Allevamento intensivo dei polli

L'allevamento intensivo dei polli è un metodo di produzione di carne e uova che nasconde diversi problemi, non solo per la salute degli animali, ma anche per quella umana. La soluzione a questi problemi è anche nelle mani dei consumatori, che dovrebbero imparare a scegliere in modo più consapevole i prodotti da acquistare, evitando ad esempio quelli da allevamento intensivo.

 

 

Pollo a lento accrescimento allevato a terra e all'aperto

Pollo da allevamento biologico

Il pollo: focus generale

Il pollo è un nome generalmente attribuito in campo alimentare in riferimento agli animali della specie Gallus gallus. In realtà, il maschio riproduttore si chiamerebbe in modo più corretto "gallo", la cui femmina è la gallina. Esistono diverse razze di polli ciascuna delle quali ha caratteristiche diverse, sia dal punto di vista morfologico che per quanto riguarda la produttività.

 

 

Questi animali vengono in genere allevati per produrre carne o uova secondo diverse modalità di allevamento. Sono specie onnivore con una vita media che va dai 5 agli 11 anni per i polli allevati in libertà, che però si abbrevia per quelli ad allevamento intensivo, che vivono dalle 6 alle 14 settimane. 

La carne di pollo è molto apprezzata e utilizzata perchè è economica, ha un basso apporto di grassi e un buon contenuto di proteine di alto valore biologico. 

L'allevamento intensivo: caratteristiche principali

Gli allevamenti intensivi occupano un grande spazio nella filiera del pollo, arrivando in Italia a costituire circa il 95 % della produzione. Questo è dovuto al fatto che questo tipo di allevamento consente di realizzare un prodotto a basso costo e una produzione in tempi più ristretti, soddisfando così la domanda sempre più crescente dei consumatori. L'allevamento intensivo di polli da carne porta a maggiori guadagni rispetto agli altri tipi di allevamenti dello stesso animale. Nel mondo, il mercato produttivo non è però guidato solo dalla richiesta dei consumatori, ma anche dalle grandi aziende produttrici a livello mondiale, che influenzano e decidono prezzi, modalità di allevamento e persino le decisioni politiche in merito. Questi grandi marchi utilizzano sopratutto l'allevamento intensivo per la produzione e si trovano sopratutto in Cina, Brasile e Stati Uniti. 

L'allevamento avviene in genere all'interno di edifici, spesso privi di finestre, in cui si ha una densità di 17-22 polli per metro cubo. Arrivano quindi a trovarsi sotto lo stesso capannone centinaia, se non migliaia di polli, in edifici di grandi dimensioni spesso situati nelle vicinanze degli impianti di macellazione, per semplificare e velocizzare la filiera produttiva. L'enorme densità degli allevamenti intensivi ha la sua motivazione nella necessità di far fronte ad una richiesta di pollame e derivati sempre maggiore, che richiederebbe uno spazio di allevamento eccessivo. 

I polli destinati alla produzione di carne vengono selezionati geneticamente in base alla velocià di crescita, arrivando al peso di macellazione nella metà del tempo di circa 30 anni fa, ossia circa 40 giorni. 

I problemi dell'allevamento intensivo: i danni agli animali

 

 

L'allevamento intensivo può portare alla modificazione delle caratteristiche fisiche, sia qualitative, come la colorazione del piumaggio, che quantitative, ad esempio la capacità produttiva di uova. Questo è quanto ha dimostrato una ricerca scientifica del 2010, che si basava sullo studio di 3 diverse razze di polli.

L'enorme velocità di crescita a cui i polli sono sottoposti negli allevamenti intensivi, fa in modo che ad accrescersi sia la muscolatura. Spesso i mangimi vengono addizionati con sostanze, come il roxarsone, che hanno la doppia funzione di controllo della concentrazione dei patogeni enterici del pollo e di stimolo dell'accrescimento muscolare.

