Frutta esotica: elenco completo e come sceglierla

La frutta esotica, in inglese exotic fruit, è la frutta tropicale che cresce ed è originaria di paesi come il Sud America in cui vi è un clima tipicamente tropicale. Questo genere di alimento è molto apprezzato per i suoi colori sgargianti e i sapori invitanti, ma la frutta tropicale ha anche proprietà nutrizionali interessanti, si può usare in cucina per arricchire moltissime ricette per presentare in tavola, quindi, qualcosa di diverso dal solito. 

 

 

Ne esistono di diverse tipologie e colori, dal verde al giallo al rosa, i frutti esotici sono spesso strani anche nella forma. Vediamo quindi come acquistarli, quali sono le loro caratteristiche e quali le principali tipologie. 

Frutta esotica: come sceglierla e comprarla?

Oltre ad alcuni negozi online, la frutta esotica si trova sempre di più nei supermercati italiani e per molti è entrata a far parte della normale dieta di tutti i giorni. Pensiamo all'ananas o al cocco, molto consumati soprattutto in passato, ma soprattutto ai frutti esotici più apprezzati in questi ultimi anni: avocado, mango e papaya. 

Le maggiori rimostranze nei confronti del consumo di frutta esotica stanno nella poca eticità che sta dietro alla sua produzione. Spesso, infatti, viene coltivata in modo massivo e, per far spazio alla sempre maggiori richieste della sua produzione, vengono disboscate intere aree di foreste. Inoltre, talvolta sono state denunciate delle condizioni lavorative degli agricoltori dei paesi produttori non proprio etiche, senza le comuni condizioni di lavoro che dovrebbero essere sempre sostenute in qualsiasi paese civile. 

 

 

Alcune piante esotiche, però, possono essere coltivate anche in paesi con un clima non necessariamente tropicale, ma anche con quello temperato o sub-tropicale. Un esempio è l'avocado, che si adatta anche a terreni argillosi e vulcanici, e può dare frutti anche nei periodi freddi dell'anno. Infatti, nel nostro paese, e precisamente in Sicilia, stanno nascendo diverse coltivazioni di avocado. 

In Italia, la coltivazione della frutta esotica sta incrementando, con una stima degli ettari di terreno dedicata che è passata dai 10 ai 500 negli ultimi 5 anni solo in Sicilia e Calabria. Oltre all'avocado, in queste regioni si riesce a coltivare anche mango, passion fruit e litchi, ma anche papaya e la meno nota annona. 

Nonostante questo aumento della produzione italiana di frutta esotica, la quantità di merce prodotta non è ancora sufficiente a soddisfare la richiesta interna, per cui ancora gran parte della frutta esotica venduta nel nostro paese ha origine estera. 

Il caso del kiwi può, però essere di ispirazione per una produzione italiana certificata, che miri alla qualità del prodotto finale con una coltivazione più etica e attenta all'ambiente. Il kiwi, infatti, ha ormai una larga produzione italiana che è portata avanti da molti anni. Per questo, nel Lazio nasce il kiwi del Lazio IGP, ossia con l'Indicazione Geografica Protetta, che dopo 40 anni di produzione ha avuto il riconoscimento per la sua qualità. 

Allo stesso modo, in seguito alla produzione italiana di altri tipi di frutti esotici, essi potrebbero diventare parte di un processo di produzione di qualità, che dia maggiori garanzie al consumatore e ne consenta una produzione più estesa. 

Meglio, quindi, sempre scegliere della frutta esotica coltivata in Italia. Infatti, il problema di quella importata è che spesso non si rispettano le condizioni di trasporto e raccolta. La frutta esotica viene raccolta troppo in anticipo rispetto al termine della sua maturazione, e quindi trasportata all'interno di navi in cui completa la sua maturazione. Di conseguenza valori nutrizionali e sapori sono ben diversi dalla frutta che può essere consumata in territori vicini al produttore stesso. La condizione ottimale di trasporto sarebbe quello di una raccolta con la giusta tempistica e il trasporto veloce per via aerea verso il paese di vendita, evitando sbalzi termici e urti durante il trasporto. Il rispetto di queste condizioni è davvero molto raro. 

