ad uso umano o in ambito di ricerca scientifica.
La lattoferrina si trova anche nel plasma nella concentrazione basale di 0,4-2 μg/ml, che può salire fino a 200 μg/ml in caso di infezioni o disturbi al sistema immunitario, nonchè anche durante la gravidanza.
L'attività della lattoferrina è principalmente di modulazione del sistema immunitario e dell'infiammazione, grazie al fatto che può interagire con specifici recettori presenti nelle cellule epiteliali e in quelle immunitarie, nonchè anche sulla superficie del patogeno. Infatti, è in grado di legarsi al lipopolisaccaride dei batteri Gram-negativi. Promuove, attraverso diversi meccanismi d'azione, la proliferazione, migrazione, maturazione e attivazione delle cellule immunitarie, come i macrofagi e i monociti, ma anche le cellule dendritiche e i neutrofili, legandosi spesso alla superficie di queste cellule ed inducendone la loro maturazione, come avviene nel caso dei macrofagi e delle cellule dendritiche, come dimostrato da questo studio.
La lattoferrina, inoltre, esplica un'azione antinfiammatoria attraverso la riduzione e il controllo dei meccanismi infiammatori connessi con diverse patologie, come dimostrato nel caso delle riniti allergiche.
Altri studi hanno dimostrato che la lattoferrina aiuta nella riparazione della mucosa in caso di morbo di Crohn, e riduce l'espressione dei mediatori dell'infiammazione in tutti i casi di colite.
I benefici della lattoferrina sembrano diversi, e si esplicano però attraverso meccanismi d'azione ancora non ben noti e oggetto di ricerche ancora in corso. Questo blocca in parte l'uso della lattoferrina come integratori di routine in diverse patologie e molto spesso viene usata come coadiuvante di terapie solo in casi sperimentali. I campi di applicazione sembrano tuttavia davvero diversificati ed interessanti.
La lattoferrina è stata proposta anche per il trattamento delle patologie neurodegenerative, perchè sembrerebbe migliorare i processi cognitivi e lo sviluppo neurale. Inoltre, gli studi in merito hanno rilevato un ruolo importante di questa molecola nel rallentamento dei processi degenerativi connessi con queste patologie.
La lattoferrina sembra svolgere un ruolo importante anche nel caso di alcune forme tumorali, in quanto sembra determinare danni nelle cellule tumorali ed indurre l'arresto del loro ciclo cellulare, nonchè anche l'apoptosi e il blocco della migrazione delle cellule cancerose. L'esatto meccanismo d'azione della lattoferrina deve essere ancora chiarito con ulteriori studi, ma sembrerebbe che la lattoferrina possa essere un potenziale aiuto contro alcune forme di cancro, come nel caso della leucemia, questo lo studio, e del cancro alla mammella, come dimostrato da quest'altro studio. Il principale effetto della lattoferrina sembra essere quello di ridurre gli effetti collaterali dovuti alle terapie di elezione contro il cancro.
Il maggior interesse nei confronti della lattoferrina è, però, dovuto alla sua attività antimicrobica, dimostrata da diversi studi che hanno rilevato come questa proteina possa agire contro la diffusione di funghi, parassiti e batteri, nonchè anche di molti virus. Questa attività è correlata a diversi meccanismi d'azione ancora non ben noti, ma che sembrano essere connessi con la capacità di chelare il ferro.
L'attività antibatterica della lattoferrina si esplica in prevalenza contro E. coli, Salmonella, Yersinia e H. pylori, nonchè anche alcuni batteri Gram-positivi come Listeria monocytogenes e S. aureus. In prevalenza sembra che il meccanismo d'azione della lattoferrina sia quello di rompere l'equilibrio della membrana plasmatica dei batteri, aumentandone la permeabilità e permettendo il passaggio di molecole come il lisozima e altre sostanze ad azione battericida. L'integrazione della lattoferrina, inoltre, sembra potenziare l'effetto di alcuni antibiotici, come la rifampicina e la clindamicina, nonchè anche l'azione di altri trattamenti contro le infezioni batteriche.
La lattoferrina è anche efficace contro le infezioni fungini, in particolare contro la Candida, di cui causa la morte cellulare attraverso la distruzione della parete fungina. La lattoferrina agisce spesso in sinergia con molti farmaci antifungini di cui potenzia l'effetto.
Inoltre, gli integratori di lattoferrina possono essere usati anche come coadiuvante nel trattamento contro diversi parassiti, come Giardia lamblia, Entamoeba histolytica e Trypanosoma, ma anche per il Toxoplasma gondii.
La lattoferrina è stata proposta anche come aiuto nella prevenzione della malattie metaboliche come diabete e obesità e nel processo rigenerativo delle ossa.
Recenti studi hanno correlato l'uso della lattoferrina con la riduzione dell'infiammazione e dei sintomi di infezione del virus Sars-Cov-2, poiché andrebbe a contrastare lo squilibrio nei livelli di ferro dell'ospite e bloccherebbe la colonizzazione virale, modulando la risposta infiammatoria dell'organismo bersaglio del virus. Questo meccanismo d'azione sembrerebbe attenuare l'aggravarsi delle condizioni dei pazienti diabetici quando sono colpiti da Covid-19.
L'azione della lattoferrina contro le infezioni virali è nota, però, già da tempo. La lattoferrina, infatti, sembra svolgere un'azione importante contro il virus dell'influenza, del papillomavirus umano e dell'HIV, come dimostrato da alcuni studi in merito.
In generale, alcuni studi hanno evidenziato come la lattoferrina possa inibire l'infezione da virus SARS.
Grazie al fatto che è molto concentrata nel colostro e nel latte materno, è stata più volte reputata il motivo della maggior protezione e miglior reazione dei neonati all'infezione da Sars-Cov-2. In realtà, nonostante alcuni studiosi affermino con certezza come la lattoferrina possa bloccare o ridurre il progredire dei sintomi del Covid-19 nell'uomo, non sono ancora noti con certezza i meccanismi d'azione e non è ancora sicuro il suo effetto nella prevenzione e cura di questa recente infezione. Sono necessari ulteriori studi prima che possa essere utilizzata come trattamento o prevenzione, nonostante i risultati siano davvero promettenti.
Nelle sperimentazioni in merito si usa come al solito la lattoferrina bovina, tacciata da alcuni come pericolosa per l'uomo e oggetto di diversi dibattiti. In realtà, questa molecola è già in commercio in diverse formulazioni di integratori ed è stata ritenuta GRAS, ossia sicura per la salute umana, dall'FDA nel 2012.
Negli studi che prendono in considerazione la lattoferrina e la sua potenziale azione contro o in prevenzione del Covid-19, il migliore integratore consigliato sembra essere quello composto lattoferrina pura, che non ha controindicazioni particolari e che viene usata alla concentrazione di 1 g al giorno.
Ricordiamo, però, che questi risultati sono ancora preliminari, nonostante siano molto promettenti.
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