Questo accrescimento non è però accompagnato da quello delle ossa, e in particolare delle zampe. L'enorme densità di polli dei capannoni da allevamento non permette a questi animali di muoversi. La mancanza di attività fisica, quindi, non consente un corretto sviluppo osseo, causando difficoltà nel movimento, dovuta anche alla deformazione delle zampe. Spesso, i polli soffrono di paralisi e non potendo raggiungere le mangiatoie e gli abbeveratoi muoiono di stenti. Altre conseguenze per i polli possono essere tendinitiascite e dolori articolari

Altri problemi causati dall'accrescimento veloce sono quelli cardiovascolari e respiratori, dovuti ad un lento accrescimento del cuore e dei polmoni, che non riescono a supportare uno sviluppo così rapido della muscolatura dell'animale. 

Molti problemi dei polli da allevamento intensivo sono sopratutto dovuti alla grande densità degli animali nell'edificio, analizzati in uno studio del 2007. In questo lavoro si faceva presente che i problemi maggiori si hanno se la densità dei polli è maggiore di 14-16 capi per metro quadrato.  Oltre a quelli locomotori, si hanno quelli legati all'umidità e alla concentrazione di ammoniaca degli allevamenti. Infatti, spesso la letteria non viene pulita fino alla macellazione. Questo causa problemi cutanei nei polli e il verificarsi di condizione igieniche scarse che hanno ripercussioni anche sugli alimenti prodotti. Per far fronte alle infezioni che si propagano negli allevamenti intensivi, quindi, spesso si utilizzano antibiotici in dosi elevate che causano problemi nel sistema immunitario dei polli e che possono a lungo andare portare all'antibiotico resistenza dei batteri. Nel 2014, un'indagine del Ministero della Salute ha rilevato nell'intestino di polli il 12,69 % di campioni positivi alla Salmonella, il 40,34 % positivi al Campylobacter jejuni e circa il 95% infetto da Escherichia coli

Le conseguenze per l'uomo

L'allevamento intensivo di galline da uova, così come anche di polli, sia per la riproduzione che per la filiera della carne, presenta diversi rischi per la salute umana. 

Innanzitutto le scarse condizioni igieniche, in particolare per quanto riguarda la pulizia della lettiera, possono portare al proliferare di batteri che possono poi trovarsi nelle uova e nelle carne e causare tossinfezioni alimentari, come quella da Salmonella e Campylobacter o Escherichia coli. Quest'ultimo in particolare è per lo più resistente ai farmaci, in seguito all'enorme utilizzo di antibiotici nei polli allevati in modo intensivo. L'antibiotico-resistenza può, inoltre, trasmettersi all'uomo attraverso la catena alimentare, portando quindi ad una minor protezione dell'uomo dalle infezioni.  

La densità dei capannoni da allevamento, così come anche la vicinanza di questi ultimi alle aree di macellazione, ma anche la vicinanze delle aziende fra loro, determina la comparsa di aree ad alta densità di polli. Questo comporta una maggiore e più veloce diffusione di virus durante le epidemie. Un esempio è quella dell'influenza aviaria, propagata da un virus che usava come vettore i polli, ma che era anche mortale per l'uomo. L'ultimo focolaio di infezione si è avuto tra il 2017 e il 2018, e ha costretto ad abbattere in tutta Europa milioni di polli. Solo in Italia ne sono stati abbattuti 2,7 milioni, sopratutto negli allevamenti al nord del paese. 

A luglio del 2017, alcuni allevamenti belgi e olandesi avevano aggiunto una sostanza tossica per l'uomo, non autorizzata, negli antiparassitari: il fipronil. Questi allevamenti erano connessi nella filiera produttiva con altri paese europei, fra cui l'Italia, ed è stato necessario abbattere altri polli per evitare danni alla salute dell'uomo. Anche in questo caso sono stati milioni i capi abbattuti in diverse parti d'Europa. Tutto questo ha portato anche a perdite economiche ingenti, dovute non solo alla carenza di pollame e oviprodotti, ma anche ai costi necessari per la profilassi e le analisi. 

Polli da allevamento intensivo: NO GRAZIE!

Tutte le informazioni contenute in questo articolo giusificano la nostra scelta, effettuata fin dagli inizi della nostra opera di divulgazione, di evitare il consumo di polli e di uova da allevamento intensivo. Per i dettagli rimandiamo all'articolo sulla sicurezza della carne.

 

 

 

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