Nessuna paura, quindi, verso il consumo di frutta esotica, ma attenzione a quella che scegliamo. 

Frutta esotica: la più comune

Fra i frutti esotici più comuni e conosciuti nei paesi occidentali abbiamo sicuramente il mango, la papaya e l'avocado, ma anche l'ananas, il cocco e la banana. 

La banana è forse il frutto più consumato e noto in Italia fra la frutta esotica. Facile da mangiare, ideale quindi per i pranzi fuori porta, è gradito ai più per il sapore dolce della sua polpa. Vi sono moltissime varietà di banana, ciascuna con le sue proprietà e caratteristiche. Quella più conosciuta in Europa è la "Cavendish", di cui esistono però diverse tipologie a seconda dell'azienda produttrice. Dal punto di vista nutrizionale sono composte soprattutto da carboidrati (92,8%), di cui la metà circa sono zuccheri semplici. Il contenuto calorico non è dei più bassi, circa 120 kcal per 100 g, ma se consumata nella giusta quantità può adattarsi a moltissime tipologie di dieta. Ha un contenuto di fibre interessante, circa 2,6 g per 100 g, un buon contenuto di potassio, 350 mg per 100 g, e un quantità abbastanza elevata di vitamine come la A e la C. Le banane sono coltivate anche in Italia ma crescono bene, in modo da poter essere vendute, solo nelle regioni meridionali perchè più calde, come Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia. Quelle siciliane potrebbero addirittura ottenere, tra qualche anno, il certificato di qualità.

 

 

Altro frutto esotico molto noto è il cocco, ricco di fibre, ma anche minerali e vitamine come il potassio, magnesio e vitamina C; è composto in prevalenza da lipidi (88%), la maggior parte dei quali sono saturi. Per questo viene utilizzato per la produzione dell'olio di cocco, usato non solo in cucina ma anche in ambito cosmetico. 

Il mango ha le sue origini in India ed è caratterizzato da una polpa dolce e succosa. Di solito si consuma da solo, ma può essere il perfetto ingrediente di un'insalata o, per i più golosi, dei dolci. Ha, inoltre, un buon contenuto di vitamine e minerali, fra cui la vitamina A, vitamina C, vitamina E, ma anche potassio e fosforo. Inoltre, ha un buon contenuto di fibre (1,6g per 100 g di prodotto) e ovviamente zuccheri, 12,6 g per 100 g di prodotto. Può essere consumato, nelle giuste dosi, anche in un'alimentazione ipocalorica, anche perchè contribuisce ad aumentare il senso di sazietà

La papaya, spesso confusa con il mango, è originaria del Messico e si adatta bene a frullati ed estratti, oppure può essere consumata come tale. Questo frutto è ricco di antiossidanti, vitamina C e zinco, oltre che potassio e magnesio, e contribuisce quindi ad incrementare la quota di micronutrienti della dieta. A differenza del mango, al suo interno ha, nella porzione centrale, dei semi neri e rotondeggianti e all'esterno un colore arancione acceso. 

Un altro frutto esotico molto noto in Occidente, soprattutto negli ultimi anni, è l'avocado, molto apprezzato perchè ricco di acidi grassi, che lo compongono per la maggior parte e che incrementano il senso di sazietà. Per questo motivo viene molto usato nelle diete ipocaloriche, ovviamente con le giuste proporzioni, e consumato nelle insalate o nel celebre "avocado toast" che tanto spopola sul web e che è tipico delle colazioni che vediamo sui social. Privo di colesterolo, l'avocado ha un basso contenuto di zuccheri, solo 1,8 g per 100 g di prodotto, buon contenuto di fibre, 3,3 g/100 g di frutto, e un buon contenuto di acidi grassi monoinsaturi, tra tutti l'acido oleico (79,91%). Tra i minerali dell'avocado, il potassio è quello prevalente (450 mg/100 g di alimento) e buono è anche il contenuto di vitamina A (14 μg/100 g di alimento), ma anche vitamina C (18 mg/100 g di alimento) ed E (6,4 mg/100 g di alimento). 

Frutta esotica meno comune

La frutta esotica comprende, però, una grande varietà di frutti, spesso meno noti nel nostro paese perchè più difficili da trovare

Un esempio, è il Rambutan, di origine indonesiana, ha un colore rosso accesso e all'esterno una sorta di peluria ingarbugliata, che a molti ricordano dei capelli, e una forma tonda. Al suo interno la polpa è morbida, di colore bianco e molto saporito. Anche in questo caso è buono il contenuto di minerali quali manganese, ferro e fosforo e i semi presenti al suo interno hanno un buon contenuto di acido oleico. 

La granadilla ha un sapore tra l'acido e il dolce ed è originario del Sud America. Il suo aspetto è molto simile a quello di un melograno, ma è più piccolo e ha un colore giallo accesso. Al suo interno è formato da tanti semi ricchi di polifenoli, vitamine e minerali. Si consuma al cucchiaio, fresco. 

Il mangostano è un frutto violaceo che cresce in una pianta che può arrivare anche ai 20 m di altezza. All'interno è suddiviso in spicchi bianchi, ricchi di vitamina C e del gruppo B, ma con un buon contenuto anche di fibre e minerali. Il sapore è fresco ed infatti è perfetto nelle giornate più calde dell'estate. 

La maracuja è forse la più conosciuta tra questi frutti meno soliti delle tavole italiane, ed è nota anche con il nome di "passion fruit" o "frutto della passione". L'esterno ha un bellissimo color porpora e dentro ha una polpa dolce con note acidule e una consistenza di gelatina. Viene consumato crudo, ma è anche molto usato per la preparazione di gelati e torte, ma anche di cocktails, sia alcolici che analcolici. 

Altro frutto insolito ma molto bello da vedere è la Pitaya rossa, o frutto del drago, con una caratteristica forma tutta sua. L'origine è in Messico, ma è molto coltivato anche in Cina e in Vietnam. Cresce anche nelle zone più calde dell'Italia e viene prodotto da un cactus che ha la particolarità di fiorire di notte. Questo frutto ha poche calorie, solo 60 kcal/100 g, ha un buon contenuto di calcio, ma anche di altri minerali, fibre e vitamine. Esiste in diverse varietà che si differenziano per il colore della polpa interna e della buccia esterna. Infatti, può essere rosso o fucsia all'esterno con polpa bianca, oppure giallo esternamente con polpa sempre bianca, ma anche rosso e fucsia sia nella buccia che nella polpa. 

Frutti esotici come le bacche

Fanno parte della frutta esotica anche alcune bacche, poco note in verità nel nostro paese. Fra queste abbiamo la carambola, o "star fruit", che, come dice il nome stesso, ha la forma che ricorda una stella. Viene usato spesso come ornamento dei piatti perchè particolarmente bello da vedere, con il suo colore arancio intenso. Può esistere in diverse tipologie a seconda del numero di punte della stella, e può essere però tranquillamento mangiato con la buccia stessa, dopo accurato lavaggio. Può essere spremuto oppure consumato intero dopo essere stato tagliato a fette. 

Dal punto di vista nutrizionale, la carambola è povera di zuccheri solo 3,98 g per 100 g di frutto, e poche calorie, 31 kcal per 100 di prodotto. Ha un buon contenuto di potassio e vitamina C e risulta molto adatto sia per la diete dimagranti che per quelle che mirano alla riduzione della glicemia

Altra bacca esotica è il kumquat, o mandarino cinese, un agrume che ha però la buccia unita con la polpa e pertanto non è necessario sbucciarlo. Ha una forma rotonda e un colore arancione intenso e ha un buon contenuto di vitamina C. Il contenuto di zuccheri è nella media della maggior parte dei frutti, intorno ai 14 g per 100 g di alimento e le calorie totali sono 66,25 per 100 g. Il suo sapore acidulo lo rende perfetto in abbinamento con il cioccolato, ma questa bacca viene usata anche per la produzione di confetture

Frutta esotica: l'elenco completo

Ecco un elenco completo di tutta la frutta tipicamente esotica:

 

 

 

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